domenica 27 aprile 2025

"LE OMBRE DEL PONTIFICATO BERGOGLIANO". Ilaria Pisa intervista Marco Tosatti.

a cura di Veronica Cireneo 

Gentili lettori, offriamo oggi alla vostra attenzione questa intervista, già pubblicata su Stilum Curiae qui,  ricca di spunti di riflessione, che Marco Tosatti, decano dei vaticanisti, ha rilasciato ad Ilaria Pisa  nell'ambito dell' evento intitolato: "Cattolici Romani. Stati Generali", organizzato  da Radio Spada per lo scorso 25 aprile 2025 a Reggio Emilia. Buona lettura.

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D.1: Quali aspetti di continuità e quali invece di “innovazione” o inveramento della rivoluzione, cogli nell’opera di Jorge Mario Bergoglio?

R. Trovo che sia molto difficile parlare di continuità di Jorge Mario Bergoglio con uno qualunque dei pontefici che l’hanno preceduto, compresi i più recenti, come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Qualche elemento presente nel suo pontificato: Il disprezzo della tradizione;  la battaglia senza quartiere contro la Messa di sempre e l’idea della Chiesa come quella di un’assemblea sinodale che è un concetto protestante. Il sinodo dei vescovi, successori degli Apostoli, è una cosa, ma la chiesa sinodale di Bergoglio è una forma assembleare a-gerarchica, quando invece la chiesa è gerarchia, a partire da Cristo. Poi ci sono gli aspetti dittatoriali della sua gestione, la scelta degli uomini, che spesso contraddice alcune sue affermazioni – vedi la questione dell’aborto  – il clima instaurato in vaticano, la protezione di personaggi come Rupnik e Zanchetta…e la lista è tutt’altro che esaustiva.


D.2: I documenti più devastanti che ha prodotto l’officina culturale bergogliana in questi anni?

R. Ne citerei almeno tre. Amoris laetitia, un attacco subdolo, ma non per questo meno pericoloso, all’idea di matrimonio espressa chiaramente e irrevocabilmente nel Vangelo. Non dimentichiamo come Mons. Forte, uno dei protagonisti dei lavori da cui è nata Amoris Laetitia ha svelato anche un retroscena dei lavori sinodali che, forse, aiuta a superare un linguaggio politicamente correttissimo, per arrivare a comprendere meglio il documento. Almeno per quanto riguarda il tema mediaticamente più rilevante, ovvero la disciplina dei sacramenti per le coppie di divorziati risposati: «Se parliamo esplicitamente di comunione ai divorziati risposati – ha riportato Mons. Forte riferendo una battuta di Papa Francesco – questi non sai che casino che ci combinano. Allora non ne parliamo in modo diretto, fa in modo che ci siano le premesse, poi le conclusioni le trarrò io». Dopo aver riportato questa battuta lo stesso Forte ha scherzato dicendo: «Tipico di un gesuita».

L’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il card. Gerhard Mueller, ha concesso alla televisione americana EWTN un’intervista, andata in onda il 25 maggio, in cui fra l’altro parlava delle famose note a piè di pagina in Amoris Laetitia, secondo le quali è possibile a certe condizioni accedere ai sacramenti mentre si vive come “una coppia risposata”. Mueller affermava che questo si applica solo a coloro “che vivono come fratello e sorella”, dopo una “conversione del cuore, penitenza”, e hanno l’intenzione di non peccare di nuovo. E’ impossibile vivere con due mogli, ha aggiunto, “Non accettiamo la poligamia”.

Poi c’è Fiducia supplicans, con la benedizione alle coppie omosessuali, contro tutta la tradizione dell’antico e del Nuovo Testamento. Scriveva Riccardo Cascioli: "Essa sembra aver compiuto un passo fatale, un giro di boa nella dottrina e nella prassi della Chiesa, un limite sembra essere stato decisamente superato. Alcuni commentatori hanno parlato di “disastro” e di “scandalo”. Per questo serve una analisi responsabile e completa". La difesa era che non si tratta di un atto liturgico, che la Chiesa non era coinvolta. Ma questi argomenti non appaiono plausibili. Se a benedire non è un laico, come per esempio un padre che benedice i figli, ma un sacerdote, quella benedizione è già di per sé liturgica, anche se non c’è una formula specifica preparata da un’autorità ecclesiastica. La benedizione viene impartita da un sacerdote, e non ai singoli, ma a una coppia in quanto tale. Quindi il sacerdote, che fa parte della Chiesa, riconosce la coppia per quello che è, cioè una coppia.

Di Traditionis Custodes, falso sin dal titolo, perché in realtà ribalta Summorum Pontificum per quanto concerne la celebrazione della messa di sempre, si è già detto molto.

Per non parlare poi del documento di Abu Dhabi…cioè la dichiarazione firmata congiuntamente dal Grande Imam di al-Azhar e da Papa Francesco e riguardante le religioni e la pace. Vi si dice che la Sapienza divina ha voluto il pluralismo religioso. Ma questo contraddice quanto Gesù dice di Sè: "Non si va al padre se non attraverso di Me"  e quanto è detto negli Atti degli Apostoli: “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati”.


D.3: Credi possibile che vi possa essere un’opzione “cattolica” (con tutte le virgolette del caso) nella futura adunanza elettiva in Vaticano?

R. San Paolo ci insegna la spes contra spem. E anche se le prospettive sono scurissime, e io sono un pessimista per natura, esperienza e scelta, non rinuncio a credere che lo Spirito Santo possa giocarci un qualche scherzo finalmente positivo. Non penso che qualcuno dei grandi candidati cattolici – che ne so: Sarah, Burke, Mueller, Piacenza, Ejik o qualche altro arcivescovo o vescovo -perché no? – che ancora crede nella Chiesa cattolica possa emergere dalla platea bergogliana – 133 votanti! Un delirio! Ma spero in qualche sorpresa! Spero. Non voglio dire che ne sono sicuro.


D.4: Trovi più elementi di speranza o più di desolazione nell’analizzare i moti di ribellione dei cattolici negli anni del bergoglismo?

R. Per natura, sono un combattente. E quando si combatte, come faccio quotidianamente, non c’è posto per la desolazione. Cito Macbeth: "Impiccato chi parla di paura (…)". Però nel corso di questi lunghi anni bergogliani ho visto molte persone, cattolici sinceri e dedicati, che piano piano si spostavano verso le posizioni di chi era perplesso, o critico, o apertamente contrario alla gestione attuale della Chiesa. Questo mi dà speranza e fiducia che non siamo soli, e che anche fra i sacerdoti, i vescovi e i cardinali ci sia chi ha aperto gli occhi, su questa realtà deprimente.

Marco Tosatti, Stilum Curiae

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Domenica 27 aprile 2025. Festa della Divina Misericordia 

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