sabato 16 agosto 2025

QUANDO IL PAPA NON ERA UNA ROCKSTAR. Un seminarista ci scrive: attenzione agli estremismi!


Emblema della Città del Vaticano

a cura di Veronica Cireneo 

Dopo anni di eventi ecclesiastici convulsi che tanta confusione, smarrimento, desolazione e sconforto hanno suscitato in noi, uomini degli ultimi tempi, ci scrive dall'estero un seminarista, Alleato dell' Eucarestia, che vuole restare anonimo,  per sottolineare i rischi che comporta la sovraesposizione mediatica della figura del Pontefice e per metterci in guardia da quelli derivanti da una cattiva interpretazione del papato: rischi che vanno dalla papolatria, all'abbandono della Chiesa, in base  al gradimento suscitato nei fedeli, da uno o da un altro Pontefice. Estremi che vanno assolutamente evitati entrambi. Buona lettura 

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Quando non c'erano televisione, radio e internet non si stava a guardare ad ogni piè sospinto ciò che il Papa diceva o faceva.

La sua figura era messa in risalto soprattutto nel Governo, nelle Encicliche, Bolle e Decreti  e aleggiava intorno alla sua immagine un qualcosa di sacro, un'aurea arcana, mai occulta, ed in qualche modo anche il suo Ministero era più incisivo, in quanto veniva esaltata maggiormente la sua funzione di Vicario di Cristo, e meno la Sua personalità individuale.

Dal nascondimento del Palazzo Apostolico governava in modo meno appariscente, ma  probabilmente molto più efficace....

Con l'avvento dei mass-media invece potremmo dire che il papato risulti svuotato della sua sacralità. Sembra che abbiano così tanto storpiato l' immagine del Pontifice da traslare il ruolo di Vicario di Cristo sulla figura di: "capo di un' istituzione sociale di beneficenza, obbligato, per formalità, ad elargire ogni giorno qualche buona parola...."

Ma è più facile che poche parole penetrino più a fondo e più permanentemente nei cuori e nelle anime.... invece di continue parole che, si succedono a ruota e, quasi non si distinguono.

Non è una critica a nessun Papa in particolare, questa mia,  ma una riflessione su come sarebbe più opportuno per tutti, Pontefice compreso, risparmiare la sua figura dall'abuso mediatico.

Ad ogni modo indipendentemente dall'avvicendarsi dei Pontefici e indipendentemente da come il Pontefice contemporaneo appaia agli occhi dell'uno o  dell'altro fedele, va ricordato che sarà opportuno evitare i due rischi più comuni e pericolosi: la papolatria e l'abbandono della Santa Madre Chiesa. 

Contro la papolatria, cioè il costume di fare del Papa un idolo, lo stesso don Bosco che li chiamava i: “tre amori bianchi” riferendosi alla Madonna, all' Eucaristia e al Papa, ben sapendo che l'adòrazione spetta solo a Dio, affermava:  " Si dica viva il Papa e non si dica viva Pio IX" 

All' elezione di Pio IX, infatti, considerato inizialmente un liberale, fu un tripudio per i piemontesi, che insieme ai capi rivoluzionari Mazzini e Cavour, tutti inneggiavano al grido di: "Viva Pio IX".

Dopo due anni però, Pio IX cambiò radicalmente, e rinsavi', diventando  il grande Papa del Dogma dell' Immacolata Concezione e di quello dell' Infallibilità Papale.

Questa revisione non piacque ai rivoluzionari e  massoni che lo esiliarono a Gaeta, ma fu la prova che: chi riceve il ministero Petrino, se corrisponde alle ispirazioni della Grazia, può sperimentare un "cambio di rotta", come accadde appunto al Beato Pio IX che, da liberale che era, divenne uno dei più grandi Papi della storia del cattolicesimo.

Fa eco a don Bosco il cardinale Muller, che afferma: " Siamo Cristiani, non siamo Papisti" quindi si dica: "Viva il Papa! e non viva Gregorio X, Pio X , Paolo V ecc".

Bisogna amare l'Istituzione del papato per ciò che rappresenta, non la persona del Papa in sé, se non si vuole correre il rischio di cadere nell' adorazione del Vicario di Cristo, anziché di Cristo, Dio Stesso, che è l'Unico a cui spetta.

Amare il papato significa riconoscere e rispettare l' autorità spirituale del Papa in quanto Vicario di Cristo, appunto; significa sostenere il suo magistero e seguire i suoi insegnamenti in materia di fede e di morale, se non si discostano dalla dottrina e dalla tradizione cattolica. Significa anche pregare per lui, sostenerlo spiritualmente, affinché possa svolgere il suo incarico con saggezza e santità. 

Viceversa, la papolatria non è e non ha nulla di buono: procedendo dall'eccessiva esaltazione della persona del papa, che può giungere fino all' idolatria, conduce ad una visione acritica che porta a sua volta all'obbedienza cieca, perché tende a giustificare ogni  azione o parola del pontefice idolatrato, anche quando contraddittorie tra loro e contrarie alla dottrina e al buon senso.

Va ricordato in questo contesto che ogni Papa non è arbitro della fede,  ma in quanto custode di essa deve attenersi a ciò che insegna la Sacra Scrittura, la Tradizione ed il Magistero. Attualizzando, possiamo osservare che nel quadro del momento storico presente, dove la sinodalità la fa da padrona, purtroppo non si riscontra nessuno dei tre. Ma per formulare un'espressione specifica, corretta e conveniente dell'attuale pontificato attendiamo appunto, come si faceva una volta, di leggere almeno una sua prima enciclica.

Sappiamo che la Chiesa è una monarchia - non una democrazia - costituita sulla Comunione gerarchica. Cioè: chi governa pasce nella carità, non certo nella tirannia i suoi sudditi. È l' immagine della Gerusalemme Celeste che la Chiesa è chiamata a riprodurre nel modello monarchico terreno dove Cristo è Re e Maria è Regina.

E qualora un Pontefice dovesse dèragliare saremmo autorizzati, se non addirittura obbligati, a riprenderlo con una correzione filiale, così come fecero San Paolo, Sant' Atanasio e Santa Caterina da Siena, ma l' abbandono della Chiesa - come i tanti, troppi che , al seguito di facinorosi, sono stati invitati a fare - mai!  Perché extra ecclesiam nulla salus. Cristo governa la Barca e la Storia. 

Sia benedetto in eterno.


Un seminarista
Sabato 16 agosto 2025

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