a cura di Veronica Cireneo
Bei tempi e bei luoghi quelli meritocratici - qualche volta la storia li ha avuti - in cui portare alla luce la verità era considerato gesto lodevole, da premiare! Non così oggi, quando, nel tempo dell'inganno universale, constatiamo come rivelare la verità sia gesto eroico, che si paga caro. Rientra a pieno titolo in questo contesto il caso dell'apprezzato blog cattolico MiL-Messainlatino.it , proprietario di oltre 22.000 articoli pubblicati e centinaia di altri programmati in bozze, oscurato senza preavviso, senza trasparente motivazione e attraverso l'esercizio di una serie di violazioni, da parte di Google: intelligente colosso telematico/ artificiale, contro il quale in data 18 luglio è stato inevitabile presentato ricorso d'urgenza al Tribunale di Imperia, dagli interessati, gravemente offesi e danneggiati. Di seguito la sintesi del ricorso, comparsa su Informazione Cattolica, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura.
![]() |
Tribunale di Imperia |
§§§
SINTESI DEL RICORSO DEL BLOG MESSAINLATINO CONTRO GOOGLE
Con ricorso d’urgenza depositato il 18 luglio 2025 al Tribunale di Imperia (sede competente essendo il foro del ‘consumatore’, ossia del fondatore del sito) abbiamo lamentato l’ingiusta, improvvisa ed immotivata chiusura del blog Messainlatino da parte del gestore Google.
Ricordiamo che la decisione è stata presa senza alcun preavviso e con questa scarna e genericissima motivazione: “Your content has violated our Hate speech policy”.
• Gli argomenti fatti valere nel ricorso sono in estrema sintesi i seguenti:
1) Violazione del Digital Services Act (DSA), Regolamento europeo con forza di legge che, in casi come questi, obbliga i provider a: fornire ‘una motivazione chiara e specifica per le restrizioni imposte’, che deve precisare ‘i fatti e le circostanze su cui si basa la decisione adottata’, compresi i dettagli degli eventuali flag di materiale inappropriato e, nel caso, anche l’identità del segnalante; tali informazioni devono essere ‘il più precise e specifiche’ e devono specificare la ‘base giuridica invocata’ o ‘la clausola contrattuale invocata e una spiegazione delle ragioni per cui le informazioni sono ritenute incompatibili’ (art. 17 DSA). Inoltre è imposto ai provider di dare un ‘avviso preventivo’ in cui sia specificata la frequenza delle violazioni riscontrate e il loro numero e il provvedimento restrittivo dev’essere proporzionato sia a tale frequenza, sia alla proporzione di tali violazioni rispetto alla massa totale delle pubblicazioni sul sito (art. 23 DSA; e ricordiamo che si tratta di un blog online da quasi vent’anni e con oltre 22.000 post in archivio!). Ancora: Google non ha predisposto un adeguato sistema di reclamo interno contro i provvedimenti restrittivi, pur imposto dall’art. 20 DSA, né per quanto si sappia verifica l’attendibilità dei segnalatori, come prescrive invece l’art. 16 DSA.
2) Violazione delle Condizioni generali di contratto imposte dallo stesso Google, che prevedono in casi come questi un preavviso da parte di Google di almeno sette giorni, ‘per spiegare il motivo del nostro provvedimento e dare all’utente la possibilità di risolvere il problema’ . Come detto, non è stato dato alcun preavviso e men che meno spiegato il motivo in modo da consentire la risoluzione del problema.
3) Appropriazione della proprietà intellettuale. Tutti i 22.000 post pubblicati ed altri 250 già pronti per la pubblicazione, con le migliaia di fotografie originali, sono ora inaccessibili non solo al pubblico, ma anche ai titolari e gestori della relativa proprietà intellettuale, messi nell’impossibilità di utilizzarli o di trasferirli altrove.
4) Violazione del diritto costituzionale alla libera manifestazione del pensiero (art. 21 Cost.). Questo è il profilo più grave. Google si arroga il potere, senza incorrere in responsabilità e senza dare ragione e motivazione del come e perché lo esercita, di conculcare uno dei più importanti diritti fondamentali previsti dalla nostra Carta Costituzionale, realizzando lo scenario distopico denunziato proprio in questi giorni alla Camera dei Deputati (il 15 luglio 2025) dal Garante della Privacy, che chiedeva interventi a tutela degli utenti perché: «Alle piattaforme si rischia altrimenti di delegare la definizione delle libertà e l’esercizio della democrazia, ridisegnando una verticale del potere».
Sabato 19 luglio a. D. 2025
Mese del Preziosissimo Sangue
•••
Grazie per aver letto questo articolo. Se ti è piaciuto sostienici con un like, un commento o condividilo con i tuoi contatti e su altri social.
Per restare aggiornato unisciti agli Alleati dell'Eucarestia cliccando sui seguenti link:
•CANALE TELEGRAM DEGLI ALLEATI DELL'EUCARESTIA
• CANALE TELEGRAM DI VERONICA CIRENEO
• MAIL (per comunicazioni e testimonianze)
Nessun commento:
Posta un commento