sabato 29 marzo 2025

PROTEGGIAMO GLI INNOCENTI. Gaza: l'appello di Monsignor Strickland al Presidente Trump per il cessate il fuoco immediato.


a cura di Veronica Cireneo 

Mentre invitiamo  ad una preghiera incessante, e all'offerta quotidiana del Sacrificio Eucaristico, tutti i cattolici di buona volontà, chiamati a vivere in questi tempi apocalittici, per averla ricevuta, pubblichiamo doverosamente questa lettera aperta che Monsignor Strickland, Vescovo Emerito, ha inviato al Presidente Trump per invocare il cessate il fuoco su Gaza. "Il tributo di sangue versato dai piccoli civili innocenti ha raggiunto livelli così intollerabili da non poter più tacere (...)

Papa Pio XII: 

"la guerra spesso crea mali 

più gravi di quanti ne elimini".

§§§

Egregio Signor Presidente,

Nel nome di Nostro Signore Gesù Cristo, vi scrivo come successore degli Apostoli, spinto dal mio dovere di dire la verità nella carità e nella giustizia. Il peggioramento della crisi in Medio Oriente, dalla guerra a Gaza ai crescenti conflitti regionali, comprese le azioni militari statunitensi nello Yemen, richiede un'urgente riflessione morale. 

Come pastore di anime, non posso rimanere in silenzio mentre migliaia di persone soffrono le conseguenze dell'escalation della violenza.

La Chiesa cattolica sostiene la sacra dignità di ogni vita umana, creata a immagine di Dio. 

Il Catechismo ci insegna che:  "le azioni deliberatamente contrarie al diritto delle genti e ai suoi principi universali sono crimini" (Catechismo della Chiesa Cattolica 2313). Ciò si applica a tutte le parti impegnate in una guerra, siano esse nazioni, gruppi militanti o coalizioni. Mentre una nazione ha il diritto di difendersi e proteggere il suo popolo, tali azioni devono rimanere entro i limiti della giustizia, della proporzionalità e della legge morale.

A Gaza, l'uccisione indiscriminata di civili, tra cui donne e bambini, ha raggiunto una portata intollerabile. La popolazione palestinese, molti dei quali non hanno alcuna affiliazione con organizzazioni terroristiche, soffre immensamente. La guerra non può essere condotta senza riguardo per gli innocenti

Lo stesso vale per lo Yemen, dove le azioni militari statunitensi contro gli Houthi rischiano di infiammare una situazione già instabile. Ogni missile lanciato, ogni bomba sganciata, minaccia di spingere la regione ulteriormente nel caos, con conseguenze umanitarie incalcolabili.

Il principio della guerra giusta è chiaro: la guerra deve essere l'ultima risorsa, condotta solo per difesa, con una forza proporzionale e senza mai colpire i civili. Non deve mirare alla conquista o alla rappresaglia, ma al ripristino di una pace giusta. 

Papa Pio XII ha avvertito che la guerra spesso "crea mali più gravi di quanti ne elimini". Oggi, mentre i conflitti si moltiplicano in Medio Oriente, temo che stiamo assistendo a questa tragica verità dispiegarsi davanti ai nostri occhi.

Esorto questa amministrazione a riconsiderare il suo percorso. 

Se l'America desidera essere una forza per il bene nel mondo, deve agire non con un'aggressione militare incontrollata, ma con giustizia, prudenza e una sincera ricerca della pace. 

Una nazione non può rivendicare un primato morale, mentre contribuisce all'escalation della sofferenza umana. 

Vi invito a cercare soluzioni diplomatiche, a chiedere la fine immediata della distruzione a Gaza e ad affrontare la crisi in Yemen con moderazione, affinché i fuochi della guerra non consumino ancora più vite innocenti.

Gli Stati Uniti sono stati a lungo plasmati dai principi cristiani, eppure si trovano a un bivio. Sceglieranno la via della giustizia e della pace o permetteranno che il ciclo di violenza continui senza controllo? 

Prego che i nostri leader cerchino la saggezza di Cristo, il Principe della Pace, e lavorino per una giusta risoluzione che rispetti la dignità di tutti i popoli.

Rispettosamente in Cristo,

Monsignor Joseph E. Strickland, Vescovo emerito

28 marzo 2025

***

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venerdì 28 marzo 2025

SULLA VALIDITÀ DELLA SANTA MESSA UNA CUM PAPA FRANCISCO. Padre Giorgio Maria Fare' confuta uno studio del dottor A.Cionci

 

     a cura di Veronica Cireneo 

Nell'articolo che segue,  collocabile all'interno dell'annosa questione riguardante la validità/liceità della Santa Messa e dei Sacramenti in unione con Francesco, vediamo come il teologo padre Giorgio Maria Fare', del quale avevamo già avuto modo di parlare Qui e Qui, e che ringraziamo per la cortesia -  a partire da uno studio del dottor Cionci, confutandolo con documenti ufficiali alla mano - dimostri la validità della Santa Messa una cum papa Francisco. Buona lettura e diffusione.

§§§

Commento di p. Giorgio Maria Faré allo studio di Andrea Cionci:  

«Sulla validità/liceità della Messa una cum Papa Francisco» 

Pubblicato il 21 marzo 2025, aggiornato il 26 marzo 2025

***

Vorrei in questo testo analizzare lo studio dal titolo «Sulla validità/liceità della Messa una cum Papa Francisco» pubblicato dal dott. Andrea Cionci in formato PDF sul suo sito e disponibile nel momento in cui scrivo a questo link:  https://www.codiceratzinger.eu/_files/ugd/162863_35b5cd53db5a461889fb1d23d35b5e7b.pdf 

Dalla lettura del testo si evince che esso si basa su due premesse che risultano canonicamente e teologicamente non sostenibili: 

•la prima è che il Card. Bergoglio, in quanto eletto invalidamente, sia scismatico; 

•la seconda, conseguente alla prima, è che la cosiddetta “Chiesa bergogliana” sia anch’essa scismatica. Mostrerò brevemente come queste due affermazioni siano erronee secondo le leggi della Chiesa e molto pericolose sul piano teologale per i fedeli che vi aderiscono

A pagina 1 del PDF il dott. Cionci cita il caso storico della Costituzione civile del clero, imposta in Francia durante la Rivoluzione francese. Cito dal pdf, pag. 1: 

«Anche nel 1790 si riaffacciò la questione della legittimità dei sacramenti in unione con il pontefice: con la Costituzione civile del clero, molti cattolici francesi rifiutavano i sacramenti dai preti che avevano giurato alla Rivoluzione, e quindi li accettavano solo dal “clero refrattario” rimasto in unione con Roma. In quel caso, tuttavia, la situazione era stata chiarita pubblicamente, mentre oggi il presente antipapato è stato riconosciuto solo da una parte ancora minoritaria del clero e dei fedeli». 

Spieghiamo meglio cosa vuol dire che: "In quel caso, tuttavia, la situazione era stata chiarita pubblicamente".

Dopo la promulgazione della Costituzione civile del clero (12 luglio 1790), la Santa Sede prese subito posizione per guidare i fedeli e condannare i sacerdoti che avessero prestato giuramento di adesione. Il testo principale con cui Pio VI espresse questa condanna fu l’enciclica Charitas, emanata il 13 aprile 1791. In essa il Papa dichiarava incompatibile con la dottrina cattolica l’ordinamento imposto dal governo rivoluzionario francese e ribadiva che i sacerdoti che giuravano fedeltà a tale Costituzione tradivano l’autorità ecclesiastica e si separavano dalla Chiesa, ovvero perdevano la comunione con essa per atto scismatico. Nel caso storico citato il clero e i fedeli erano stati debitamente indirizzati dall'autorità ecclesiastica che aveva dichiarato scismatico il sacerdote che avesse aderito al documento rivoluzionario.  

Questo è l'unico caso in cui si può avere la certezza del delitto di scisma (1) di un ministro della Chiesa cattolica: è la Chiesa stessa a doverlo decretare (2).  

Se tale cosa non avviene è sbagliato etichettare come scismatico un ministro cattolico. Ed è proprio questo che il dott. Cionci sostiene con il suo lavoro: si sostituisce il giudizio del fedele al giudizio della Chiesa; si preferisce una sorta di giustizia personale e arbitraria, al diritto e dovere della Chiesa di prendersi cura dei suoi ministri. 

Tuttavia, il Codice di Diritto canonico — citato nello stesso documento del Dott. Cionci — ci dice che: Can. 841Poiché i sacramenti sono gli stessi per tutta la Chiesa e appartengono al divino deposito, è di competenza unicamente della suprema autorità della Chiesa approvare o definire i requisiti per la loro validità. Pertanto, i sacramenti celebrati da un ministro validamente ordinato vanno doverosamente considerati validi

L’altro punto critico è il giudizio che la tesi del dott. Cionci riserva per tutta la Chiesa, questione che sta a monte rispetto a quella dei sacramenti e in un certo senso la genera, ma che si risolve allo stesso modo come ora vi dimostro. 

Cito dalla pag. 3: 

«Quindi non abbiamo una dichiarazione ufficiale della Chiesa cattolica sulla validità dei sacramenti nella Chiesa scismatica bergogliana che, tra l’altro, sembrerebbe anche eretica, filoprotestante e tendenzialmente negatrice della Transustanziazione».

Non abbiamo nemmeno una condanna emessa da un organo ecclesiastico competente che decreti come scismatica la cosiddetta “Chiesa bergogliana”. L’errore e la soluzione sono le stesse: il delitto di scisma non può essere accertato o sanzionato da un fedele privato, ma solo dall'autorità ecclesiastica competente, né verso un altro fedele, né verso un sacerdote, né tanto meno verso la cosiddetta “Chiesa bergogliana”.  E poi, cosa sarebbe la Chiesa bergogliana? In cosa e come si distingue dalla Chiesa Cattolica? Questo discorso, mancando di precisione sul piano teologico e quindi ecclesiologico, è molto pericoloso perché confonde il fedele sul tema delicatissimo della comunione ecclesiale. 

Tutta la tesi del dott. Cionci, infatti, non potendo basarsi su un documento magisteriale, né riguardo alla presunta posizione scismatica di Bergoglio, né riguardo alla questione dell’invalidità dei sacramenti, si fonda sulla supposizione. La struttura argomentativa dell’intero studio si rivela fondata su di una personale supposizione, come vediamo a pag. 4: 

«È quindi lecito supporre che il verosimile abbandono della vera fede cattolica da parte di molti preti in unione con Bergoglio potrebbe intaccare una delle 4 cause di validità, cioè l’intenzione di operare la Transustanziazione».

Se fosse così semplice intaccare il fondamento della Chiesa, essa non sarebbe sopravvissuta nemmeno alla prima generazione di credenti.  In questo campo non si può procedere per supposizioni. Nessuna supposizione personale può indurre il fedele a dubitare di quello che la Chiesa gli impone di credere: la Messa cattolica attualmente celebrata da ogni sacerdote cattolico è valida finché non sarà la Chiesa stessa a dire altrimenti con un pronunciamento magisteriale esplicito. 

Non è quindi fondato sostenere che — cito da pag. 4: 

«sulla validità dei sacramenti in unione con antipapa Francesco, è senz’altro necessario SOSPENDERE IL GIUDIZIO, e rimettersi al pronunciamento del prossimo vero Papa»

Così facendo il fedele antepone il proprio giudizio al giudizio attuale della Chiesa, arrogandosi di sospettare di invalidità un sacramento che la Chiesa impone di credere come valido e, peggio ancora, arrivando ad esimersi dalla Messa domenicale per questo motivo. 

Ecco dove ancora il dott. Cionci ribadisce la sua tesi — cito da pag. 4: 

«Il punto fondamentale è proprio che non occorre una dichiarazione della Chiesa per riconoscere Bergoglio antipapa e scismatico»

E segue citando "Universi Dominici Gregis", articoli 76 e 77, e il can. 332.2 del Codice di diritto canonico che conosciamo tutti bene.

Dove sta l’errore nella frase che vi ho citato? È assolutamente necessario che vi sia una dichiarazione della Chiesa per riconoscere il Card. Bergoglio scismatico! 

E non importa che in questi anni Francesco abbia compiuto azioni e detto cose che possono indurre in alcuni il sospetto su di lui: questi giudizi spettano solo alla Chiesa. E invece, secondo il dott. Cionci e i suoi collaboratori, per affermare che Bergoglio sia scismatico, e con lui la cosiddetta “Chiesa bergogliana”, basta la constatazione del fedele di ritenere Bergoglio “ostinato” nelle sue posizioni. Vi leggo il paragrafo: 

«Oltre a essere antipapa, è ostinato, dato che né lui stesso, né la Chiesa, né i Cardinali, né la Segreteria di Stato, né il Tribunale vaticano rispondono da tempo alle numerose pubbliche sollecitazioni. Così, Bergoglio è antipapa ed essendo ostinato è scismatico»

•Innanzi tutto una persona non è tenuta a rispondere a chiunque, l’ostinazione non si “misura” sul rifiuto di rispondere alle “pubbliche sollecitazioni”. 

•In termini giuridici l’ostinazione è il rifiuto di correggersi dopo un’ammonizione ufficiale. 

 •Inoltre, non basta il nostro giudizio in merito al grado di ostinazione di qualcuno per decretare il suo reato di scisma.

• L’accertamento giuridico (la dichiarazione pubblica e formale) che qualcuno abbia effettivamente commesso il delitto di scisma spetta all’autorità ecclesiastica competente. 

 Credo che sia evidente che queste due premesse allo studio del dott.Cionci che ho appena analizzato non abbiano un rigoroso fondamento canonico e teologico. «Antipapa scismatico», «messa scismatica e illecita», «Chiesa bergogliana scismatica», questi modi di dire presenti nello studio del dott. Cionci sono fuorvianti perché inducono il fedele a credere che spetti al singolo il giudizio sulle conseguenze della mancata rinuncia al Munus da parte di Papa Benedetto, o sulla invalida elezione di Francesco, e invece no: i reati commessi da chicchessia all’interno della Chiesa, anche qualora passibili di scomunica latae sententiae, sono competenza esclusiva della Chiesa e degli organi preposti, da questi vanno accertati e puniti, da nessun altro.

Partendo da queste premesse il dott. Cionci va quindi a riportare pareri teologici che, secondo lui, dispensano dal precetto domenicale: Cita il Catechismo al n. 2180:

«Soddisfa il precetto di partecipare alla Messa chi vi assiste dovunque venga celebrata nel rito CATTOLICO, o nello stesso giorno di festa, o nel vespro del giorno precedente”. 

Ma siccome, secondo la sua tesi, il rito celebrato dal 2013 ad oggi da ogni sacerdote validamente ordinato non sarebbe più cattolico, ma sarebbe una «messa scismatica illecita», il fedele ne sarebbe dispensato. 

Cita poi un compendio di teologia morale del 1955 che riporta «l’impossibilità morale» e il «grave danno morale o spirituale» come «cause scusanti» che dispensano dal precetto domenicale e sostiene che il fedele sarebbe «pienamente scusato se non assolve al precetto domenicale» riferendosi alla partecipazione ad ogni Messa celebrata una cum dal marzo 2013 da ogni sacerdote cattolico validamente ordinato; questo perché è «massimo danno spirituale partecipare al peccato degli eretici».[Su questo punto, rimando anche all’approfondimento che ho inserito in fondo al documento sul nuovo intervento su YouTube del dott. Cionci, avvenuto dopo prima pubblicazione di questo commento] 

A questo proposito il dott. Cionci cita la ormai arcinota Tertia Pars, Quaestio 82, Articulus 9 della Summa Theologiae, sostenendo che chi rifugge dall'ascoltare la Messa di tali sacerdoti (eretici, scismatici o apostati) o dal ricevere la comunione dalle loro mani, non rifugge dai Sacramenti, ma piuttosto li rispetta.  

E questo sarebbe verissimo se qualcuno avesse SANCITO che i sacerdoti cattolici una cum sono eretici, apostati e scismatici, così da rendere necessario consigliare al fedele di evitare ogni loro celebrazione eucaristica. 

Ma la Chiesa non l’ha fatto. Lo fece nel caso dei preti costituzionali francesi e autorizzò i fedeli a evitare tali sacerdoti, ma ad oggi non vi è nessun interdetto per nessuna celebrazione, ed è questo quello che conta.  

Il dott. Cionci — al pari di don Minutella — evita di citare il prosieguo del discorso di san Tommaso, che dice quanto segue: 

«Infatti gli eretici, gli scismatici e gli scomunicati vengono privati dell'esercizio dei loro poteri da una sentenza della Chiesa. (…) fino alla sentenza della Chiesa è lecito (3) ricevere la Comunione da essi e ascoltare la loro Messa»( 4). 

Alcuni hanno asserito che gli eretici, gli scismatici e gli scomunicati, essendo fuori della Chiesa, non sono in grado di consacrare il sacramento eucaristico. Ma in ciò s'ingannano. Perché, come osserva S. Agostino, "altro è non avere una cosa, altro è averla abusivamente", così pure "altro è non dare e altro è dare malamente". Coloro dunque che facendo parte della Chiesa ricevettero il potere di consacrare l'Eucarestia con l'ordinazione sacerdotale, ne hanno validamente la facoltà, ma non la esercitano lecitamente, se in seguito si sono separati dalla Chiesa con l'eresia, lo scisma, o la scomunica. […] E poiché la consacrazione dell'Eucarestia è un atto connesso col potere di ordine, coloro che sono separati dalla Chiesa per eresia, scisma, o scomunica, possono validamente consacrare l'Eucarestia, la quale, sebbene da essi consacrata, contiene il vero corpo e sangue di Cristo…»(5). 

Quindi, riprendendo la sintesi finale dello studio del dott.Cionci, possiamo individuare le seguenti posizioni critiche: 

• Non è corretto sostenere che non si hanno certezze sulla validità dei Sacramenti celebrati “una cum Francisco”, ma anzi, siamo tenuti per fede a credere nella validità di questi sacramenti. 

• Non è corretto sostenere che in mancanza di un pronunciamento ecclesiastico sull’illegittimità di Bergoglio come papa, la valutazione della sua eventuale condizione di scismatico sia lasciata al discernimento dei fedeli. Infatti, è assolutamente erroneo sostenere che spetti al fedele dichiarare scismatico Francesco e comportarsi di conseguenza. 

• Non è corretto sostenere che «il precetto festivo della S. Messa cessa di obbligare perché contrario alla virtù della fede». 

***

Breve commento ad alcune recenti aggiunte all’impianto dell’inchiesta del dott. Cionci Concludo il commento alla tesi di studio del dott. Cionci e dei suoi collaboratori considerando brevemente le loro ultime interpretazioni, basate su nuove traduzioni, differenti da quella proposta inizialmente, della Declaratio di Papa Benedetto, perché questo va a toccare anche il tema della celebrazione eucaristica. 

La tesi di tale studio è che Papa Benedetto con la Declaratio abbia operato una «declaratoria di decisio su delitto, scisma, usurpazione e sede impedita». Non mi pronuncio sul risultato di queste nuove traduzioni né sulla interpretazione canonicogiuridica che ne è conseguita. 

•La prima cosa che vorrei far notare è che, per quanto è dato di sapere dalle firme apposte al documento, è mancata la supervisione di un teologo.  

•Inoltre, vorrei in questa sede puntare l’attenzione sul fatto che, a prescindere dai contenuti, non è corretto che un’ipotesi di studio vada a sostituire la giurisdizione della Chiesa in materia. Mancando una sentenza esplicita della Chiesa (come da cann. 1341 e ss.), non si può affermare che i fedeli siano autorizzati a considerare il Card. Bergoglio scismatico, né tantomeno i fedeli sono autorizzati a credere nell’esistenza di una cosiddetta «Chiesa bergogliana scismatica», dato che questa espressione non identifica nulla di chiaro e opera solo confusione nei fedeli stessi.  

È temerario sostenere che nella Declaratio vi sia certamente una dichiarazione di scisma pronunciata da Papa Benedetto, e che quindi i fedeli sarebbero autorizzati a rifuggire i Sacramenti celebrati una cum Francisco. 

Non voglio togliere nulla al lavoro che il dott. Cionci e i suoi collaboratori portano avanti da anni. Potrà essere accolto dagli organi ecclesiastici competenti, potrà essere confermato, corretto, utilizzato per porre chiarezza, ma in nessun modo può dire oggi ai fedeli, sostituendosi alla Chiesa, cosa devono fare e non fare, credere e non credere, in materia in cui ha assoluta giurisdizione solo e soltanto la Chiesa. 

È necessario che le conclusioni dei loro studi rimangano tali, e non diventino delle circolari usate per orientare i fedeli in questo momento delicatissimo.  Ricordo che un’anima sola vale il Sacrificio di Gesù Cristo sulla Croce, e ci vuole quindi somma prudenza nel considerare un’ipotesi di studio come una certezza fondata e dimostrata, soprattutto se questa può compromettere il cammino di grazia di molte persone di buona volontà. 

***

Approfondimento sui testi di morale citati dal dott. Cionci 

Dopo la pubblicazione di questo commento, il dott. Cionci ha ripreso la questione su YouTube, nel video dal titolo: «Ostia consacrata gettata nei rifiuti. Cionci si contraddice? NO, ecco perché», e reperibile a questo link: https://youtu.be/qmzUa0KlaWE?si=2JReRI7IyLlBxn2t 

Trascrivo qui il passaggio centrale che vorrei commentare:  

«Il precetto domenicale? Il precetto domenicale si osserva quando si va alla Messa lecita, non quando si va alla Messa illecita. Io vi ho riportato tutti i testi che vengono dalla teologia morale, dal Catechismo, dal Diritto Canonico. Poi però, se non li leggete, è un altro conto. E allora, come si fa? Come si fa? Come si fa? Eh, non si fa. Non si fa. Sei scusato.

Tant’è che la teologia morale ti scusa dall’andare alla Messa lecita addirittura se tu, quella domenica, hai un affare importante e devi guadagnare dei soldi. Sei scusato dal non andare alla Messa lecita, perché il Padre eterno non è il mega direttore di Fantozzi, che se non si timbra il cartellino tutte le domeniche si va all’inferno. Il Padre eterno è molto più intelligente di quanto pensiamo. Quindi, se un padre di famiglia, quella domenica, ha un affare per cui deve guadagnare 5.000 o 10.000 euro, non ci va alla Messa ed è scusato. Così come si è scusati se la Messa è troppo lontana. Io tutte queste scusanti ve le ho riportate nel PDF. Non le volete leggere? Fate come vi pare. Comunque a me non interessa: voi andate alle Messe che volete. Io non sono nessuno per darvi delle indicazioni. Però non si dica che Cionci cade in contraddizione, perché Cionci non è caduto in contraddizione». 

Riprendiamo allora quali sono le fonti citate da Cionci nel suo PDF, cito dalle pagine 5 e 6:

«Come suggerisce il buon senso e come conferma Padre Eriberto Jone ofm nel Compendio di Teologia morale, ed. Marietti, 1955, n. 200:  “Cause scusanti sono infatti: l’impossibilità fisica o morale. Scusano quindi dall’osservanza del precetto […] il pericolo di subire un grave danno materiale e morale” (ed. Studium, voce “santificazione delle feste”).  Parimenti:  “Dall’obbligo di ascoltare la Messa scusa ogni motivo mediocremente grave, quale esiste in caso […] di danno corporale o spirituale che dovesse derivare a noi o ad altri”.

Quindi, visto che il danno spirituale - massimo e non “mediocre” - è quello di  al peccato degli scismatici in unione con l’antipapa usurpatore Francesco, sulla cui ortodossia dottrinale, peraltro, non vi sono certezze, visto che il danno materiale è quello di ritardare la legittima successione petrina con tutti i problemi derivanti per la Chiesa cattolica e per 1 miliardo e 285 milioni di cattolici, il fedele è pienamente scusato se non assolve al precetto domenicale per danno materiale, morale, spirituale a se stesso, alla Chiesa e agli altri cattolici. Il fedele è dunque tenuto per forza a spostarsi di decine o centinaia di km per cercare una Messa lecita? No. Anche la distanza eccessiva può essere, infatti, una scusante. In “Teologia morale” di P. Teodoro da Torre del Greco si legge:  “Qualunque giusto motivo può scusare il fedele dall'assistere alla S. Messa. Scusa dunque: a) l’impossibilità fisica o morale, […] quelli che abitano molto lontano dalla chiesa, etc.”» 

È da notare che entrambe le fonti di teologia morale che vengono citate nel pdf del dott Cionci, Compendio di Teologia morale di Padre Eriberto Jone ofm, ed. Marietti e Teologia morale di P. Teodoro da Torre del Greco sono state pubblicate prima del Codice di diritto canonico del 1983, e quindi si basano sulla vecchia edizione del Codice di diritto canonico, del 1917.

Inoltre, solo la seconda delle fonti tiene conto dei documenti del Concilio Vaticano II, mentre la prima fonte non può tenerne conto essendo stata pubblicata nel 1955. 

Qual è il problema? Che da allora l’approccio alla teologia morale è cambiato radicalmente. L’operazione fatta dal dott. Cionci è quindi sbagliata metodologicamente. 

I manuali preconciliari si fondano su tutta una casistica oggi non più utilizzata e inoltre condizionata dal contesto socioculturale completamente diverso dal nostro. 

Alcuni esempi?  

•Secondo il manuale di p. Jone sono scusate le «donne incinte non sposate». E perché mai? Negli anni ’50, una gravidanza fuori dal matrimonio era considerata un grave scandalo pubblico. La dispensa si fondava sul riconoscimento che la condizione di una donna incinta e non sposata potesse essere così infamante da giustificare, pastoralmente, il rimanere nascosta, anche in giorno di precetto. Prümmer e Noldin-Schmitt fanno osservazioni simili, menzionando il caso delle donne gravidae illegitime come esempio di dispensa per “gravis verecundiae causa”. 

•P. Jone scusa anche chi avesse abiti troppo logori o inadeguati per comparire in pubblico.

Nel primo Novecento (e fino almeno agli anni ’50) si dava per scontato che la partecipazione alla Messa domenicale comportasse una presenza pubblica in forma decorosa, secondo le convenzioni sociali dell’epoca ed era sottinteso che si dovesse indossare il “vestito della festa”. Oggi, anche le persone con reddito molto basso dispongono di abiti semplici ma puliti e dignitosi e la distinzione tra i vestiti “ordinari” e quelli “della festa” è quasi scomparsa. 

Alla luce di queste contestualizzazioni, anche la questione del grosso affare da diverse migliaia di euro citato da Cionci appare completamente fuori luogo ai giorni nostri. La frase del Jone, tradotta dall’edizione inglese di cui dispongo è: 

«Coloro che, partecipando alla Messa, avrebbero subito la perdita di un guadagno di particolare entità». 

Come si spiega una simile dispensa, che alle nostre orecchie sembra dettata da un’avidità di guadagno stridente con lo stile evangelico? Negli anni ’50, in molte aree, si celebrava una sola Messa domenicale per parrocchia, poche famiglie disponevano di un’automobile e gli spostamenti verso altre chiese risultavano spesso impraticabili. 

Il principio morale sottostante era quello di evitare un obbligo ad impossibilia o graviter onerosa, in linea con la dottrina della dispensa in caso di grave incomodo. 

Nel contesto attuale, in cui esistono molte celebrazioni distribuite tra sabato e domenica e la mobilità è notevolmente aumentata, simili motivazioni non sono più generalmente applicabili. Se quindi ci fosse veramente un’occasione unica e imperdibile di un guadagno di entità eccezionale, la persona potrebbe attendere al suo affare e trovare comunque una celebrazione in orario comodo per sé.

Padre Giorgio Maria Fare' 

NOTE:

1)  È detto scisma: "il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a  lui soggetti" (Codice di Diritto Canonico, can. 751). «Per costituire il delitto di scisma in senso stretto sono richieste le  seguenti condizioni: 1. C i si deve ritirare direttamente (espressamente) o indirettamente (attraverso le proprie azioni)  dall’obbedienza al Romano Pontefice e separarsi dalla comunione ecclesiastica con il resto dei fedeli, anche se non ci si  unisce a una setta scismatica separata; 2. il ritiro deve essere fatto con ostinazione e ribellione; 3. il ritiro deve essere fatto  in relazione a quelle cose che costituiscono l’unità della Chiesa; e 4. nonostante questa disobbedienza formale, lo  scismatico deve riconoscere il Romano Pontefice come il vero pastore della Chiesa, e deve professare come articolo di  fede che è dovuta obbedienza al Romano Pontefice» (Ignatius J. SZAL, The Communication of Catholics with Schismatics,  p. 2 traduzione propria).

2)  La scomunica per scisma, in forza del can. 1364, è latae sententiae, ossia si ritiene che il fedele che commetta questo  delitto cada nella scomunica automaticamente, a partire dall’atto stesso compiuto con piena responsabilità. Tuttavia,  l’accertamento giuridico (la dichiarazione pubblica e formale) che qualcuno abbia effettivamente commesso il delitto di  scisma spetta all’autorità ecclesiastica competente. Normalmente è il Vescovo diocesano (o un tribunale ecclesiastico da  lui delegato) ad avviare un’indagine (cfr. can. 1717 e ss.) per appurare se il fedele abbia compiuto scisma in senso  canonico e se ne ricorrano le condizioni di imputabilità (cann. 1321-1330). In casi più complessi o gravi, la Congregazione  (ora Dicastero) per la Dottrina della Fede o la Sede Apostolica possono intervenire direttamente o avocare a sé il giudizio. Una volta verificati i fatti e accertata la colpevolezza, si può emanare un decreto dichiarativo (cfr. can. 1341 e ss.) che  attesta la scomunica già incorsa ipso facto. Nel caso in cui il fedele non si ravveda, lo stato di scomunica rimane; se invece  recede e si riconcilia, possono avviarsi le procedure per la remissione della censura (can. 1358).

3) Qui S. Tommaso non sta parlando della liceità del Sacramento in sé ma sta dicendo che è lecito (cioè è permesso) al fedele prendervi parte. 

4) Summa Theologiae, Tertia Pars, Quaestio 82, Articulus 9, co.

5) Summa Theologiae, Tertia Pars, Quaestio 82, Articulus 7, co.

Fonte qui

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mercoledì 26 marzo 2025

LA MESSA DI SEMPRE. Docufilm. Proiezione della premiere a Romano di Lombardia. Mercoledì 3 aprile.


a cura di Veronica Cireneo

Gli Alleati dell'Eucarestia non si chiamerebbero così, se non fossero tutt'uno con la sacralità, la bellezza liturgica e l'ordine che promana dalla Messa di sempre: ordine,  devozione e disciplina che si sforzano, in ogni modo lecito possibile, di fare rifiorire anche nella Messa riformata post-conciliare, che frequentano, loro malgrado, proprio con questo intento.

Così oggi, sono lieti di presentare sul loro blog,  che ad un anno dalla sua attività ha superato in questi giorni le 200.700 visualizzazioni, questo significativo evento cinematografico, moderato da Daniele Logoluso, che ringraziamo di cuore per la segnalazione.

La proiezione della prima parte de "La Messa di sempre" si terrà in Lombardia, a Romano in provincia di Bergamo, mercoledì 3 aprile prossimo venturo. Grazie per la diffusione.

§§§

Il 3 Aprile arriva a Romano di Lombardia (BG), nel multisala Starplex, un atteso documentario che negli Stati Uniti ha riscosso notevole interesse, ovvero quello sulla Messa in Rito Antico (Vetus Ordo), volgarmente chiamata Messa in Latino.

Alle ore 20.45 verrà proiettata la prima parte del docufilm ricco di testimonianze di fedeli, di sacerdoti e di Vescovi cattolici - tra i quali anche Mons. Strickland - e a seguire ci sarà una conferenza/dibattito con alcuni ospiti, importanti esperti del rito della Messa di sempre (così come titola la versione italiana del film curata e distribuita da Amicitia Liturgica).

Fino al Concilio Vaticano II questa forma ha accompagnato la Chiesa nella missione terrena e ha formato i più grandi santi. Ultimo, in ordine cronologico: San Pio da Pietralcina del quale conosciamo il grande amore per questo rito che spesso lo portava a celebrare Sante Messe, che potevano durare anche fino a 3 ore.

Come mai questa forma è stata abolita e rimpiazzata con nuovo rito? 

Che conseguenze ha portato alla fede e alla Chiesa? 

Quali sono i Frutti e le Grazie che molti ancor oggi ricevono assistendo a queste Sante Messe?

Al termine della proiezione, risponderanno a queste domane gli illustri ospiti in sala: Mons. Nicola Bux, Don Marco Begato e Julio Loredo. 

L’evento verrà moderato da Daniele Logoluso di Spirito di Verità -TV dove trovate questa intervista a Don Marco Begato sull'argomento

Per l’acquisto della prevendita vi rimandiamo a questo link https://www.amicitialiturgica.it/event-details/la-messa-di-sempre-alla-scoperta-della-messa-tradizionale


Daniele Logoluso, Milano

26 marzo 2025

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sabato 22 marzo 2025

"PERCHÉ AMO PAPA GIOVANNI PAOLO II". Dal "Diario degli Alleati", la testimonianza di Umberto Fortunati


a cura di Veronica Cireneo 

Carissimi lettori, arricchiamo oggi il "Diario degli Alleati", con la testimonianza dell'amico Umberto, giurista e poeta, che come novello Alleato dell' Eucarestia, ci invia da Roma questa affettuosa memoria di Giovanni Paolo II: il Papa che fu lo strumento principale della sua conversione. Buona lettura.

§§§

Giovanni Paolo II è stato iI Papa della mia conversione.

Non amo la retorica e, anche se ad affrontare certi argomenti si rischia facilmente di scivolarvi, cercherò di sottrarmi a questo rischio. 

Il personaggio di cui vorrei parlare, in effetti, con la retorica aveva ben poco a che fare. Era anzi un uomo che costantemente si misurava con la concretezza della storia e in essa, con l'aiuto di Dio, riuscì ad incidere in modo così profondo. Papa Giovanni Paolo II era al contempo un uomo semplice, amante della natura e specialmente della montagna e dello sci e forse anche di allegre merende consumate tra le cime dei monti! 

All'inizio fu proprio questa sua semplicità ad attrarmi maggiormente. Abituato a vedere il Papa - pur senza nulla togliere al carisma dei suoi predecessori -  come un personaggio intriso di formalità, mi incuriosiva proprio per quel suo fare diretto e comprensibile. Soprattutto mi colpirono i suoi scambi di battute con i gruppi di bambini che lo andavano a visitare in Vaticano. Forse in quei bambini rividi un po' anche me stesso e si fece allora stridente il contrasto tra la vita che allora conducevo e la semplicità che parevo aver persa. 

A voler razionalizzare ciò che ad un certo punto mi accadde dirò che all'improvviso compresi come quella semplicità fosse ben più profonda e amorevole delle tante teorie cosiddette moderne, che all'epoca professavo, proclamandomi ateo a tutti gli effetti. Questa presa d'atto fu la radice della mia conversione. Conversione che è un vero e proprio miracolo, che accade all'improvviso, quando meno te lo aspetti e che cambia la vita completamente. 

Dopo le battute semplici e profonde che il Papa aveva indirizzato ai suoi giovani ospiti e che avevo tanto apprezzato, cominciarono ad incuriosirmi i suoi scritti che scoprii essere una vera e propria scuola di religione!  Mi riferisco sia al Catechismo della Chiesa Cattolica da lui promulgato, che alle numerosissime encicliche di cui è costellata la vita del suo pontificato. 

Mi piace ricordare come cercassi di trovare nessi e punti di incontro tra i contenuti delle encicliche del Papa e gli scritti poetici di un sacerdote considerato un po' atipico e contestatore: padre Davide Maria Turoldo. Confrontandoli potei verificare di persona che gli scritti di padre Davide si collocavano invece nella più assoluta ortodossia della Chiesa Cattolica. Furono dunque queste due figure ad accompagnarmi durante il processo della conversione, prima, e dell'apprendimento, poi, di tutti quei contenuti di Fede che un cristiano deve conoscere, per poterli anche comunicare. 

Infine, ripensando alla mia conversione, non posso tacere che più volte un mio pensiero di gratitudine è andato a tutte quelle persone che senza conoscermi e senza sapere chi fossi, hanno pregato, perché il più bel miracolo che c'è si compisse anche in me: anime oranti certamente collocate nell'ambito della Chiesa voluta e istituita da Gesù Cristo e perciò istituzione divina, prima che composta e fatta di uomini.

Ma su tutto, non potrò mai dimenticare il grande Papa polacco che in quel periodo e per molti anni ancora fu a capo della Chiesa e che senz'altro, pur impegnato da protagonista in eventi di portata mondiale, mai avrà dimenticato che il compito fondamentale della Chiesa è occuparsi della salvezza delle anime e credo che sempre mi avrà accompagnato - e mi accompagna - con la sua Paterna Benedizione: San Giovanni Paolo, ora pro nobis. Lode a Te, o Cristo. Amen 

Umberto Fortunati, Roma

22 marzo 2025

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venerdì 21 marzo 2025

LA GRANDEZZA DELL'EUCARESTIA.Ciro Mauriello intervista: V.Tuninetti e Corrado Gnerre.



di Veronica Cireneo 

Come già introdotto in questo articolo gli Alleati nascono nel febbraio del 2023 come difensori dell' Eucarestia, in risposta ai continui abusi, anche liturgici, perpetrati in molte chiese nei confronti dell'Ostia Consacrata e per sensibilizzare laici e sacerdoti ad una maggiore devozione e rispetto verso la Presenza Reale di Cristo nel Santissimo Sacramento dell'Altare.

A seguito dell' intervista, già pubblicata
Qui, realizzata nell'agosto 2023 da Ciro Mauriello di "Cronache di Cielo e Terra" , che ringraziamo di cuore, siamo a presentarvi la seconda, dove torna a parlare del Santissimo Sacramento, in compagnia di Walter Tuninetti - cofondatore degli Alleati dell'Eucarestia, insieme a Veronica Cireneo - e del professor Corrado Gnerre.

In questo episodio ci spiegano il valore del Sacramento Eucaristico, la sacralità della Sua Funzione e le conseguenze sul piano storico della Sua istituzione. 
Non manca sul finale la nota del motivo per il quale l'Eucarestia renda il Cattolicesimo Unico e diverso da ogni altra religione.

Cliccare sul link che segue per ascoltare l'intervista https://youtu.be/iubO3mUl07M?si=ZJg9AjeFn5kG0_Q2

Buona visione e diffusione. Deo gratias 

Veronica Cireneo,  22 marzo a.D. 2025

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mercoledì 19 marzo 2025

FEMMINISTE ANTICRISTO. Il corteo dell' 8 marzo a Napoli e l'esposto dell'avvocato Fontana per vilipendio alla religione cattolica


 di Veronica Cireneo

Che la libertà di espressione sia un diritto fondamentale e inviolabile è notorio, ma in una società superficiale, tendenzialmente  omologata al degrado morale, a molti, più  o meno ingenuamente, sfugge purtroppo il dovere di esprimersi  senza ledere la sensibilità altrui e senza offendere ciò che da altri è ritenuto sacro, sconfinando inevitabilmente nel reato.

Così l'8 marzo appena trascorso, nella città di Napoli, abbiamo assistito per l'ennesima volta ad un corteo pubblico e blasfemo in cui su uno stendardo troneggiava la "Santa Vergine"(?), sul seno della Quale era stata sistemata una pillola abortiva. Di Gesù Bambino e del Sacro Cuore nessuna traccia. Nella parte alta dello stendardo faceva bella mostra di sé la scritta "Beata Assunzione" - con chiaro riferimento alla RU486 e in basso la scritta: "Aborto Libero". Mentre nel retro compariva l'invocazione: "Proteggi chi abortisce". Davvero un bel quadruccio!

Combattere Qui la deriva dirompente dello scandalo reiterato  non è cosa facile, né garantito è il risultato. Ma la battaglia per la difesa della Verità è doverosa e dobbiamo intraprenderla, come ebbe a dire San Giovanni Paolo II: "(...) anche se dovessimo tornare ad essere 12  ancora una volta".

Volentieri condividiamo quindi l’esposto redatto dall'avvocato Fontana per vilipendio alla religione cattolica . Si invita chiunque desideri partecipare, a procedere come per i fatti di Carpi, questa volta inviando l'esposto  alla Procura di Napoli con raccomandata e ricevuta di ritorno ,  compilato con i propri dati e sottoscritto. Oppure lo stesso può essere inviato al solo indirizzo mail dell'avvocato Fontana (in calce) che provvederà al deposito e all'auspicabile prosieguo. 

Per completezza di informazione si comunica che la presente iniziativa a cui si chiede la massima adesione e condivisione, essendo un impegno di www.iustitiainveritate.org non prevede parcelle,  mentre va da sé che un contributo volontario per il sostegno dell'associazione, giungerebbe senz'altro opportunamente, oltre che gradito. Grazie per l'attenzione e avanti nella buona battaglia...


~ L'esposto da compilare e inviare ~

§§§

ESPOSTO PER VILIPENDIO ALLA RELIGIONE CATTOLICA

(Articoli 403 e 404 Codice Penale)

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli

Via Costantino Grimaldi, E/5, 80143 Napoli

(inviato con raccomandata a ricevuta di ritorno)

***

Il sottoscritto ________________________, nato a 

__________________ il / /____, residente in 

______________________, espone quanto segue:


PREMESSA

Con il presente atto si segnala a Codesta Procura della Repubblica un episodio di estrema gravità, verificatosi in occasione del corteo svoltosi a Napoli l’8 marzo 2025, nell’ambito delle iniziative nazionali promosse dal movimento “Non una di meno” per la Giornata Internazionale della Donna. Durante tale manifestazione è stato esposto pubblicamente uno stendardo dal contenuto gravemente offensivo e vilipendioso nei confronti della religione cattolica, e in particolare della figura sacra della Beata Vergine Maria, universalmente venerata dai fedeli e tutelata dalle norme dell’ordinamento italiano.

I fatti descritti integrano gli estremi dei reati previsti dagli artt. 403 e 404 del Codice Penale, concernenti l’offesa alla religione dello Stato e il vilipendio alle cose destinate al culto.


I FATTI

Nel corso della manifestazione sopra citata, che ha avuto luogo nel centro di Napoli ed è stata ampiamente documentata da organi di stampa e social media, è stato portato in testa al corteo uno stendardo raffigurante la Madonna, rappresentata secondo la classica iconografia del Sacro Cuore di Maria.

Nell’immagine esposta, tuttavia, il Cuore Immacolato di Maria, simbolo della purezza, dell’amore materno e della misericordia divina, è stato sostituito da una pillola abortiva, con la dicitura “Aborto Libero”.

Tale rappresentazione è stata esibita pubblicamente in un contesto di forte impatto mediatico e accompagnata da slogan inneggianti alla libertà di aborto, strumentalizzando e deformando profondamente un simbolo centrale del culto mariano.


PERCHÉ L’IMMAGINE È OFFENSIVA E VILIPENDIOSA

Nella tradizione e nella dottrina della Chiesa Cattolica, il Cuore Immacolato di Maria è simbolo di amore e compassione perfetta, nonché di dolore materno per la perdita delle anime, esprimendo la totale adesione della Vergine alla volontà di Dio e il suo ruolo di Madre di tutti gli uomini, in particolare dei più deboli e indifesi.

Sostituire il Cuore Immacolato con una pillola abortiva significa stravolgere radicalmente il significato del simbolo, profanandolo  riducendolo a un messaggio ideologico opposto ai valori cristiani, in particolare al rispetto della vita umana dal concepimento alla morte naturale.

L’immagine esposta nel corteo costituisce dunque:

 Una profanazione sacrilega, trasformando l’icona della Madre di Dio in uno strumento di propaganda abortista;

 Una ridicolizzazione del culto mariano, svuotando di significato il messaggio spirituale di amore e protezione per la vita che il Cuore Immacolato rappresenta;

 Un oltraggio deliberato ai sentimenti religiosi dei fedeli, che riconoscono nella Vergine Maria la custode della sacralità della vita e la Madre della Chiesa.


PROFILI DI ILLECITÀ E PRECEDENTI GIURISPRUDENZIALI

Alla luce dei fatti sopra esposti, si ravvisano gli estremi del reato di vilipendio alla religione cattolica, ai sensi degli artt. 403 e 404 c.p., nonché la violazione della libertà religiosa, garantita dall’art. 19 della Costituzione Italiana.

Giurisprudenza e casi simili

 La Corte di Cassazione Penale, Sez. I, con sentenza n. 32933/2007, ha stabilito che «integra il reato di cui all’art. 404 c.p. ogni atto che, con modalità idonee a offendere, sia volto a profanare, disprezzare o vilipendere oggetti o immagini che rappresentano simboli religiosi, anche nell’ambito di manifestazioni pubbliche e dimostrative». 

Nel caso in esame, veniva sanzionato l’oltraggio compiuto tramite l'esposizione pubblica di immagini deformanti simboli religiosi.

 La Cassazione Penale, Sez. I, sentenza n. 9362/1999, ha precisato che la nozione di “vilipendio” comprende non solo l'offesa diretta, ma anche qualsiasi manifestazione di disprezzo o derisione del sentimento religioso collettivo, attraverso l’uso improprio o deformato di immagini sacre.

 La giurisprudenza ha inoltre riconosciuto come irrilevante ai fini della configurabilità del reato la sussistenza di un intento di critica ideologica o politica, laddove l’atto compiuto sia oggettivamente offensivo per la religione e i suoi simboli (Cass. Pen., Sez. III, sentenza n. 27841/2013).

 Il Tribunale di Milano, con sentenza del 2017, ha condannato un attivista che aveva utilizzato una croce cristiana per una rappresentazione teatrale a sfondo sessuale, ritenendo che tale utilizzo fosse «idoneo a offendere il sentimento religioso collettivo e a svilire la dignità del simbolo religioso».


Applicazione al caso di specie

Alla luce dei suddetti principi giurisprudenziali, appare evidente che:

 L’uso della raffigurazione della Madonna con in mano una pillola abortiva integra un comportamento oggettivamente idoneo a vilipendere il sentimento religioso dei cattolici;

 Il distorcere l’iconografia del Cuore Immacolato di Maria comporta un grave oltraggio al culto mariano, perché nega e sovverte il significato spirituale della devozione, sostituendolo con un messaggio apertamente contrario ai precetti fondamentali della Chiesa;

 La circostanza che il gesto sia stato compiuto nel contesto di una manifestazione pubblica, con ampia risonanza mediatica, aggrava l’offesa arrecata alla sensibilità religiosa collettiva, trattandosi di un atto compiuto deliberatamente per ottenere visibilità e provocare la reazione dei fedeli.

Infine, si sottolinea che l’art. 404 c.p. punisce ogni pubblica offesa o vilipendio di cose destinate al culto, senza che rilevi la giustificazione ideologica, culturale o politica degli autori.

Non può quindi ritenersi legittima una condotta che strumentalizza e profana un’immagine sacra per sostenere una campagna ideologica che confligge con i principi fondamentali della fede cattolica.

*°*°*

In considerazione di quanto sopra esposto, si chiede alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli di voler procedere:

1. All’identificazione dei responsabili dell’organizzazione e della realizzazione dello stendardo offensivo;

2. All’accertamento della sussistenza degli estremi dei reati previsti dagli artt. 403 e 404 del Codice Penale;

3. All’adozione di idonei provvedimenti sanzionatori e inibitori, volti a tutelare la libertà religiosa e la dignità della fede cattolica da ulteriori atti di vilipendio.

Si allegano:

 Documentazione fotografica e video della manifestazione;

 Articoli di stampa e resoconti mediatici;

 Comunicato del Cardinal Battaglia;


NOMINA DEL DIFENSORE DI FIDUCIA

Con la presente si nomina quale difensore di fiducia l’Avv. Francesco Fontana, con studio in Via Ugo Bassi n. 23, 20159 Milano, e si elegge domicilio presso il medesimo studio, ovvero presso l’indirizzo PEC: francesco.fontana@milano.pecavvocati.it

Si dichiara altresì di voler essere informati in caso di richiesta di archiviazione ai sensi dell’art. 408 c.p.p.

In attesa di un sollecito riscontro, porgo distinti saluti.

Luogo e data

________________________

Firma

________________________


***

Veronica Cireneo 

Mercoledì 19 marzo 2025 - Solennità di San Giuseppe 

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lunedì 17 marzo 2025

La CORAZZA di San PATRIZIO d'Irlanda. Vescovo



a cura di Veronica Cireneo 

Di San Patrizio, noto per il trifoglio, anche simbolo dell'Irlanda, con cui il Vescovo spiegava la Trinità, è pregevole la sua potentissima preghiera di lode, un vero e proprio inno di liberazione, conosciuta col titolo di: "La Corazza di San Patrizio". Un'armatura per difendersi dal male.
La pubblichiamo oggi 17 marzo, giorno in cui la Chiesa ne celebra la memoria, che è facoltativa. Assaporandola scoprirete l'importanza di salvarla nelle tasche della memoria, anche fosse solo la parte segnalata in grassetto. Il susseguirsi inarrestabile di invocazioni, quasi fosse una summa teologica, è tale da  rapire in toto l'attenzione della mente e dell'anima. Gradita la diffusione. Buona lettura a tutti...

§§§


Sorgo oggi
Grazie a una forza possente:
l’invocazione della Trinità.
Alla fede nell’Essere Uno e Trino,
Alla confessione dell’unità del Creatore del Creato. 
 
Io sorgo oggi
Grazie alla forza della nascita di Cristo e del suo battesimo,
Alla forza della sua Crocifissione e della sua Sepoltura,
Alla forza della sua Resurrezione e della sua Ascesa,
Alla forza della sua Discesa per il Giudizio Universale. 
 
Io sorgo oggi
Grazie alla forza dell’amore dei Cherubini,
In obbedienza agli Angeli,
Al servizio degli Arcangeli,
Nella speranza della resurrezione e della ricompensa,
Nelle preghiere dei patriarchi,
Nelle predizioni dei profeti,
Nella predicazione degli Apostoli,
Nella fede dei confessori,
Nell’innocenza delle sante vergini,
Nelle imprese degli uomini giusti. 
 
Io sorgo oggi
Grazie alla forza del cielo:
Luce del sole,
Fulgore della luna,
Splendore del fuoco,
Velocità del lampo,
Rapidità del vento,
Profondità del mare,
Stabilità della terra,
Saldezza della roccia. 
 
Io sorgo oggi
Grazie alla forza del Signore che mi guida:
Il potere di Dio per sollevarmi,
La saggezza di Dio per guidarmi,
L’occhio di Dio per guardare davanti a me,
L’orecchio di Dio per udirmi,
La parola di Dio a parlare per me,
La mano di Dio a difendermi,
la via di Dio che si apre davanti a me, 
Lo scudo di dio che mi protegge.

L’esercito di Dio che mi salva:
dai tranelli dei diavoli,
dalle tentazioni del vizio,
da chiunque mi voglia del male,
vicino e lontano.

Solo e nella moltitudine. 
Io invoco oggi tutte queste forze tra me e questi mali,
Contro ogni crudele e impietoso potere che si opponga al mio corpo e alla mia anima.
Contro le stregonerie di falsi profeti,
Contro le leggi nere del paganesimo,
Contro le leggi false degli eretici,
Contro la pratica dell’idolatria,
Contro i sortilegi di streghe e fabbri e maghi,
Contro ogni conoscenza che corrompe il corpo e l’anima dell’uomo. 
 
Cristo fammi da scudo oggi
Contro il veleno, contro il fuoco,
Contro l’annegamento, contro ogni ferita,
Così che io possa avere un’abbondanza di ricompense,
 
Cristo con me, Cristo davanti a me, 
Cristo dietro di me, Cristo in me, 
Cristo sotto di me, Cristo sopra di me, 
Cristo alla mia destra, Cristo alla mia sinistra,
Cristo quando mi corico, Cristo quando mi siedo, Cristo quando mi alzo,
Cristo nel cuore di ogni uomo che mi pensa,
Cristo sulle labbra di tutti coloro che parlano di me,
Cristo in ogni occhio che mi guarda,
Cristo in ogni orecchio che mi ascolta. 
 
Io sorgo oggi, Grazie a una forza possente, l’invocazione della Trinità,
Alla fede nell’Essere Uno e Trino,
Alla confessione dell’unità
Del Creatore del Creato. 
Amen.

Il trifoglio, simbolo della Santissima Trinità, nella bandiera dell'Irlanda.
Per approfondimenti sulla sua vita, opere e miracoli del Santo cliccare Qui

Veronica Cireneo 
17 marzo, a.D. 2025
Lunedì della III settimana di Quaresima 

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mercoledì 12 marzo 2025

Il SANTO ROSARIO e le 15 PROMESSE della Madonna di Fatima, ai Suoi devoti.

 

a cura di Veronica Cireneo 

In questa santa Quaresima, momento propizio di purificazione e conversione riteniamo opportuno rammentare le raccomandazioni della Mamma Celeste per i figli del Suo Gesù, e Suoi, ereditati con un "Si" da sotto la Croce. 

Ella desidera la formazione di cenacoli di preghiera per la recita del santo Rosario, arma per i nostri tempi, nelle famiglie, nelle case o individuale davanti al Tabernacolo. Vediamo dunque in questo articolo le promesse di Nostra Signora, rivelate a Suor Lucia di Fatima, per coloro che recitano il Santo Rosario. Buona lettura

§§§


• Suor Lucia dos Santos, nota per essere una dei tre veggenti protagonisti della vicenda passata alla storia con il nome di apparizioni della madonna di Fatima, ha detto: 

"La Santissima Vergine in questi ultimi tempi in cui noi viviamo ha dato una nuova efficacia alla recita del Rosario tale che non c'è nessun problema, non importa quanto difficile possa essere, o temporale o soprattutto spirituale, nella vita personale di ciascuno di noi, delle nostre famiglie...che non possa essere risolto col Rosario. Non c'è nessun problema, vi dico, non importa quanto può essere difficile, che noi non possiamo risolvere con la preghiera del Rosario." 

Vediamo di seguito le 15 promesse di Maria SS. ai devoti del Rosario:

1- A tutti coloro che recitano il mio Rosario prometto la mia specialissima protezione.

2- Chi persevererà nella recita del mio Rosario riceverà grazie potentissime.

3- Il Rosario sarà un'arma potentissima contro l'inferno, distruggerà i vizi, dissiperà il peccato e abbatterà le eresie.

4- Il Rosario farà rifiorire le virtù, le buone opere e otterrà alle anime le più abbondanti misericordie di Dio.

5- Chi confiderà in me, col Rosario, non sarà oppresso dalle avversità.

6- Chiunque reciterà devotamente il S. Rosario, con la meditazione dei Misteri, si convertirà se peccatore, crescerà in grazia se giusto e sarà fatto degno della vita eterna.

7- I devoti del mio Rosario nell'ora della morte, non moriranno senza Sacramenti.

8-Coloro che recitano il mio Rosario troveranno, durante la loro vita e nell'ora della morte, la luce di Dio e la pienezza delle sue grazie e parteciperanno ai meriti dei beati in Paradiso.

9- Io libero ogni giorno dal Purgatorio le anime devote del mio Rosario.

10- I veri figli del mio Rosario godranno di una grande gioia in cielo.

11- Ciò che chiederai col Rosario l'otterrai.

12- Coloro che propagano il mio Rosario saranno da me soccorsi in ogni loro necessità.

13- Io ho ottenuto da mio Figlio che tutti i devoti del Rosario abbiano per fratelli nella vita e nell'ora della morte i Santi del Cielo.

14- Coloro che reciteranno il mio Rosario fedelmente sono tutti figli miei amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù.

15- La devozione del Santo Rosario è un grande segno di predestinazione.

Fonte: qui

Queste promesse meravigliose che fanno gioire il cuore e mettono le ali alla preghiera, assomigliano tanto a quella spinta che una mamma dà ad un figlio, perché faccia comunque, seppur più o meno volentieri o più o meno consapevole, una cosa che gli è assolutamente benefica e necessaria.

Se diventiamo piccoli, ci sarà più facile vedere Maria per Madre e obbedire ai Suoi comandamenti. Lode a te o Cristo, Re di Eterna Gloria. Ave Maria Santissima. Deo gratias 

Veronica Cireneo 

Mercoledì 12 - della prima settimana di Quaresima - a.D. 2025

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