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Don Alberto Secci |
a cura di Veronica Cireneo
In questo sesto contributo della rubrica: "Portiamo la Messa antica in ogni Diocesi", gli Alleati di Biella ci presentano la seconda parte del pensiero di don Alberto Secci sulla correttezza dell' atteggiamento da tenere nei confronti della liturgia. Il sacerdote - anche appassionato di pittura -presso la città di Vocogno (Verbania) celebra la Santa Messa esclusivamente in rito romano antico, ritenendo il biritualismo una scelta abbastanza incomprensibile e pericolosa. Conclude l'articolo il consueto appello per il reclutamento di nuovi fedeli per la Messa Antica, a Biella. Buona lettura, adesione e diffusione.
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Don Alberto: lo studio e le opere pittoriche. |
Il nuovo rito ha indebolito nei fedeli il senso di Dio, l’adorazione di Cristo presente nelle specie eucaristiche, la centralità del sacrificio espiatorio, la regalità di Nostro Signore Gesù Cristo.
Non vogliamo fare un elenco dei “vuoti” del nuovo rito della Messa: ci basta sottolinearne gli effetti devastanti.
Solo degli ideologizzati del post-concilio o della modernità a tutti i costi possono non vedere l’esito penoso, drammaticamente penoso, della riforma liturgica. Esito penoso che coinvolge tutti, sacerdoti e fedeli.
Nel migliore dei casi la nuova Messa, quando è celebrata con rispetto e dignità, lascia i fedeli che vi assistono così come sono: se questi sono già profondamente cattolici, probabilmente lo resteranno, ma se sono deboli nella fede e in uno sguardo cattolico sulla vita, in questa nuova Messa non troveranno una provocazione alla conversione profonda, anche culturale; saranno invece “cullati” nel loro modo ridotto di considerare il Cristianesimo.
La Messa tradizionale no! Non è così! È una Messa “difficile”, non per il latino, ma per le provocazioni che lancia.
Sul subito, per un cristiano “piccino” nella mente e nel cuore, può risultare un pugno nello stomaco, ma un pugno salutare.
Ti mette in crisi, mette in crisi le false certezze di un cristianesimo troppo umanizzato che mette l’uomo al centro e dimentica Dio.
Mette in crisi un cristianesimo che si è imbevuto della mentalità dominante e che è sempre più una scuola di agnosticismo.
La Messa tradizionale mette in crisi, ma dopo la crisi costruisce, edifica. In chi vi assiste con fedeltà, la Messa di sempre inizia un’opera di educazione alla fede profonda, totale, solida.
Se un fedele non si scandalizza delle difficoltà iniziali, nel tempo scopre tutta la ricchezza della liturgia secondo la Tradizione, e grazie ad essa vede edificare nella santità e nell’intelligenza della fede tutta la propria vita.
Per questo abbiamo voluto vivere solo con la Messa tradizionale. Per questo pensiamo che sia il ritorno ad essa il migliore sostegno alla Missione urgente di riportare il Cattolicesimo nella vita normale del popolo.
Il Cristianesimo è sempre stato fatto da Dio in anime che lo hanno ascoltato. E per fare questo ci vuole un lavoro semplicissimo: una Chiesa aperta, che sia veramente luogo di preghiera, la Messa veramente cattolica, un prete che ascolta le confessioni, la consegna di una dottrina sana che dica subito tutta la verità della Rivelazione. Il resto è la vita da vivere non secondo il mondo, ma secondo Dio.
Più la crisi si farà sentire, più i preti mancheranno, più bisognerà tenere aperti dei luoghi, magari piccoli, dove la fede sia vissuta intensamente: saranno questi luoghi i fari nella notte della nostra cristianità scomparsa.
Saranno i luoghi di Dio che illumineranno questa terribile notte.
Siamo ancora in tempo, non sappiamo per quanto, nel garantire questa vita semplice, semplicemente cristiana. Occorre avere dei luoghi della grazia, della fede, della misericordia di Dio.
Ci saranno se molti sacerdoti, lasciando un mondo complicato dalle moderne inutilità anche “ecclesiastiche”, abbracceranno una vita interamente sacerdotale, di preghiera – studio – apostolato. Come fece il monachesimo nell’epoca delle invasioni barbariche: scelse Dio e salvò la Chiesa.
Scelse Dio e salvò la Chiesa: chi invece sceglie le molte attività per la Chiesa, perde le anime e allunga un’agonia che sta intristendo i cuori (“Radicati nella fede” – Aprile 2012). (fonte)
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APPELLO-RECLUTAMENTO FEDELI PER LA MESSA ANTICA NELLA DIOCESI BIELLESE.
• Noi Alleati di Biella siamo innamorati di questa Messa in cui percepiamo il Sacro farsi presente. Per questo abbiamo iniziato a fare le nostre mosse per avviare una Messa Tridentina celebrata con regolarità nella nostra città.
• Come già comunicato, abbiamo trovato una Chiesa consacrata, privata, a pochi km dal centro abitato. Siamo aperti a valutare altre Chiese o luoghi idonei sul territorio, se qualcuno volesse offrirci la possibilità.
• Cerchiamo altri fedeli innamorati della versa Messa, che vogliano unirsi a noi per aumentare il numero, necessario per la riduzione delle spese
• Cerchiamo altresì sacerdoti anche extra-diocesani disposti a celebrare, che vengano saltuariamente a trovare amici o parenti biellesi e sacerdoti diocesani che possano accompagnarci a comprendere e amare sempre più la verità del Sacrificio Eucaristico nella forma tradizionale.
Poniamo il nostro desiderio nelle mani della Madre della Chiesa, Maria Santissima, rendendoci disponibili ad aiutare, con consigli e suggerimenti, fedeli di altre Diocesi che vogliano attivare la Messa antica nella loro provincia.
Per contattarci via mail, questo è l'indirizzo: alleati.messaantica@yahoo.com
Vi aspettiamo numerosi, mentre anticipiamo che nel prossimo articolo vedremo cosa è stato il Concilio Vaticano II per don Alberto Secci.
Fraternamente in Cristo ➕
Alleati di Biella per la Messa Antica
Giovedì 14 agosto 2025, San Massimiliano Kolbe
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San Massimiliano Kolbe , anche detto: "il folle dell'Immacolata" |
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1 commento:
Aggiungo che i seminari chiudono e che muore il bisogno di Dio che hanno i giovani. Sennò come si spiega che i seminari della tradizione sono pieni di ragazzi?
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