venerdì, settembre 26, 2025

COME COMPORTARSI IN CHIESA DURANTE LA SANTA MESSA? Le esortazioni di padre Pio ad una sua figlia spirituale.


a cura di Veronica Cireneo 

Se ne vedono ormai di tutti i colori nelle chiese durante la celebrazione della Santa Messa: balli, canti a squarciagola e pagliacciate varie che trasformano in una burla, il momento più sublime della giornata: quando il Redentore scende dal Cielo per offrirsi al Padre per la nostra Salvezza. Ma quale sarebbe il comportamento giusto da tenere in Chiesa? Come Alleati redigemmo a suo tempo un  Vademecum: utile "galateo" da molti letto, applicato, stampato e diffuso ovunque possibile.  Ma oggi desideriamo approfondire l'argomento con le preziosissime indicazioni di San Pio da Pietralcina, interiori ed esteriori, tratte da una lettera del 25 luglio 1915, che il Santo scrisse ad una sua figlia spirituale. Buona lettura.

§§§

Dal Volume ÌII dell' Epistolario (1/1).

Scrive padre Pio ad Annita Rodote:

“Ti esorto nel Signore a praticare le seguenti cose per evitare irriverenze ed imperfezioni nella casa di Dio, la chiesa, che il Divin Maestro  suole chiamare Casa di Orazione:  

• Entra in chiesa in silenzio e con gran rispetto, tenendoti e reputandoti indegna di comparire davanti alla Maestà del Signore. Tra le altre devote considerazioni, pensa che l'anima nostra è tempio di Dio, e come tale dobbiamo conservarla pura e monda davanti  a Dio ed agli angioli suoi. Copriamoci il volto di rossore per aver dato tante volte adito al demonio con le sue insidie e con le sue lusinghe, al mondo con i suoi fasti e alla carne, con il non aver saputo tener puro il nostro cuore e casto il nostro corpo, per aver dato, dico, adito ai nostri nemici di insinuarsi nei nostri cuori, profanando in tal guisa il tempio di Dio, quale noi diveniamo pel Santo Battesimo.  

Prendi poi l'acqua benedetta e fa bene e con lentezza il Segno della nostra redenzione.  

Appena sei in vista del Dio sacramentato, fa' devotamente la genuflessione

Trovato il  posto, inginocchiati e rendi a Gesù sacramentato il tributo della tua preghiera e della tua  adorazione. Confida a Lui tutti i tuoi e gli altrui bisogni, parlagli con abbandono filiale, dà sfogo libero al tuo cuore e lascia piena libertà a Lui di operare in te, come meglio Gli piace.  

Assistendo alla Santa Messa e alle sacre funzioni, usa molta gravità nell'alzarti,  nell'inginocchiarti, nel metterti a sedere; e compi ogni atto religioso con la più grande  devozione. 

Sii modesta negli sguardi, non voltare la testa di qua e di là per vedere chi  entra e chi esce.

Non ridere per riverenza al luogo santo ed anche per riguardo a chi ti sta  vicino.

Studiati di non proferir parola con chi che sia, a meno che la carità, ovvero una  stretta necessità, non lo esiga.  

Se preghi in comune, pronunzia distintamente le parole della preghiera, fa' bene le pause e non affrettarti mai.  

• Comportati, insomma, in guisa che tutti gli astanti ne rimangano edificati e siano, per mezzo  tuo, spinti a glorificare e ad amare il Padre celeste.  

Nell'uscire di chiesa abbi un contegno raccolto e calmo. Saluta per primo Gesù  Sacramentato. Domandagli perdono delle mancanze commesse alla sua Divina Presenza e non partirne da Lui se prima non Gli hai chiesto, e da Lui non ne hai ottenuta, la paterna  benedizione".

26 settembre 2025

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mercoledì, settembre 24, 2025

NUOVA SCUOLA CATTOLICA A DIFESA DELLA FEDE E DELL' INNOCENZA DEI BIMBI. Priorato della FSSPX di Albano Laziale


a cura di Veronica Cireneo 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la notizia di questo provvidenziale progetto nato dalla collaborazione di un insieme di famiglie italiane con la Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX). Per rispondere all'assoluta urgenza di salvaguardare la fede e l'innocenza delle nuove generazioni, così a rischio di manipolazione ideologica, verrà avviata una nuova scuola elementare presso il Priorato di Albano Laziale a partire dall'anno scolastico 2026/2027. A seguire: maggiori dettagli informativi e tutti i mezzi di contatto. Buona lettura e diffusione.

§§§

Albano Laziale. Priorato della FSSPX

 Il progetto di una scuola elementare cattolica

"Occorre ricostruire le cittadelle crollate, riedificare i bastioni della fede: anzitutto il santo Sacrificio della Messa di sempre, che fa i santi; poi le nostre famiglie numerose, le nostre scuole cattoliche…" M.Lefebvre

Le famiglie cristiane sono da sempre i pilastri di una società sana e di una Chiesa feconda. È tra le mura domestiche che nascono le vocazioni, che si custodisce l’innocenza dei bambini e che si coltiva la santità necessaria all’opera divina.

Eppure, nel nostro tempo, queste famiglie così indispensabili si trovano spesso isolate e scoraggiate. Molti genitori desiderano una vera educazione cattolica per i propri figli, ma il mondo sembra andare nella direzione opposta, offrendo scuole dove ideologie e modelli contrari al Vangelo prendono il posto della verità e della purezza.

È da questo grido di urgenza che, ad Albano Laziale, un gruppo di famiglie unite ai sacerdoti della Fraternità San Pio X ha deciso di reagire, creando una rete cattolica viva, fatta di amicizia, mutuo aiuto e crescita spirituale. Una comunità che non è solo un rifugio, ma anche un punto di partenza per un’opera concreta: la fondazione di una scuola elementare cattolica.

Questa scuola nasce dal desiderio di offrire ai bambini un'istruzione corretta, un luogo sicuro, dove crescere nella Fede, nella conoscenza e nell’amore di Dio. Un’educazione che non si limita alle nozioni, ma che forma l’anima, dando radici profonde e solide per tutta la vita.

Le famiglie, consapevoli delle difficoltà e dei sacrifici che un simile progetto comporta, si sono affidate alla protezione della Vergine di Pompei, patrona dell’iniziativa. Da mesi recitano insieme la novena, durante i loro incontri comunitari. E proprio mentre si elevavano queste preghiere, la Madonna ha mostrato la sua generosità: nuove famiglie si sono unite all’iniziativa e il numero dei bambini è raddoppiato. Un segno tangibile che il Cielo accompagna quest’opera.

Il primo anno scolastico è previsto per il 2026/2027, ma la costruzione della scuola è già iniziata: non con i mattoni, ma con la vita comunitaria che cresce giorno dopo giorno: attività per bambini, vacanze condivise tra famiglie, corsi di formazione, momenti di preghiera collettivi, feste e convivialità.  Tutto questo non serve solo ai singoli, ma diventa un seme vivo per la restaurazione della Chiesa e la ricostruzione della civiltà cristiana.

Abbiamo realizzato un video per raccontare questa avventura di fede e di speranza. Guardalo ( qui ) e condividilo con altre famiglie che desiderano un futuro diverso per i loro figli.

Se sei interessato a partecipare, prenota un colloquio telefonando al numero 388 3682261 o scrivendo a primaria.spsp@sanpiox.it

Se vuoi sostenere il progetto, unisciti a noi con la preghiera e, se puoi, con una donazione. Ogni offerta, grande o piccola, è un mattone prezioso per costruire questa scuola cattolica e per custodire l’innocenza dei bambini. Puoi sostenere il progetto donando tramite PayPal oppure tramite bonifico, scrivendo a donazioni@fsspx.itTutte le donazioni beneficiano di agevolazioni fiscali. 

Se invece vuoi proporti come insegnante, invia il tuo curriculum a:  primaria.spsp@sanpiox.it

Le pre-iscrizioni sono aperte per l’anno scolastico 2026/2027. 

Fonte qui

24 settembre 2025

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TU PREGHI E LE GRAZIE PIOVONO! L'IMPORTANZA DELLA PREGHIERA NELLA VITA CONSACRATA: riflessioni di un seminarista (1'parte)


a cura di Veronica Cireneo 

Carissimi amici cattolici, offriamo alla vostra spirituale attenzione le riflessioni di un seminarista, che abbiamo l'onore di enumerare tra le fila degli Alleati e che avete già avuto modo di conoscere ed apprezzare ( qui  e qui ).

In questo brano ci parla dell'importanza della preghiera nella vita sacerdotale. Lo ringraziamo. Voglia Dio creare sacerdoti secondo il Suo Cuore e confermarli nella custodia della vera fede cattolica, che riparino ai pericolosi guasti prodotti  da generazioni di lupi e tenebrosi voltagabbana, troppo spesso vestiti anche da preti. Buona lettura e meditazione ( parte I ).

§§§

Sperando che quando scrivo la mia penna sia sempre ispirata dal Signore e che le mie affermazioni rimangano nei limiti dell' ortodossia, trovo conveniente preparare il terreno con la preghiera e l' adorazione, in modo che le parole abbiano "l' unzione del Signore".

Non solo in questo caso, ma in ogni attività della vita e della giornata, se nutriamo di preghiera l’ anima, tutto viene e risulta più facile, quasi da non doverci sforzare affatto. E accade tutto in modo molto naturale...

Il Signore usa sempre le nostre capacità, suoi doni, le conoscenze e le esperienze personali, ma se le condiamo con la preghiera, Egli le riveste della Sua Potenza.

"Cercate prima il Regno dei cieli.." dice il Signore. Sia questa allora la nostra preoccupazione, prima di compiere qualsiasi cosa.

Chi attinge ai principi cardine di una buona e sana vita spirituale, tutto il suo essere, l' intelletto,  la volontà, la memoria, ed il corpo stesso, trovano giovamento dalle cose di Dio e dalle pratiche di devozione.

L' importanza fondamentale della preghiera per un sacerdote e non solo, è come un tesoro nascosto al mondo per cui vale la pena, una volta scoperta questa perla preziosa, vendere tutto e comprare il campo dove essa si trova.

Ma spesso molti sacerdoti e consacrati si affannano dietro la guida di infiniti gruppi parrocchiali: a fare apostolato su apostolato, alzandosi magari da una sedia all' altra, senza avere o trovare mai il tempo raccogliersi in preghiera, fino al punto che paradossalmente non trovano più gusto nell' adempiere il loro ministero ormai tutto intriso di attivismo, “ma vuoto di spirito” .  Dimenticano anche di trovarsi nella Vigna del Signore e che il Signore ne è il proprietario. A causa di questa trascuratezza spirituale le anime vengono private dell’ alimento spirituale di cui i consacrati sono mediatori presso Dio.

Ed e così che assistiamo magari a prediche piene di parole, ma vuote di contenuti che non saziano lo spirito, anzi magari ci portano a distrazioni ed a viaggiare con la mente al di fuori dei confini delle mura della Chiesa in cui ci troviamo in quel momento.

I rimedi a questa inconsistenza delle prediche, i sacerdoti dovrebbero cercarli prima di tutto in una intensa unione con Dio, mediante la preghiera e la meditazione; nella mortificazione e nello studio, soprattutto della vita dei Santi dove troverebbero un modello da seguire che magari non trovano nei confratelli o nell' ambiente dove vivono o operano. Ricordo che il sacerdote è costituito principalmente per intercedere per il popolo, presso Dio.

Queste riflessioni che di seguito specifico meglio, valgono non solo per i sacerdoti, bensì anche per i laici e per qualsiasi cristiano che voglia agire secondo il Cuore di Cristo. Ovviamente secondo le personali possibilità e senza venire meno ai propri doveri di stato.

Per sintetizzare riassumo l'essenziale in 4 brevi punti.

Il sacerdote deve avere cura per la sua vita spirituale : 

- dello studio/formazione cristiana permanente

- di compiere sacrifici/rinunce/mortificazioni 

- di una intensa devozione alla Madonna

- dell' Adorazione eucaristica/ visite al Tabernacolo

Per obbligo morale dello studio, si intende normalmente la Sacra Scrittura, il Catechismo,  la vita dei santi, affinché anche l' intelletto abbia “il suo pane” che lo nutra e  sul quale riflettere e sul quale la Grazia possa agire;

Le rinunce e i sacrifici dispongono  l' anima a non disperdere la Grazia che il Signore ci comunica. Questo permette di incanalare ogni nostra energia nelle cose di Dio ed a ricevere con più abbondanza ciò che il Signore vuole comunicarci, anche per comunicarlo noi agli altri.

Questi appena citati, anche se di secondaria importanza, sono mezzi indispensabili per raggiungere la santità, insieme alla devozione alla Madonna e all' adorazione Eucaristica che sono invece primari.

Lo studio ad un certo livello può non esser per tutti. Alcuni non hanno nemmeno molto tempo a disposizione per sedersi e leggere.  Ma se c'è la Fede si può essere anche degli ignoranti dal punto di vista umano, come lo furono i giganti Santa Caterina, il Curato di Ars ecc.

Il Signore infatti quando si comunica non guarda tanto all' erudizione, quanto alla pratica delle virtù eroiche e riempie di vera Scienza Divina i Suoi servi fedeli. Riempie con i Doni dello Spirito Santo chi cerca la santità con una certa avidità e violenza contro il proprio ego, contro le proprie disordinate inclinazioni. Dice infatti il Signore: "Il Regno dei Cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono". 

• Tra tutto la preghiera è la più fondamentale. Copre un compito tale che non si può e non si riesce a cominciare un cammino “se non si rivolgono le antenne verso la alto” .  È impossibile infatti fare atti meritori se non si è sostenuti dalla grazia divina. 

In nessun modo potrà vincere la battaglia contro il nemico infernale il soldato che non abbia la forza di indossare ed impugnare le armi di cui dispone: ossia i sacramenti, la Sacra Scrittura, le rinunce e sacrifici e se prima non si sia abbeverato alla fonte “di acqua viva” della preghiera e al "pane"  dell' orazione. Infatti.. 

...tu preghi e le grazie piovono!

Un seminarista  (fine prima parte. Continua...)

24 settembre 2025

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lunedì, settembre 22, 2025

COMUNIONE SULLA MAN0? COLPA DELLA VILTA' DEI PRETI. Monsignor Ics







a cura di Veronica Cireneo 


L'articolo riguardante la distribuzione della  Comunione nella storia della Chiesa a firma del professore Gnerre, rilanciato da Stilum Curiae, è stato raggiunto dalla replica di Monsignor Ics, che finalmente formula una netta accusa nei confronti di un clero, etichettato per l'occasione come principale responsabile della sciatteria sacrilega con cui si è giunti a trattare l'Eucarestia. Lungi dal contraddirlo, Lo ringraziamo di cuore, anche a nome di quei prelati che non trovano in loro stessi il coraggio dell'ammissione di colpa e della conversione. Taluni così mediocri nella preparazione, vagano anche un po' troppo disadattati sulla via della fede, che se non ci fosse da piangere sarebbero pure divertenti. Tant'è. Buona lettura, possibilmente...

***

Marco Tosatti. Carissimi StilumCuriali, mons. Ics ha letto l’articolo degli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo sulla comunione, pubblicato questa mattina, e ci ha inviato a tamburo battente questo commento. Buona lettura e diffusione.

§§§


La risposta di Monsignor Ics 

a Corrado Gnerre.

Carissimo Gnerre, grazie per aver ricordato quanto lei ha scritto sulla essenzialità di dare e ricevere la Eucarestia in bocca e mai sulle mani. Piuttosto ci si mortifichi e si faccia una Comunione Spirituale. 

Anch'io dissento totalmente dalla sentenza, frequente in taluni movimenti o prelature, che se il sacerdote rifiuta di darLa in bocca, si prenda in mano piuttosto che fare a meno della Santa Eucarestia. Ma non commento oltre, questo punto.

Va detto che il Vescovo argentino Monsignor Laise aveva preparato, a suo tempo, un documento di Magistero per conto di Benedetto XVI sul divieto/scoraggiamento della Comunione in mano. Papa Benedetto non ebbe il tempo per un Motu Proprio in proposito, ma su questo Laise pubblicò un libro.

• Ciò che vorrei dire, caro Gnerre, è che siamo noi sacerdoti che abbiamo nel tempo permesso questo sacrilegio. Come? Non abbiamo insegnato che cosa è la Sacra Eucarestia.

• Molto tempo fa la pratica della Comunione frequente non era praticata, proprio per rafforzarne l’ esigenza di preparazione alla Stessa.

• San Giovanni d’Avila insegnava la preparazione a ricevere Cristo, nella propria casa, sotto il proprio tetto e NON a partecipare “alla Tua mensa”. Ma quale mensa!?

Siamo stati noi sacerdoti a perdere il coraggio di continuare ad insegnare Chi È:  “il Pio Pellicano di cui una sola stilla di Sangue può salvare tutto il mondo…”, e il coraggio di continuare ad insegnare di non adattarsi a disposizioni inaccettabili.

E dovremmo sapere il motivo per cui ciò è accaduto. È accaduto per la cattiva  interpretazione che confonde prudenza con viltà. Sappiamo almeno riconoscerlo. Grazie

Monsignor Ics

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23 settembre 2025.

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venerdì, settembre 19, 2025

COMUNIONE IN B0CCA O SULLA MAN0? Un po' di storia. Corrado Gnerre



a cura di Veronica Cireneo 

I nostri ringraziamenti al professore Gnerre per questo sintetico e molto esaustivo studio sulla virtuosa pratica della Comunione in bocca e sul più diffuso sacrilego uso attuale della Comunione sulla mano. Studio nel quale si riconosce che la Comunione in mano fu praticata nei primissimi tempi del cristianesimo a causa dalle persecuzioni, ma anche che fu subito dopo abbandonata e condannata, anche con la scomunica. Ai giorni nostri invece si ritiene la Comunione sulla mano, con le sue infinite e creative varianti, quasi una virtù, anziché quello che è sempre stata considerata: un sacrilegio. Buona lettura.

§§§

A proposito di  Comunione sulla mano. Come impostare la questione?

1.Ormai è frequentissimo vedere fedeli che vanno a comunicarsi prendendo l’Eucaristia in mano. Chi è favorevole, dice che Gesù nel Cenacolo diede la prima Eucaristia nelle mani degli Apostoli. E inoltre che nei primi tempi della Chiesa non vi sarebbe stata l’usanza di ricevere l’Eucaristia direttamente in bocca.

Prima di tutto facciamo parlare Papa Giovanni Paolo II che nell’Ecclesia de Eucharistia scrive al n.61:

Dobbiamo badare con ogni premura a non attenuare alcuna dimensione o esigenza dell’Eucaristia. Così ci dimostriamo veramente consapevoli della grandezza di questo dono. (…) Non c’è pericolo di esagerare nella cura di questo Mistero!

2. Fatta questa autorevole premessa, veniamo al dunque. A proposito del fatto che Gesù nell’Ultima Cena non diede agli Apostoli l’Eucaristia direttamente in bocca, ma in mano, va detto che ciò non è affatto scontato. Anzi, è possibile supporre che Gesù abbia dato il pane direttamente in bocca a ciascun apostolo.

In Medio Oriente, al tempo di Gesù vi era un’usanza che perdura tuttora: il capofamiglia nutre i suoi ospiti con la propria mano, mettendo un pezzo simbolico di cibo nella bocca degli ospiti

Ma, ammesso e non concesso che sia andata davvero così, cioè che Gesù abbia dato l’Eucaristia nelle mani degli apostoli, va fatta una precisazione importante: in quel momento gli Apostoli già erano stati ordinati sacerdoti, addirittura sacerdoti in pienezza, quindi vescovi. 

• Per quanto invece riguarda il secondo argomento e cioè che i primi cristiani ricevessero la Comunione in mano vanno fatte due premesse.

3.Prima premessa. Non è detto che ciò che vi era nell’antichità è sempre migliore di ciò che si è approfondito e si è istituzionalizzato in seguito. Liturgicamente, come è sbagliato il progressismo, per cui ciò che viene dopo sarebbe sempre migliore di ciò che è venuto prima, è altrettanto sbagliato l’archeologismo, ovvero ciò che è venuto prima sarebbe sempre migliore di ciò che viene dopo.

4. Seconda premessa. Nei primi secoli del Cristianesimo si facevano forti penitenze per l’Eucaristia, per esempio ci si asteneva da qualsiasi cibo e bevanda dalla vigilia fino al momento della Comunione. Ora, se valesse il principio archeologista, bisognerebbe chiedere a tanti sostenitori della Comunione nella mano: perché non recuperare anche le rigide penitenze dei primi secoli? Se è giusto riprendere ciò che vi era all’inizio, allora si riprendano anche le dure penitenze dell’inizio. E’ da prevedere che molti si tirerebbero indietro.

5.Veniamo ai fatti. Davvero nei primi tempi della Chiesa l’Eucaristia si riceveva sulla mano? 

Certamente ci sono varie testimonianze che dicono questo. Ma è pur vero che ci sono anche testimonianze che attestano anche l’uso di dare la Comunione direttamente in bocca; e che che la forma di darla sulla mano fosse dovuta a retaggi legati ai tempi delle persecuzioni. Va detto, inoltre, che nell’antichità era diffusa la distribuzione della Comunione usando pane fermentato e non azzimo, il che, ovviamente, non rendeva facile la perdita di frammenti. 

Dicevamo, ci sono testimonianze certe che attestano come sin dall’inizio vi era anche la consuetudine di deporre le sacre Specie sulle labbra dei comunicandi e anche della proibizione ai laici di toccare l’Eucaristia con le mani. 

• Solo in caso di necessità e in tempo di persecuzione, assicura per esempio San Basilio, si poteva derogare da questa norma e quindi era concesso anche ai laici di comunicarsi con le proprie mani. 

• Papa Sisto I fu papa dal 115 al 125. Questi proibì ai laici di toccare i vasi sacri, per cui è ampiamente fondato supporre che vietasse agli stessi di toccare le Sacre Specie eucaristiche. 

• Sant’Eutichiano, papa dal 275 al 283, affinché non toccassero l’Eucaristia con le mani, proibì ai laici di portare le sacre Specie agli ammalati. 

• Il Concilio di Saragozza, nel 380, emanò la scomunica contro coloro che si fossero permessi di trattare la Santissima Eucaristia come in tempo di persecuzione, tempo nel quale – come abbiamo già detto - anche i laici potevano trovarsi nella necessità di toccarla con le proprie mani.

• Papa Sant’Innocenzo I, dal 404, impose il rito della Comunione solo sulla lingua. Sant’Innocenzo I (401-417), nel 416, nella Lettera a Decenzio, Vescovo di Gubbio, che gli chiedeva direttive riguardo alla liturgia romana che intendeva adottare, rispose affermando per tutti l’obbligo di rispettare al riguardo la Tradizione della Chiesa di Roma, perché essa discende dallo stesso Pietro, primo Papa (…..)

•San Gregorio Magno narra che sant’Agapito, papa dal 535 al 536, durante i pochi mesi del suo pontificato, recatosi a Costantinopoli, guarì un sordomuto all’atto in cui “gli metteva in bocca il Corpo del Signore”, dunque l’Eucaristia si dava direttamente in bocca. 

Il Concilio di Rouen, verso il 650, proibì al ministro dell’Eucaristia di deporre le sacre Specie sulla mano del comunicando laico: “(Il sacerdote) badi a comunicarli (i fedeli) di propria mano, non ponga l’Eucaristia in mano a nessun laico o donna, ma la deponga solo sulle labbra con queste parole…” ‘. 

Sulla medesima linea il Concilio Costantinopolitano III (680-681), sotto i pontefici Agatone e Leone II, vietò ai fedeli di comunicarsi con le proprie mani e minacciò la scomunica a chi avesse avuto la temerarietà di farlo. 

Il Sinodo di Cordoba dell’anno 839 condannò la setta dei “casiani” a causa del loro rifiuto di ricevere la sacra Comunione direttamente in bocca. 

• Quando san Tommaso d’Aquino espose nella Summa (III, 9, 82) i motivi che vietavano ai laici di toccare le sacre Specie, non parlò di un rito di recente invenzione, bensì di consuetudine liturgica antica come la Chiesa.

Infine il gesto di prostrarsi e inginocchiarsi prima di ricevere il Corpo del Signore si osservava negli ambienti monastici già a partire dal VI secolo (per esempio nei monasteri di san Colombano). Più tardi nei secoli X e XI questo gesto si diffuse ancora di più.

6.Ecco perché il Concilio di Trento (Decreto sull’Eucaristia, Sessione III) poté affermare che non solo nella Chiesa di Dio fu una consuetudine costante che i laici ricevessero la Comunione dai sacerdoti, mentre i sacerdoti si comunicassero da sé, ma anche che tale consuetudine è di origine apostolica: 

Nell’assunzione di questo Sacramento (l’Eucaristia) fu sempre costume nella Chiesa di Dio che i laici ricevessero la Comunione dai Sacerdoti e i Sacerdoti celebranti invece comunicassero se stessi, costume che con ogni ragione deve ritenersi come proveniente dalla Tradizione apostolica.”

7. Abbiamo iniziato con papa Giovanni Paolo II, concludiamo con lui. Sempre nella Ecclesia de Eucharistia, al n.49, scrive: 

“Sull’onda dell’elevato senso del mistero si comprende come la fede della Chiesa nel mistero eucaristico si sia espressa nella storia non solo attraverso l’istanza di un interiore atteggiamento di devozione, ma anche attraverso una serie di espressioni esterne.”

8. Venendo a concludere, possiamo dire che, indipendentemente dal fatto che anche nell’antichità ci potessero essere delle consuetudini di dare la Comunione sulla mano, con il consolidarsi della Tradizione questa usanza non solo sparì ma venne anche condannata(.….)

Detto progresso liturgico rese universale: 

- l’uso di inginocchiarsi in atto di adorazione, e quindi l’uso dell’inginocchiatoio

- l’uso di coprire la balaustra di candida tovaglia

- l’uso della patena, talora anche di una torcia accesa e 

- la pratica di fare almeno un quarto d’ora di ringraziamento personale.

Professor Corrado Gnerre

Fonte (qui)

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20 Settembre 2025

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mercoledì, settembre 17, 2025

BALLI IN CHIESA? L'ABOMINIO È SERVITO. Fulvio Festosi.


a cura di Veronica Cireneo 

Considerando quanto accaduto in san Pietro il 6 settembre dove è stato permesso che una sfilata omoeretica oltrepassasse la Porta Santa della Basilica, sovvertendo scandalosamente la morale, si fa fatica a definire come immodesti balletti sfrenati e canti a squarciagola,  che alcuni si divertono ad esibire in chiesa. Al confronto sembrerebbero atti da educande, ma e più possibile che corrispondano ad un ulteriore maldestro tentativo di normalizzare il delirio che, di pari passo con il dilagare del peccato, si fa sempre più incontenibile e irrefrenabile. Ma non vi è  nessuna sapienza nella follia, neanche fosse Erasmo da Rotterdam ad elogiarla.  Con Fulvio Festosi, che ringraziamo di cuore, proviamo quindi  a riportare un po' di ordine e decoro mentale, morale e liturgico, ricordando che, al di sopra dello sconcerto generale, salvezza o dannazione sono e resteranno fatti individuali, e mai premi di maggioranza! Coltiviamo la nostra Fede!  Buona lettura 

 §§§

𝗔𝗡𝗖𝗛𝗘 𝗗𝗔𝗩𝗜𝗗𝗘 𝗗𝗔𝗡𝗭𝗔𝗩𝗔,  𝗠𝗔 𝗡𝗢𝗡 𝗟𝗢      𝗙𝗔𝗖𝗘𝗩𝗔 DAVANTI AL 𝗦𝗔𝗡𝗧𝗢 𝗗𝗘𝗜 𝗦𝗔𝗡𝗧𝗜!

Molti oggi sostengono che non ci sia nulla di male nel trasformare la chiesa in un luogo di balli e canti disordinati, persino davanti al Tabernacolo, perché sarebbe “gioia cristiana”.

Ma la realtà è ben diversa: 𝙡𝙖 𝙜𝙞𝙤𝙞𝙖 𝙘𝙧𝙞𝙨𝙩𝙞𝙖𝙣𝙖 è 𝙖𝙪𝙩𝙚𝙣𝙩𝙞𝙘𝙖 𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙦𝙪𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙣𝙖𝙨𝙘𝙚 𝙙𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙛𝙚𝙙𝙚, 𝙙𝙖𝙡𝙡𝙖 carità   𝙚 𝙙𝙖𝙡𝙡’𝙖𝙙𝙤𝙧𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚, 𝙣𝙤𝙣 𝙙𝙖𝙡 𝙡𝙖𝙨𝙘𝙞𝙖𝙧𝙨𝙞 𝙖𝙣𝙙𝙖𝙧𝙚 𝙖 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙤𝙧𝙩𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙢𝙤𝙣𝙙𝙖𝙣𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙢𝙖𝙣𝙘𝙖𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙚𝙩𝙩𝙤 𝙫𝙚𝙧𝙨𝙤 𝙡𝙖 santità  𝙙𝙚𝙡 𝙡𝙪𝙤𝙜𝙤 𝙚 𝙡𝙖 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙧𝙚𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙞  Nostro Signore Gesù Cristo.

𝟭. 𝗟𝗮 𝗖𝗵𝗶𝗲𝘀𝗮 è 𝗹𝗮 𝗖𝗮𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗼

La Sacra Scrittura ci ammonisce: «Il Signore è nel suo santo tempio: taccia davanti a lui tutta la terra!» (Ab 2,20).

Gesù stesso, entrando nel Tempio, scacciò i mercanti dicendo: «Non fate della casa del Padre mio un mercato!» (Gv 2,16).

𝙌𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙘𝙞 𝙞𝙣𝙨𝙚𝙜𝙣𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙤𝙜𝙣𝙞 𝙘𝙝𝙞𝙚𝙨𝙖, 𝙞𝙣 𝙘𝙪𝙞 𝙖𝙗𝙞𝙩𝙖 𝙧𝙚𝙖𝙡𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝘾𝙧𝙞𝙨𝙩𝙤 𝙀𝙪𝙘𝙖𝙧𝙞𝙨𝙩𝙞𝙖, è 𝙪𝙣 𝙡𝙪𝙤𝙜𝙤 𝙙𝙞 𝙨𝙞𝙡𝙚𝙣𝙯𝙞𝙤, 𝙧𝙖𝙘𝙘𝙤𝙜𝙡𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙚 𝙖𝙙𝙤𝙧𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚, 𝙣𝙤𝙣 𝙙𝙞 𝙘𝙤𝙣𝙛𝙪𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 o di 𝙨𝙥𝙚𝙩𝙩𝙖𝙘𝙤𝙡𝙤.

𝟮. 𝗟𝗮 𝗣𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗥𝗲𝗮𝗹𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝗧𝗮𝗯𝗲𝗿𝗻𝗮𝗰𝗼𝗹𝗼

Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda con forza:

«𝙇𝙖 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙚𝙪𝙘𝙖𝙧𝙞𝙨𝙩𝙞𝙘𝙖 𝙙𝙞 𝘾𝙧𝙞𝙨𝙩𝙤 𝙘𝙤𝙢𝙞𝙣𝙘𝙞𝙖 𝙖𝙡 𝙢𝙤𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙨𝙖𝙘𝙧𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙚 𝙙𝙪𝙧𝙖 finché   𝙨𝙪𝙨𝙨𝙞𝙨𝙩𝙤𝙣𝙤 𝙡𝙚 𝙨𝙥𝙚𝙘𝙞𝙚 𝙚𝙪𝙘𝙖𝙧𝙞𝙨𝙩𝙞𝙘𝙝𝙚. 𝘾𝙧𝙞𝙨𝙩𝙤 è 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙤 𝙞𝙣 𝙘𝙞𝙖𝙨𝙘𝙪𝙣𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙨𝙥𝙚𝙘𝙞𝙚» (𝘾𝘾𝘾 1377).

«Il tabernacolo deve essere collocato in un luogo particolarmente degno della chiesa (…) per manifestare la verità della presenza reale di Cristo» (CCC 1379).

𝘼𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙛𝙪𝙤𝙧𝙞 𝙙𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙈𝙚𝙨𝙨𝙖, 𝙡𝙖 𝙘𝙝𝙞𝙚𝙨𝙖 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙢𝙚𝙩𝙩𝙚 𝙙𝙞 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙡𝙪𝙤𝙜𝙤 𝙨𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙤𝙫𝙚 Gesù 𝙫𝙞𝙫𝙚 𝙚 𝙖𝙩𝙩𝙚𝙣𝙙𝙚 𝙡’𝙖𝙙𝙤𝙧𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙞 𝙛𝙚𝙙𝙚𝙡𝙞.

𝟯. 𝗟’𝗶𝗻𝘀𝗲𝗴𝗻𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗠𝗮𝗴𝗶𝘀𝘁𝗲𝗿𝗼

San Giovanni Paolo II scrive in Ecclesia de Eucharistia (2003):

«La 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙙𝙞 𝘾𝙧𝙞𝙨𝙩𝙤 sotto le specie consacrate 𝙣𝙤𝙣 𝙘𝙚𝙨𝙨𝙖 𝙙𝙤𝙥𝙤 𝙡𝙖 𝙘𝙚𝙡𝙚𝙗𝙧𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚. (…) La chiesa cattolica ha sempre tributato al Sacramento dell’Eucaristia un culto di adorazione».

La Congregazione per il Culto Divino, nel documento Redemptionis Sacramentum (2004), precisa:

«𝙉𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙘𝙝𝙞𝙚𝙨𝙚 𝙨𝙞 𝙙𝙚𝙫𝙚 𝙘𝙤𝙡𝙩𝙞𝙫𝙖𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙨𝙞𝙡𝙚𝙣𝙯𝙞𝙤, specialmente prima e dopo le celebrazioni liturgiche, per favorire la preghiera dinanzi al Santissimo Sacramento» (n. 130).

𝘽𝙖𝙡𝙡𝙞, 𝙜𝙧𝙞𝙙𝙖 𝙚 𝙖𝙩𝙩𝙚𝙜𝙜𝙞𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙞 “𝙙𝙖 𝙤𝙨𝙨𝙚𝙨𝙨𝙞” 𝙣𝙤𝙣 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙣𝙪𝙡𝙡𝙖 𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙛𝙖𝙧𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙞𝙡 𝙘𝙪𝙡𝙩𝙤 𝙚𝙪𝙘𝙖𝙧𝙞𝙨𝙩𝙞𝙘𝙤, 𝙖𝙣𝙯𝙞, 𝙡𝙤 𝙤𝙛𝙛𝙚𝙣𝙙𝙤𝙣𝙤.

𝟰. 𝗜𝗹 𝘃𝗲𝗿𝗼 𝘀𝗶𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗴𝗶𝗼𝗶𝗮 𝗰𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗮𝗻𝗮

È vero: la Bibbia conosce anche la danza come espressione di lode (cf. Sal 150,4; 2 Sam 6,14). Ma si tratta di 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙥𝙤𝙥𝙤𝙡𝙖𝙧𝙞, processionali, che 𝙢𝙖𝙞 avvengono 𝙣𝙚𝙡 𝙘𝙪𝙤𝙧𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙏𝙚𝙢𝙥𝙞𝙤, 𝙙𝙖𝙫𝙖𝙣𝙩𝙞 𝙖𝙡 𝙎𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙞 𝙎𝙖𝙣𝙩𝙞.

San Paolo ammonisce: «𝙏𝙪𝙩𝙩𝙤 𝙨𝙞 𝙛𝙖𝙘𝙘𝙞𝙖 𝙘𝙤𝙣 𝙙𝙚𝙘𝙤𝙧𝙤 𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙤𝙧𝙙𝙞𝙣𝙚» (1Cor 14,40).

𝙇𝙖 𝙜𝙞𝙤𝙞𝙖 𝙘𝙧𝙞𝙨𝙩𝙞𝙖𝙣𝙖 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙞 𝙢𝙖𝙣𝙞𝙛𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙘𝙤𝙣 𝙜𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙨𝙘𝙤𝙢𝙥𝙤𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙚𝙣𝙩𝙧𝙤 𝙞𝙡 𝙎𝙖𝙣𝙩𝙪𝙖𝙧𝙞𝙤, ma con il canto ordinato, la preghiera comunitaria, il silenzio adorante e la carità fraterna.

𝗜𝗻 𝗰𝗼𝗻𝗰𝗹𝘂𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲:

Il fedele che entra in una chiesa deve ricordare che lì dimora il Dio Vivente. Ballare, urlare o trasformare la Casa di Dio in un luogo di festa mondana significa dimenticare che davanti a noi c’è Gesù Eucaristia, realmente Presente, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

𝙄𝙡 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙚𝙩𝙩𝙤, 𝙞𝙡 𝙨𝙞𝙡𝙚𝙣𝙯𝙞𝙤, 𝙡𝙖 𝙨𝙤𝙗𝙧𝙞𝙚𝙩a' 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙩𝙧𝙞𝙨𝙩𝙚𝙯𝙯𝙖, 𝙢𝙖 𝙞𝙡 𝙡𝙞𝙣𝙜𝙪𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙖𝙢𝙤𝙧𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙙𝙤𝙧𝙖 (...)

 


𝗔 𝗖𝗛𝗜 VORRÀ 𝗢𝗕𝗜𝗘𝗧𝗧𝗔𝗥𝗘...

A chi dirà: “Ma questa è gioia cristiana!” rispondo che la gioia cristiana non è confusione, né esaltazione di sé, ma nasce dall’adorazione e dal rispetto verso Dio. 𝙇𝙖 𝙫𝙚𝙧𝙖 𝙜𝙞𝙤𝙞𝙖 𝙨𝙞 𝙧𝙞𝙘𝙤𝙣𝙤𝙨𝙘𝙚 𝙥𝙚𝙧𝙘𝙝è 𝙣𝙤𝙣 𝙙𝙞𝙨𝙩𝙪𝙧𝙗𝙖 𝙡𝙖 𝙥𝙧𝙚𝙜𝙝𝙞𝙚𝙧𝙖, 𝙣𝙤𝙣 𝙥𝙧𝙤𝙛𝙖𝙣𝙖 𝙞𝙡 𝙨𝙖𝙘𝙧𝙤, 𝙣𝙤𝙣 𝙢𝙚𝙩𝙩𝙚 𝙡’𝙪𝙤𝙢𝙤 𝙖𝙡 𝙘𝙚𝙣𝙩𝙧𝙤,  𝙢𝙖 Gesù 𝘾𝙧𝙞𝙨𝙩𝙤.

A chi dirà: “Voi siete tristi!” ricordo che il silenzio adorante non è tristezza, ma amore. Gesù stesso ha detto: «𝙄𝙡 𝙋𝙖𝙙𝙧𝙚 𝙘𝙚𝙧𝙘𝙖 𝙖𝙙𝙤𝙧𝙖𝙩𝙤𝙧𝙞 𝙞𝙣 𝙨𝙥𝙞𝙧𝙞𝙩𝙤 𝙚 𝙫𝙚𝙧𝙞𝙩a'» (Gv 4,23), 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙥𝙚𝙩𝙩𝙖𝙩𝙤𝙧𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞 𝙖𝙜𝙞𝙩𝙖𝙣𝙤.

A chi citerà Davide che danzava (2Sam 6,14), ricordo che 𝘿𝙖𝙫𝙞𝙙𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙗𝙖𝙡𝙡𝙖𝙫𝙖 davanti al 𝙎𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙞 𝙎𝙖𝙣𝙩𝙞,  𝙢𝙖 𝙙𝙖𝙫𝙖𝙣𝙩𝙞 𝙖𝙡𝙡’𝘼𝙧𝙘𝙖, 𝙞𝙣 𝙥𝙧𝙤𝙘𝙚𝙨𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚, 𝙘𝙞𝙤è 𝙛𝙪𝙤𝙧𝙞 𝙙𝙖𝙡 𝙏𝙚𝙢𝙥𝙞𝙤. Nel luogo santo non entrava nessuno, tranne il sommo sacerdote, e una volta all’anno. Davide non autorizzò affatto la trasformazione della Casa di Dio in una discoteca.

Perciò, cari fratelli e sorelle: chi ama davvero Gesù presente nel Tabernacolo non Lo mette da parte per esibirsi, ma si inginocchia, Lo adora, tace e canta con decoro.

Il resto non è “gioia cristiana”! È solo mondanità travestita da religione.

Fulvio Festosi.  Ad Jesum per Mariam

Fonte

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17 settembre 2025

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lunedì, settembre 15, 2025

ALLEATI DI COSENZA IN MISSIONE: inginocchiarsi davanti all'Eucarestia.

   

a cura di Veronica Cireneo 

Ci giunge ovviamente molto gradita - e li ringraziamo di cuore, visto che dare l'esempio è la missione, il carisma e la funzione principale degli Alleati dell' Eucarestia e del Vangelo - la testimonianza degli Alleati di Cosenza che, per essersi presentati al momento della Comunione in un piccolo gruppetto e inginocchiatisi a terra, uno dietro l'altro ai piedi dell'altare, hanno finalmente ottenuto la Comunione dal sacerdote che, precedentemente, con dei singoli fedeli, si era invece mostrato reticente. È questo il modus operandi con cui gli Alleati, in molte chiese italiane - prima in ordine di tempo  a Modena poi Siena, Loreto, Padova, Udine, Viterbo ecc - hanno ottenuto che si tornasse a distribuire la Comunione in bocca, evitando, solo Dio sa in quale misura, la dispersione di frammenti e i conseguenti sacrilegi derivanti dal calpestio delle Membra e del Sangue di Cristo, che con la pratica della Comunione in mano, inevitabilmente cadono a terra. Invitiamo tutti a leggere con attenzione e a considerare la possibilità di mettere in pratica, altrove, lo stesso sistema. È evidente l'importanza di fare squadra in questo frangente: certe battaglie, a difesa della Vita Sacramentale di Gesù Cristo, si vincono anche con i numeri. Lodiamo il Signore, con i fatti. In calce troverete un appello...Buona lettura ed emulazione.

§§§

Il monito e un invito del Cardinale R. Sarah 

§§§

La nostra prima volta in difesa di Cristo 

Cari fratelli Alleati dell'Eucarestia,

con questo breve scritto voglio testimoniare come ci siamo organizzati per dare l'esempio di adorazione della Presenza Reale di Cristo nell'Ostia consacrata, quando durante la Messa, ci raggiunge per fare Comunione con noi.

Mi chiamo Nuccia e sono la responsabile del gruppo locale degli Alleati di Cosenza/Reggio Calabria.

Tempo fa abbiamo ricevuto una segnalazione da una parrocchiana di una diocesi della provincia di Cosenza, che lamentava il fatto di essere stata severamente ripresa dal sacerdote,  per aver voluto ricevere la Comunione in bocca e soprattutto in ginocchio.

Ci siamo attivati per poter dare testimonianza di come debba essere ricevuto degnamente Nostro Signore. Non sono state poche le difficoltà incontrate, in quanto la chiesa dove dovevamo andare era abbastanza distante dalle nostre residenze ed, inoltre, essendo il nostro un neonato gruppo con ancora pochi iscritti, trovavamo difficile raggiungere il numero di persone adeguato allo scopo. Almeno 5 o 6.

Abbiamo quindi contattato persone di nostra conoscenza che, seppure non essendo ufficialmente parte degli Alleati, sostengono la difesa dell'Eucaristia.

Raggiunto il numero di 5 fedelissimi ci siamo finalmente recati nella chiesa segnalata, recitato un  Rosario prima della Messa e al momento della Comunione, ci siamo devotamente messi in fila uno dietro l'altro. Lentamente avanzavamo, per ricevere inginocchiati a terra, non essendo presente un inginocchiatoio,  la Santa Eucaristia dalle mani del sacerdote. 

Eravamo sinceramente un po' timorosi di quanto sarebbe potuto accadere.  Ci sentivamo anche molto osservati dai presenti in chiesa, forse per il fatto che indossavamo il velo, le uniche donne di tutta la platea. Gli sguardi un po' troppo fissi su di noi esprimevano un misto di curiosità e perplessità, anche da parte dello stesso sacerdote, del quale temevamo una reazione oppositiva e di condanna, come aveva fatto precedentemente con la parrocchiana che ci aveva segnalato la difficoltà a ricevere senza tensioni il Corpo di Cristo, come Dio comanda.

Invece,  per Grazia ricevuta, all'atto della Comunione tutto si è svolto perfettamente come avevamo desiderato e nessuno ha avuto nulla da eccepire. Lo stesso sacerdote seppur stupito non ha battuto ciglio e ci ha comunicato in bocca e in ginocchio. 

Inutile dire quanta gioia abbiamo provato per la riuscita di questa nostra prima Missione, a cui seguiranno altre. Gioia derivante dal fatto di aver potuto mettere a segno un punto a favore di Nostro Signore Gesù Cristo e dell'Eucarestia, a fronte dei continui oltraggi, che sempre più diffusamente e gravemente riceve da parte dei più.

Attualmente abbiamo in animo un'ulteriore iniziativa sempre a vantaggio della Sposa di Cristo, la Santa Chiesa Cattolica. Operazione che richiede la partecipazione di un nutrito numero di adesioni.

Sia per questa nuova Iniziativa che per proseguire la missione dell'esempio in varie chiese dove la Comunione in bocca e in ginocchio è inspiegabilmente ancora negata, invitiamo i lettori che sono delle nostre parti a chiedere l'accesso al nostro gruppo telegram cliccando sul seguente link https://t.me/alleaticosenza e a condividerlo con i propri contatti in un utile tam-tam. 

Sarà il luogo e l'occasione in cui consultarci, incoraggiarci e giungere insieme a decisioni operative condivise. Vi aspettiamo. Siate i benvenuti.  Ad Maiora!

Ti adoriamo o Cristo e Ti benediciamo, perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo

Nuccia, Capogruppo degli Alleati di Cosenza/Reggio Calabria

15 settembre 2025

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