sabato 31 maggio 2025

IL RITO ROMANO ANTICO: UN PATRIMONIO DA DIFENDERE. Supplica filiale a Sua Santità Papa Leone XIV.


a cura di Veronica Cireneo 

Carissimi, in questo articolo riportiamo il testo  della missiva, appena inviata con raccomandata postale all'indirizzo di  Sua Santità Papa Leone XIV .  Si tratta di una supplica filiale redatta a più mani, dove si domanda al Vicario di Cristo che vengano rimossi tutti gli ostacoli che impediscono, ai sacerdoti, di celebrare liberamente la Santa Messa Tradizionale. L'iniziativa ideata dai legali F.Fontana e R.De Petro è stata condotta e realizzata da "Iustitia in Veritate unitamente agli "Alleati dell'Eucarestia e del Vangelo" - che già nell'autunno del 2023 avevano  inviato un appello ai Vescovi simile a questo. Massiccia è stata l'adesione di varie e pregiate associazioni, delle quali potete vedete la sigla in calce e ci scusiamo con quelle che non abbiamo potuto raggiungere, ma  volendo far recapitare la lettera per il giorno dell'imminente "Giubileo delle Associazioni", il tempo ci è stato tiranno. Con questa operazione, desideriamo  unire la voce italiana al coro mondiale contro l'inopportuna, quanto ingiustificata e crescente ostilità  verso la Messa di sempre, che si è recentemente levato, in  vario modo e a diverse latitudini: partito, di fatto, dalla Germania, per iniziativa del cardinal Muller (qui), ha raggiunto le Americhe (qui) per arrivare fino a noi. Nell'orante e fiduciosa attesa di una favorevole risposta ufficiale da parte della Santa Sede, ci impegnamo fin d'ora ad aggiornarvi tempestivamente circa l'esito dell'iniziativa. Madre del Buon Consiglio, ora pro nobis et pro Pontefice nostro Leone XIV. Così sia. 

§§§

SUPPLICA A SUA SANTITÀ PAPA LEONE XIV

Beatissimo Padre, 

grati per il dono che lo Spirito Santo ci ha elargito con la Vostra elezione a Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica, ci teniamo a comunicarLe che quotidianamente La accompagniamo con la nostra filiale preghiera per implorare la Misericordia di Dio sulla Sua Persona e Sublime Opera di rappresentare, in Terra, Nostro Signore Gesù Cristo per pascere, con tutto l'amore di cui il Suo Cuore è capace, noi, Suo gregge.

Chi Le scrive è un gruppo di associazioni e realtà che, per iniziativa di Iustitia in Veritate in collaborazione con gli  Alleati dell'Eucarestia e del Vangelo", approfittando del Giubileo delle Associazioni e Movimenti dell’8 giugno prossimo intendono presentare a Sua Santità la supplica di volerli esaudire in una richiesta che sta loro molto a cuore.

Quali sostenitori dell'importanza spirituale della liturgia - lex orandi, lex credendi, lex vivendi - abbiamo accolto con immensa gioia e speranza l'elogio delle liturgie orientali, formulato da Vostra Santità nei seguenti termini: «Quanto bisogno abbiamo di recuperare il senso del mistero così vivo nelle vostre liturgie ...[che] cantano la bellezza della salvezza e suscitano lo stupore per la grandezza divina che abbraccia la piccolezza umana!".

Condividiamo profondamente con Lei quanto sia necessario per la Fede recuperare il senso del Mistero, che in una liturgia non manipolata coinvolge l'intera persona, e come, per questo, sia da considerare più un'eredità da salvaguardare che uno strumento da controllare.

Con altrettanta felicità abbiamo condiviso l'appello all'unità nella carità contenuto nella Sua Omelia d’inizio Pontificato: "Vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio una Chiesa unita segno di unità e di comunione".

Unità e comunione sono il sogno di milioni di cattolici, Santità, e sapendoLa concorde, nel nostro piccolo riteniamo che uno degli aiuti più efficaci per realizzare nei nostri tempi questo programma, nella Chiesa e della Chiesa, sia la celebrazione della Messa tridentina.  

L’equilibrio e la maturità liturgico-pastorale di Benedetto XVI manifestate nella promulgazione del Motu proprio “Summorum  pontificum” del 7 luglio 2007 e nella Sua lectio magistralis del 22 dicembre 2005 (discorso agli Uffici della curia), hanno evidenziato come sia essenziale abbandonare l’ermeneutica della frattura e seguire l’ermeneutica della continuità. 

Continuità meravigliosamente espressa nella Santa Messa della tradizione dove il Sacramento Eucaristico, godendo della massima venerazione, si rinnova quale Centro e Cuore dell'Unità della Chiesa Cattolica ed efficace mezzo per l’unità e per sanare le fratture. Sappiamo poi come la pace liturgica sia il presupposto di tutte le altre forme di pace.

Il rito antico lo sta peraltro riscoprendo un numero sempre maggiore di fedeli, perché la sofferenza spirituale che le restrizioni comportano in chi lo frequenta ha suscitato e continuamente suscita interesse e tenerezza anche in chi ne ignorava l'esistenza. 

Per non parlare poi di quanti troppo spesso sono discriminati nel rito riformato, del quale sempre Papa Benedetto XVI nella lettera di accompagnamento al Motu Proprio, evidenziava come col nuovo messale: “(...) in molti luoghi non si celebrava in modo fedele a quel messale, ma esso addirittura veniva inteso come un’autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale portò spesso a deformazioni della liturgia al limite del sopportabile”. 

Vediamo tra l’altro come, a fronte di un generale e vertiginoso calo di vocazioni, aumenti in maniera esponenziale il numero dei seminaristi negli ordini tradizionali e l'ortodossia attragga un numero sempre più crescente di fedeli.  

Non si stupisce di tutto ciò chi era presente in piazza San Pietro alla Celebrazione della Santa Messa Solenne della Sua intronizzazione, dove si sono visti molti fedeli inginocchiarsi, rispondere alle preghiere e ai canti in latino e, al momento della Comunione, ricevere la Sacra Ostia in bocca, grazie a molti sacerdoti perfettamente consci della legge universale della Chiesa, mai abrogata. 

E non è un caso se sacerdoti biritualisti sono pronti a testimoniare che, da quando hanno iniziato a celebrare il rito antico, raggiungono un più alto livello di concentrazione spirituale anche laddove fossero obbligati a celebrare il rito riformato.

La Messa tridentina, oggettivamente, permette di evitare gli abusi sottolineati da Benedetto XVI, tradotti poi nel documento della Congregazione del culto divino Redemptionis sacramentum, perché, impedendo qualsiasi atteggiamento di esaltazione, esibizionismo o protagonismo, in tale liturgia, dove le categorie dello spazio e del tempo si azzerano, si avverte in modo particolare la Bellezza e la Presenza di Dio e del Suo Regno Celeste, soprattutto grazie alla lingua latina che aiuta a trascendere il quotidiano per immergersi nell’atteggiamento di riverenza e adorazione che si deve alla Maestà Divina.

Oggi, però, i luoghi ove si celebra la Santa Messa con tale rito sono incredibilmente limitati e, in certe Diocesi, sono stati del tutto o quasi azzerati a seguito di provvedimenti che abbiamo dovuto accettare, vivendo dolorosamente le limitazioni applicate a questa meravigliosa liturgia che è, come Vostra Santità ha affermato: “un'eredità da salvaguardare e non uno strumento da controllare".

Ci facciamo pertanto portavoce di tantissimi che in Italia e nel mondo sono affezionati alla Santa Messa tradizionale cattolica, cosiddetta tridentina che, celebrata da sempre da innumerevoli vescovi e sacerdoti, ha suscitato nella storia della Chiesa tanti Santi e Martiri.

Alle nostre associazioni e gruppi, alcuni elencati in calce, aderiscono persone di ogni status: studenti, impiegati, casalinghe, insegnanti, medici, giornalisti, disoccupati, vaticanisti, giuristi, accademici, pensionati, liberi professionisti, famiglie intere, religiosi, religiose, sacerdoti, nonché quanti sono ritornati alla fede cattolica, dopo anni di lontananza o tiepidezza, accomunati dal fervente desiderio di pregare nel modo che ogni coscienza ritiene più consono al nutrimento spirituale. Lo stesso che fu dei nostri padri nella Fede.

Anche sostenuti e confortati dal can. 212 §2 del Codice di Diritto Canonico e per aver intuito la bontà del Vostro Cuore di Pastore, ci rivolgiamo dunque alla Vostra Santità con profonda umiltà e fiducia affinché, con la Sua benevolenza, vengano meno le restrizioni applicate alla liturgia tridentina, così che ogni fedele possa sentirsi libero di cercare e partecipare almeno settimanalmente alla Messa in Rito Romano Antico a vantaggio della propria crescita spirituale e a maggior Gloria di Dio.

Dichiarandoci disponibili per qualunque Sua necessità, imploriamo la Vostra Apostolica Benedizione affidando il Suo Ministero a Maria Santissima, Madre del Buon Consiglio che ha voluto suggerirci tutte e ciascuna delle parole scorse sotto ai Suoi occhi in questa lettera. Questo è il tempo di Amare l’Amore non Amato. 

Avv. Francesco Fontana

Milano, 31 maggio 2025 – Visitazione di Maria.

***

Sigle associazioni e gruppi primi firmatari e referenti

1) Iustitia in Veritate, www.iustitiainveritate.org - iustitiainveritate@gmail.com 

Presidente Avv. Francesco Fontana;

2) Alleati dell' Eucarestia e del Vangelo 

mail alleatieucarestia@gmail.com 

blog www.alleatieucarestiaevangelo.it 

Can.https://YOUTUBE.com/@alleatieucarestia 

co-fondatrice e referente Veronica Cireneo 

referente spirituale Don Guglielmo Fichera: guglielmofichera@libero.it

3) Stilum Curiae;

4) Liberi in Veritate;

5) Cronache di Cielo e Terra;

6) La Brigata per la Difesa dell'ovvio;

7) Il cammino dei 3 sentieri;

8) Himmel Edizioni;

9) Spirito di Verità TV;

10) Fede e Cultura ( Foggia)

11) Fede & Cultura (Verona);

12) Paolo Gulisano blog

13) Popolo di San Marco

***

Grazie per aver letto questo articolo. Se ti è piaciuto sostienici con un like, un commento o condividilo con i tuoi contatti e su altri social. Grazie molte per la gradita collaborazione.

Seguono i nostri link per restare aggiornati in tempo reale sulle attività degli Alleati dell'Eucarestia:

•TELEGRAM -  t.me/alleanza3 

                       -  T.me/VeronicaCireneo  

•YOUTUBE https://YOUTUBE.com/@alleatieucarestiaevangelo

•BLOG https://alleatieucarestiaevangelo.blogspot.com

•MAIL: alleatieucarestia@gmail.com (per comunicazioni e testimonianze)


§§§





Continua a leggere »

venerdì 30 maggio 2025

SOGNANDO IL CONCLAVE: Viva Papa Leone XIV. Luca Foglia


a cura di Veronica Cireneo 

Carissimi lettori offriamo alla vostra attenzione questa spiritosa analisi su Papa Leone XIV scritta dall'amico Luca Foglia, che paragona la realtà ad un sogno che aveva fatto il giorno prima della Sua elezione. Buona lettura.

§§§

W Leone XIV!

Prima della Sua elezione avevo fatto un sogno descritto qui . Cosa è rimasto del sogno dopo la Messa di intronizzazione di Papa Leone?

Cominciamo col dire che il Papa è un monarca, quindi siede su un trono. Ah beh, mica poco!

E che dire del nome scelto da Sua Santità?  Ha voluto fare riferimento all’illustre predecessore Leone XIII. Non a Leone Magno o altri grandi Papi con quel nome lì, no no, proprio a Leone XIII come nel mio sogno.

E sappiamo le potenziali implicazioni di questa scelta: fine della festa per i cristiani part-time, così come per chi guarda alla Chiesa come a un’agenzia dell’ONU.

Teniamo presente che Leone XIV è un uomo con 2 lauree, un master e un dottorato, che parla fluentemente 5, no dico 5, lingue; non è certo la persona che sceglie emotivamente o casualmente un nome così, specialmente dopo un papato cosà.

E poi il Padre Nostro o, meglio, il Pater Noster, che ha recitato in latino saltando così a piè pari la nuova versione, come sempre auspicavo nel sogno.

Rispetto al papabile del mio sogno: Burke (si pronuncia Bərk e non Bärk vero Report?)  non ha la stessa preparazione in materia di dottrina e diritto canonico.  Non importa! Robert Francis Prevost ha il suo esperto connazionale a disposizione per questo.

Ah già, anche la nazionalità è quella del sogno: born in the USA. Vale quindi quanto scritto in proposito per Raymond Leo (Burke). Tra l’altro si vocifera di un Conclave fortemente influenzato dal blocco statunitense capitanato dallo stesso Burke e dal Cardinale Dolan.

Quanto all’autorità morale cui si accennava nel sogno per dare un bel giro di vite ai cardinali e ai vescovi non meritevoli dell’abito che indossano…beh è il Papa, è l’autorità morale per eccellenza. Se poi si comporterà da Papa, avrà tutti i poteri necessari per intervenire sia dal punto di vista giuridico, che da quello pratico.

Per contrastare la deriva della Chiesa tedesca, non avendo mai avuto stretti legami con la stessa, saprà sicuramente farsi aiutare, ad esempio dal cardinale Müller. Il fatto che Leone XIV abbia già espresso sostegno alla famiglia tradizionale (ahimè come tocca chiamarla per farsi capire! ) credo sia un buon indizio sul fatto che i germanici debbano darsi una calmata nell’andare dietro alle ideologie correnti. E poi, beh, e poi c’è qui un tocco di classe non da poco da parte del Vicario di Cristo!

Sulle doti di amministratore vale la pena nutrire un certo ottimismo, anche al di là delle voci che indicano ingenti finanziamenti già ricevuti dagli Stati Uniti. Leone XIV è stato il Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino che conta monaci in tutti e 5 i Continenti, sa quindi come far quadrare i conti e può scegliere con cognizione di causa le persone adatte per completare la ristrutturazione di IOR (la Cassa del Vaticano) e Governatorato (il governo del Vaticano) avviata da Benedetto XVI.

Anche la seconda parte del sogno, quella riguardante Sua Eminenza Robert Cardinal Sarah è ancora attualissima. È stato il prescelto, per rappresentare Sua Santità alla due giorni francese di luglio .Rimandiamo al sogno   per approfondimenti.

Anche sul punto dedicato ai sacerdoti, Leone XIV appare più in linea che mai col sogno: si è vestito da Papa fin dalla sua prima apparizione; parla in maniera più che comprensibile, prepara i discorsi con grande attenzione dimostrando rispetto per il suo ruolo e per i suoi interlocutori. Ha inoltre una calma e un sorriso che avercelo noi…pare davvero un uomo in pace con se stesso e con Nostro Signore.

Fin qui tutto bene, affrontiamo ora i punti dolenti. Schematizzo in onore alla pragmaticità statunitense.

È stato creato Cardinale da Bergoglio quindi per i tradizionalisti duri e puri non è legittimo. Torniamo al sogno, l’alternativa qual è? Lo scisma? Abolire tutto quanto fatto dal Concilio Vaticano II in poi? Bene, in quel caso nell’ultimo Conclave avremmo avuto 0 (zero) Cardinali elettori. Senza voler dar per certe le voci che il nostro amato Cardinale Burke assieme al cardinale Dolan abbiano orchestrato tutto da anni, diamo fiducia al nuovo eletto. Si chiamano Fede e Speranza per i cristiani. Non ha mai criticato le derive del suo predecessore. Ma tornando al sogno e a quanto scritto sopra aggiungiamo che il clima creatosi dal 2013 in poi non rendeva facile opporsi. Molte volte lo Spirito Santo e i Cardinali che lo ascoltano agiscono sottotraccia per un bene più grande.

I detrattori dicono diverse cose piuttosto inesatte su di lui:

-dicono che segue la narrazione dominante sui vaccini, ma non corrisponde esattamente al vero. Anzitutto usiamo il passato prossimo e diciamo che "ha seguito"... Ora che è il Vicario di Cristo e che esistono tonnellate di prove contro tutto quanto è avvenuto nel biennio 2020-2022 possiamo ragionevolmente sperare che modifichi le sue convinzioni. Così come sta facendo la maggior parte delle persone comuni che ha subito la pandemia.

- dicono che segue la narrazione dominante sul conflitto russo ucraino: eh eh, è un punto dolente. In questo ricorda il suo connazionale Trump che prima dell’elezione era convinto di risolvere tutto in 24 ore e di trovare una Russia in ginocchio e dalla parte del torto. Non è così! Ora che il Santo Padre avrà modo di parlare coi protagonisti diretti se ne renderà sicuramente conto e lavorerà e pregherà per la pace in maniera più consapevole. Come capo della Chiesa Cattolica, il suo coinvolgimento nella guerra russo ucraina va ben al di là della situazione sul campo. La riconciliazione con la Chiesa ortodossa, per un devoto alla Madonna come è Leone XIV, dovrebbe rivestire un ruolo cruciale del suo ministero.

Avviamoci verso la conclusione con altre due questioni dolenti che il Papa dovrà affrontare. 

La prima: la difesa dei cristiani perseguitati. Negli ultimi anni abbiamo assistito a levate di scudi a favore più o meno di chiunque tranne che di chi ancora rischia la vita (come in Nigeria) o la prigione (come in Cina) per professare la fede cristiana. Auguriamoci che Leone XIV interrompa questo trend.

La seconda: le nomine dei suoi “ministri” a capo dei Dicasteri.  Ci vuole una pulizia in stile DOGE di Elon Musk. L’attuale Segretario, il cardinale Parolin, ha la grave colpa di aver ceduto al governo cinese sulla nomina dei vescovi (e non solo). Se il Papa vuole ristabilire la sua autorità ha bisogno di un uomo forte. Sul vice di Parolin, Peña Parra, evitiamo commenti, andrebbe rimosso subito.

Altro Dicastero importante da azzerare è quello per la Dottrina della Fede. Senza dilungarsi troppo, diciamo che è più fonte di imbarazzo, che di ispirazione. Pure quello della Comunicazione va rimesso in bolla, soprattutto nei suoi componenti laici.

Anche la Pontificia Accademia per la Vita necessità un cambio al vertice (proprio ieri è stato fatto!), magari con la scelta di qualcuno che difende la vita dal concepimento alla morte naturale. Degli organi finanziari e di governo abbiamo già detto: repulisti completo!

Se poi Leone XIV desse un’occhiata anche al Dicastero delle cause dei Santi…con tutto il rispetto, negli ultimi decenni di Santi ne sono stati fatti troppi: si rischia di sminuirne l’importanza.

Concludiamo con una chicca, nota al merito di Papa Leone, che neppure il sognato Cardinale Burke ha: una laurea in matematica che, in tempi dominati da chip e intelligenza artificiale, non è niente male, anzi…

Dulcis in fundo: il Papa ha già milioni e milioni di follows su Instagram , oltre ai 19 milioni sul profilo inglese di X  in circa due settimane di pontificato. Scusate se è poco...! W Leone XIV!

Luca Foglia 

Milano, 30 maggio 2025

***

Grazie per aver letto questo articolo. Se ti è piaciuto sostienici con un like, un commento o condividilo con i tuoi contatti e su altri social. Grazie molte per la gradita collaborazione.

Seguono i nostri link per restare aggiornati in tempo reale sulle attività degli Alleati dell'Eucarestia:

•TELEGRAM  t.me/alleanza3 

•YOUTUBE https://YOUTUBE.com/@alleatieucarestiaevangelo

•BLOG https://alleatieucarestiaevangelo.blogspot.com

•MAIL: alleatieucarestia@gmail.com (per comunicazioni e testimonianze)








Continua a leggere »

martedì 27 maggio 2025

ENTRE EL DECIR Y EL HACER DEL PAPA LEON XIV. Algunos interrogantes. Veronica Cireneo


a cura di Marco Tosatti

Estimados StilumCuriales, ponemos a vuestra disposición dos artículos publicados por Aliados de la Eucaristía y del Evangelio. No pocos han pasado por alto el contraste entre el pensamiento que el Papa León XIV expresa tan claramente en sus intervenciones públicas sobre la  dottrina y la lógica de la fe con continuas citas de los Padres de la Iglesia y sus decisiones administrativas: las que se refieren en particular a los recientes nombramientos de la Hermana Merletti e del p. Grogli. Disfruten la lectura y la meditación (...)

El primero es esta reflexión de Veronica Cireneo:ENTRE LAS PALABRAS Y LAS ACCIONES DEL PAPA LEÓN XIV. Algunos interrogantes. Por Veronica Cireneo

 §§§

Me ha impactado mucho la reflexión de S.E. Monseñor Carlo Maria Viganò, del 24 de mayo de 2025 rastreable en esta fuente de Twitter. Es muy probable que frente a su primera declaración pública sobre el nuevo Pontífice y por honestidad intelectual, frente a los elogios expresados hasta ahora por lo que se escribe respecto al nuevo Pontífice, quisiera expresar algunas consideraciones, ya compartidas con amigos de confianza, suscitadas por ese texto.

Partiendo conscientemente de la premisa de que es un poco prematuro extraer conclusiones definitivas, podemos decir que no todos han pasado por alto el contraste entre el pensamiento que el papa León XIV expresa tan claramente en sus intervenciones públicas sobre la dottrina y sobre el Logos, confirmándonos en la Fe con continuas citas del Evangelio y de los Padres de la Iglesia, y sus decisiones administrativas, especialmente las que se refieren a los recientes nombramientos de la hermana Suor Merletti e del p. Grogli .

No sabemos si estas decisiones son libres o inducidas, voluntarias u obligadas. Ciertamente, parecen un poco demasiado cuestionables.

Uno se pregunta qué pasó con esas manadas de lobos, que para enfrentarlos el papa Benedicto XVI pidió fervientes oraciones.

Si no están por casualidad todavía en sus puestos o cerca para dictar la ley con sus colmillos al viento… y si se enfrentara a ellos, en este tiempo de apostasía, el papa León preferiría entregarse al martirio para defender el catolicismo o viceversa. Son tiempos difíciles. Oremus pro Pontífice nostro León XIV.

Auxilium christianorum, ora pro nobis. Pater Noster, libera nos a malo.

Veronica Cireneo,

Domingo 25 de mayo de 2025

***

El segundo es este comentario del arzobispo Carlo Maria Viganò:

¿POR QUÉ ME LLAMÁIS SEÑOR, SI NO HACÉIS LO QUE OS DIGO? ENTRE EL DECIR Y EL HACER. Notas dolorosas sobre los primeros nombramientos del papado leonino. Monseñor Carlo Maria Viganò

§§§

Es normal y humanamente comprensible que más de una década de abierta persecución contra los católicos por parte de quien se presentó como su Papa lleve a muchos de nosotros a desear una tregua, con la esperanza de que Nuestro Señor le dé a su Iglesia -si no un nuevo Pío X- al menos otro Benedicto XVI.

Pero este legítimo deseo -ciertamente animado por los buenos sentimientos y el amor a la Iglesia- no puede transformarse en una realidad virtual en la que, incluso contra toda evidencia, todo debe leerse necesariamente como una confirmación de lo que nos gustaría, y no de lo que realmente está ocurriendo. No podemos construirnos una “Iglesia virtual” con un “Papado virtual” al que amamos y servimos en una ficción consoladora pero irreal.

La confirmación de un hereje notorio a la Cátedra de San Galo en Suiza; el nombramiento de una monja como secretaria del Dicasterio para los Institutos de Vida Consagrada y las Sociedades de Vida Apostólica, en línea con el nombramiento de una Prefecta por parte de Bergoglio; las repetidas referencias a los documentos heréticos de su predecesor y al Vaticano II; las declaraciones sobre el ecumenismo y la sinodalidad, y finalmente la aceptación del fraude climático; todo ello sitúa a Robert Francis Prevost en una evidente e inquietante continuidad con su antecesor, y ciertamente no serán la estola y la muceta las que cambien la realidad.

Que mirar la realidad con ojos sobrenaturales nos ayude a reconocer los engaños del Maligno y nos empuje, hoy más que nunca, a poner toda nuestra esperanza en Cristo Rey y Pontífice, para que Él ayude y proteja a su Iglesia. Que Él, que es el Camino, la Verdad y la Vida, sea nuestro guía en un mundo rebelde condenado a la perdición, a la mentira y a la muerte.

Arzobispo Carlo Maria Viganò

Fuente en Twitter

Sábado 24 de mayo de 2025

Auxilium christianorum, ora pro nobis

***

Gracias por haber leído este artículo. Si te ha gustado, apóyanos con un like, un comentario o compártelo con tus contactos y en otras redes sociales. Muchas gracias por tu colaboración.

Aquí están nuestros enlaces para mantenerse actualizado en tiempo real sobre las actividades de Aliados de la Eucaristía:

•TELEGRAM  t.me/alleanza3

•YOUTUBE https://YOUTUBE.com/@alleatieucarestiaevangelo

•BLOG https://alleatieucarestiaevangelo.blogspot.com

•MAIL: alleatieucarestia@gmail.com (para comunicaciones y testimonios)


***

Publicado originalmente en Italiano por Marco Tosatti el 26 de mayo de 2025, en https://www.marcotosatti.com/2025/05/26/tra-il-dire-e-il-fare-di-papa-leone-xiii-qualche-interrogativo-note-dolenti-alleati-delleucarestia-e-del-vangelo/

Traducción al español por: José Arturo Quarracino

§§§

Per aiutare Stilum Curiae

IBAN: IT79N0 200805319000400690898

BIC/SWIFT: UNCRITM1E35

 


Continua a leggere »

sabato 24 maggio 2025

PERCHÉ MI CHIAMATE SIGNORE, SE NON FATE QUELLO CHE DICO? TRA IL DIRE E IL FARE.. Note dolenti sulle prime nomine del papato leonino. Mons. C. M.Viganò


a cura di Veronica Cireneo 

Pubblichiamo questa riflessione di S.E.R.  Monsignor Carlo Maria Viganò, probabilmente la prima in assoluto sul nuovo Pontefice. Anche se forse è un po' presto per trarre conclusioni definitive, di certo non a pochi è sfuggito il contrasto, tra il pensiero che Papa Leone XIV così chiaramente esprime nei suoi interventi pubblici sulla dottrina e la logica della Fede con continue citazioni dei Padri della Chiesa e le sue scelte amministrative: quelle riguardanti in particolar modo le recenti nomine di Suor Merletti e di p. Grogli.  

Non siamo a conoscenza se tali decisioni siano libere o indotte, volontarie o obbligate. Di certo appaiono davvero molto discutibili. Vien la voglia di chiedersi che fine abbiano fatto quei branchi di lupi per affrontare i quali Papa Benedetto XVI chiedeva ferventi preghiere. Se non siano per caso ancora nei paraggi a dettar legge con le zanne al vento...e se trovandosi di fronte ad essi, in questo tempo di apostasia, Papa Leone preferirebbe  consegnare al martirio se stesso per difendere il cattolicesimo o viceversa. Sono tempi difficili! Pater Noster, libera nos a malo.

Oremus pro Pontefice nostro Leone XIV. Auxilium christianorum, ora pro nobis

§§§

È normale e umanamente comprensibile che oltre un decennio di aperta persecuzione dei cattolici da parte di colui che si è presentato come il loro Papa abbia portato molti di noi a desiderare una tregua, sperando che Nostro Signore doni alla Sua Chiesa – se non un nuovo Pio X – almeno un altro Benedetto XVI.

Ma questo legittimo desiderio – certamente animato da buoni sentimenti e amore per la Chiesa – non può trasformarsi in una realtà virtuale in cui, anche contro ogni evidenza, tutto deve necessariamente essere letto come una conferma di ciò che vorremmo, e non di ciò che sta realmente accadendo. 

Non possiamo costruirci una "Chiesa virtuale" con un "papato virtuale" che amiamo e serviamo in una finzione consolante, ma irreale. 

La conferma di un noto eretico alla Cattedra di San Gallo in Svizzera; la nomina di una suora a Segretaria del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, in linea con la nomina di una Prefettrice da parte di Bergoglio; i ripetuti riferimenti ai documenti eretici del suo predecessore e al Concilio Vaticano II; le dichiarazioni sull'ecumenismo e la sinodalità, e infine l'accettazione della frode climatica: tutto ciò pone Robert Francis Prevost in evidente e inquietante continuità con il suo predecessore, e non saranno certo la stola e la mozzetta a cambiare la realtà.

Che guardare la realtà con occhi soprannaturali ci aiuti a riconoscere gli inganni del Maligno e ci spinga, oggi più che mai, a riporre tutta la nostra speranza in Cristo Re e Pontefice, affinché aiuti e protegga la sua Chiesa. 

Che Lui che è la Via, la Verità e la Vita sia la nostra guida in un mondo ribelle destinato alla perdizione, alla menzogna e alla morte.

Arcivescovo Carlo Maria Viganò

Fonte Twitter

Sabato 24 maggio 2025

Auxilium christianorum, ora pro nobis

***

Grazie per aver letto questi articolo. Se ti è piaciuto sostienici con un like, un commento o condividilo con i tuoi contatti e su altri social. Grazie molte per la gradita collaborazione.

Seguono i nostri link per restare aggiornati in tempo reale sulle attività degli Alleati dell'Eucarestia:

•TELEGRAM  t.me/alleanza3 

•YOUTUBE https://YOUTUBE.com/@alleatieucarestiaevangelo

•BLOG https://alleatieucarestiaevangelo.blogspot.com

•MAIL: alleatieucarestia@gmail.com (per comunicazioni e testimonianze)





Continua a leggere »

IMMORALITÀ DELL'INDOTTRINAMENTO. Papa Leone sui concetti di vera unità, dottrina,dialogo e Fede. G. Masciullo


a cura di Veronica Cireneo 

L'attuale Pontefice Sua Santità Leone XIV nonostante i pochi giorni trascorsi dalla Sua elezione al Soglio Petrino ha già ampiamente dimostrato di amare un linguaggio sobrio, disarmato, non ideologizzato che invece così di moda ha abusato di molti termini fondanti della società civile, col risultato di svuotarli del significato legittimo e generare disorientamento. Il 17 maggio nell'incontro  in Sala Clementina, ricevendo i membri della Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice, il Papa  ha colto l’occasione per chiarire in  cosa consiste la vera “dottrina”, in cosa "il dialogo", in cosa l'"unità" e in cosa la "libera adesione alla Fede". Conosciamo il suo pensiero attraverso questo articolo di Gaetano Masciullo, che ringraziamo per la completezza e la chiarezza espositiva. Buona lettura 

§§§

Sul concetto di unità
(...) Sua Santità ha così dichiarato il 19 maggio, durante l’incontro con i rappresentanti delle varie religioni, accorse a Roma per la Messa di inizio pontificato celebrata il giorno prima: “riconosciamo che questa unità non può che essere unità nella fede”; e ancora: “La nostra comunione si realizza, infatti, nella misura in cui convergiamo nel Signore Gesù. Più siamo fedeli e obbedienti a Lui, più siamo uniti tra di noi”. 
Queste parole sembrano promettere bene per il futuro, nella misura in cui l’unità è intesa come unità nella verità e non come confederazione di diverse dottrine religiose, una Chiesa ridotta a ONU delle religioni.

Sul concetto di dottrina
Papa Leone ha esplicitamente affermato che la dottrina della Chiesa non equivale a un’opinione. Ora, se la dottrina cattolica non è un’opinione tra tante, vuol dire che è una certezza. Questo primo chiarimento si discosta notevolmente da quanto è stato ribadito a tal proposito negli ultimi anni, specialmente dalle gerarchie più alte della Chiesa. Cosa intende, dunque, Papa Leone quando parla di “dottrina”?
Quando sentiamo la parola ‘dottrina’ – ha detto il Papa – ci viene in mente la definizione classica: un insieme di idee proprie di una religione. E con questa definizione ci sentiamo poco liberi di riflettere. (…) Si fa urgente il compito di mostrare che esiste un altro e promettente significato dell’espressione ‘dottrina’, senza il quale anche il dialogo si svuota. 
I suoi sinonimi possono essere ‘scienza’, ‘disciplina’, o ‘sapere’. Così intesa, ogni dottrina si riconosce frutto di ricerca e quindi di ipotesi, di voci, di avanzamenti e insuccessi, attraverso i quali cerca di trasmettere una conoscenza affidabile, ordinata e sistematica su una determinata questione.”
Proprio come i teologi cattolici medievali, anche noi oggi dobbiamo riprendere la concezione di teologia come “scienza”, cioé come discorso argomentato su Dio, anzitutto, e poi anche sul mondo e sull’uomo a partire da Dio. Proprio come una scienza naturale si sviluppa a partire da dati di conoscenza sicuri come quelli forniti dai sensi, così anche la dottrina cattolica parte da dati degni di fede, cioé la Rivelazione, ciò che Dio stesso ha rivelato all’umanità in Cristo Gesù.

Questo parallelismo tra fede e dottrina, e tra dottrina e argomentazione, è profondamente cattolico e biblico.
La stessa Scrittura, infatti, afferma che “la fede è sostanza delle cose che si sperano e argomento delle cose che non si vedono” (Ebrei 11, 1). Nel definire la fede come argomentum, l’Autore Sacro sottolinea l’importanza di approfondire – con il dono della grazia – le premesse e le implicazioni delle verità rivelate, che si riverberano su ogni aspetto della vita individuale e sociale. 

Anche san Pietro, primo Papa, sottolinea nella sua lettera che il cristiano non deve imporre senza carità la verità contro colui che non crede, ma deve persuadere e dimostrare che la religione cattolica non è irragionevole, ma, al contrario, ciò che dà perfezione e compimento all’intelletto umano: “Siate sempre pronti a soddisfare chiunque vi domandi ragione di quella speranza che è in voi” (1Pietro 3, 15).
Ora, per soddisfare la sete di verità dell’uomo, è necessario conoscere in maniera affidabile, ordinata e sistematica il deposito della fede.

Sul concetto di dialogo
Partendo da questa prospettiva, assume un significato diverso anche il concetto di “dialogo”, termine tanto abusato dai teologi liberali e dai modernisti nel corso degli ultimi due secoli e ridotto a un pietoso scambio di impressioni personali sulla divinità, dove ognuno accetta la posizione dell’altro senza chiedersi dove sia la verità. Non è questo però il dialogo autentico, quello che la stessa Scrittura promuove, laddove si legge: “Imparate a fare il bene, cercate il giudizio, (…) E venite, ragionate con me, dice il Signore. (…) Se lo vorrete, se mi ascolterete, mangerete i frutti della terra” (Isaia 1, 17-19).

Il dialogo non è un concetto contrario al cattolicesimo tradizionale, anzi gli è proprio. Il cattolicesimo, infatti, si è diffuso nei primi secoli non con la violenza della prevaricazione o della spada, ma con la forza della verità, che, sostenuta dalla grazia, si rivolge all’intelletto e muove liberamente l’anima all’assenso mediante la persuasione, come insegnerà secoli dopo san Tommaso d’Aquino. Non si può dire lo stesso di altre religioni, come l’islam o il protestantesimo, che si sono diffusi con la spada e con la violenza dei poteri secolari. 

Il cattolico non può ignorare le ragioni della propria fede ed è chiamato a trasmettere nella carità le ragioni, cioé gli argomenti, della propria fede. In questo modo, la dottrina cattolica non è un monolito freddo, un pacchetto nel grande supermercato delle religioni da accettare o rifiutare, ma – proprio come ha detto Papa Leone – “una conoscenza affidabile, ordinata e sistematica”. 

Il dialogo deve avere come obiettivo la persuasione. Non deve cioé semplicemente convincere l’intelletto, ma predisporre la volontà all’azione della grazia, che sola genera la fede. Non si può dialogare con chi non è cristiano partendo dall’arrogante pretesa che l’altro debba convertirsi subito a quanto si afferma. Anzitutto, perché colui che converte i cuori è solo Dio e l’uomo è solo uno strumento, per quanto efficace, della sua Parola. Tutti i cattolici sono chiamati a vivere come san Giovanni Battista, modello dei credenti: “Sono voce di uno che grida nel deserto” (Gv 1, 23) – voce, non parola. 

Per questo motivo, verità e carità devono essere sempre unite quando si insegna o si fa testimonianza della fede cattolica. Del resto, lo stesso Signore ha usato lo stesso metodo con l’umanità: rivelandosi nel corso della storia a Israele, e poi soprattutto in Cristo Gesù, ha sempre illustrato le ragioni della sua Legge e della sua dottrina. Quando l’autorità muove la mente e il cuore del suddito, suscita in questi la docilità e l’obbedienza. 

Vediamo la stessa dinamica antropologica anche nella famiglia, nella relazione tra padre e figlio. San Giovanni Bosco, ideatore di quella che potremmo definire la pedagogia cattolica per eccellenza, insegnava agli educatori che, per essere ascoltati dai ragazzi, bisognava fondare l’insegnamento su tre concetti: religione, ragione e amorevolezza. Se uno di questi tre pilastri viene meno, si può stare certi che la missione stessa dell’educatore (e per estensione dell’evangelizzatore) andrà incontro al fallimento.

Il Papa ha detto ancora: “L’indottrinamento è immorale, impedisce il giudizio critico, attenta alla sacra libertà della propria coscienza – anche se erronea – e si chiude a nuove riflessioni perché rifiuta il movimento, il cambiamento o l’evoluzione delle idee di fronte a nuovi problemi. Al contrario, la dottrina in quanto riflessione seria, serena e rigorosa, intende insegnarci, in primo luogo, a saperci avvicinare alle situazioni e prima ancora alle persone. Inoltre, ci aiuta nella formulazione del giudizio prudenziale. Sono la serietà, il rigore, la serenità ciò che dobbiamo imparare da ogni dottrina”.

Se l’indottrinamento è l’imposizione della verità senza la carità, cioè senza fornire le “ragioni della speranza” di cui ci parla san Pietro, oppure senza aspettare che i semi di verità germoglino nel cuore dell’uomo secondo i tempi e le circostanze disposte da Dio (cfr. 1Corinzi 3, 6), certamente esso sarebbe immorale. 

Sulla libera adesione alla Fede
ll cristiano deve rispettare la coscienza del prossimo anche se è erronea. Si badi bene: questo non vuol dire giustificare la coscienza erronea. Se il giudizio del fratello è sbagliato, bisogna riconoscerlo come tale. Correggere l’errore, ammonire il peccatore, insegnare all’ignorante o consigliare chi è dubbioso sono preziose opere di misericordia spirituale. Rispettare la coscienza erronea vuol dire – come suggerisce l’etimologia stessa della parola ‘rispettare’ – guardare con attenzione, cioé accompagnare e favorire la crescita della verità nel cuore dell’uomo. Anche la Scrittura ci avvisa: “Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva” (Ezechiele 18, 23).

Sant’Agostino insegna che l’uomo può fare ogni cosa contro la propria volontà, ma crede solo volendo. Ora, la volontà non può essere costretta. Dunque, non si può costringere l’uomo alla fede, se non con la verità. E come si pianterà il seme della verità nel cuore dell’uomo, se non con la carità?

San Tommaso d’Aquino insegna, inoltre, che l’imposizione cieca e irrazionale di idee, senza rispetto per la libertà della coscienza umana, è contraria alla dignità dell’uomo creato a immagine di Dio, cioé libero e razionale. Tuttavia, la coscienza – quando e soprattutto se erronea – va illuminata e corretta con carità, secondo verità. Non ogni azione basata sulla coscienza è giusta, ma ogni coscienza va rispettata nel suo orientamento fondamentale al bene. 

San Tommaso non difende la libertà di coscienza in senso moderno, giustamente condannata dal Sillabo di Pio IX e da altri documenti magisteriali. Tale libertà, infatti, che i moderni presentano addirittura come “diritto”, presuppone che tutti i giudizi che la coscienza umana è in grado di formulare siano di pari valore; ma così non può essere.

San Tommaso, invece, insegna che bisogna tollerare con prudenza l’errore altrui, per non creare uno scandalo maggiore, non solo nell’individuo che sbaglia, ma anche e soprattutto nella società. 

“Tra gli infedeli – scrive san Tommaso – ci sono alcuni che non hanno mai ricevuto la fede, come i pagani e gli ebrei. Questi non devono essere in alcun modo costretti alla fede, affinché credano, perché credere è un atto della volontà. 
Tuttavia, se c’è la possibilità, devono essere costretti dai fedeli a non ostacolare la fede, né con bestemmie, né con cattive persuasioni, né con persecuzioni manifeste. 
Per questo motivo, i fedeli di Cristo muovono guerra contro gli infedeli, non per costringerli a credere (poiché, anche se li vincessero e li catturassero, lascerebbero loro la libertà di decidere se credere o meno), ma per impedire loro di ostacolare la fede cristiana.” (S.Th., II-II, q.10, a. 8)

Oggi viviamo di nuovo in una società pagana. Molti di coloro che formalmente si dicono cristiani, in realtà non lo sono, perché non conoscono nulla della dottrina cattolica e, anzi, sono cresciuti non con l’educazione della fede, ma con l’educazione gnostica fornita loro dalle scuole pubbliche, dagli stati, dai genitori e persino dalle parrocchie. Anche coloro che formalmente commettono apostasia e abbandonano la Chiesa cattolica non possono di fatto essere ritenuti apostati o eretici, perché l’apostata è colui che un tempo ha conosciuto e professato la fede cattolica nella sua interezza, ma oggi la maggioranza di coloro che abbandonano il cattolicesimo lo fanno perché non l’hanno mai conosciuto oppure lo hanno confuso con una spiritualità debole e infantile, incapace di dare significato alla vita.

Anche il Concilio Vaticano Primo si è fatto erede di questo insegnamento tomistico: esso, infatti, condanna infallibilmente chi nega la libertà dell’assenso di fede (cfr. Dei Filius, canoni, sez. III, 5). In definitiva, l’uomo non crede perché costretto da una forza esterna, né dallo Stato, né da altri, ma neanche perché costretto da argomenti puramente razionali, bensì perché vuole credere e tale volontà è mossa da Dio, il quale assiste l’uomo con la grazia iniziale".
~~~
In un tempo in cui l’identità cattolica rischia spesso di essere annacquata nel compromesso o nel timore di apparire esclusiva, le parole di Papa Leone XIV, se lette alla luce della Tradizione, offrono l’opportunità di riscoprire una dottrina viva, amica della ragione, capace di educare alla libertà autentica e alla fede che salva. 
È però necessario vigilare affinché il linguaggio non venga frainteso o piegato da interpretazioni mondane o mediatiche. 
Non ogni evoluzione, infatti, è vera continuità con ciò che gli Apostoli hanno trasmesso, né ogni ascolto costituisce dialogo nel senso più cattolico del termine. 
Solo una Chiesa che conosce con chiarezza — in modo “affidabile, ordinato e sistematico” — il contenuto della propria fede, potrà annunciarla e insegnarla con efficacia e carità.

Gaetano Masciullo, 22 maggio 2025

***

Grazie per aver letto questi articolo. Se ti è piaciuto sostienici con un like, un commento o condividilo con i tuoi contatti e su altri social. Grazie molte per la gradita collaborazione.

Seguono i nostri link per restare aggiornati in tempo reale sulle attività degli Alleati dell'Eucarestia:

•TELEGRAM  t.me/alleanza3 

•YOUTUBE https://YOUTUBE.com/@alleatieucarestiaevangelo

•BLOG https://alleatieucarestiaevangelo.blogspot.com

•MAIL: alleatieucarestia@gmail.com (per comunicazioni e testimonianze)








Continua a leggere »

venerdì 23 maggio 2025

LEX ORANDI, LEX CREDENDI, LEX VIVENDI. La Messa antica è inesistente e gli Alleati di Biella si organizzano in proprio. Appello...


a cura di Veronica Cireneo 

Cari lettori, volentieri pubblichiamo questo appello ricevuto dagli Alleati dell' Eucarestia e del Vangelo della provincia di Biella. Si tratta di un'iniziativa riguardante l'avvio della Messa antica, al momento introvabile per l' intera provincia, della quale ne risulta assolutamente insopportabile l'assenza. Siamo tutti chiamati a sostenere ed emulare sacrosante simili  iniziative. Buona lettura, amici. Gradita la diffusione

§§§

La pace di Cristo a tutti voi!  

Alcuni fedeli e precisamente gli Alleati dell'Eucarestia della provincia di Biella, che ne sentono la grande necessità spirituale, vorrebbero costituire un gruppo stabile, abbastanza numeroso, per avviare regolari celebrazioni private della Santa Messa in rito antico, considerato che nessuna parrocchia della diocesi, purtroppo, la prevede. Le Messe nuove sono ormai quasi impraticabili per motivi che non stiamo qui ad elencare, ma che tutti abbondantemente conosciamo, e il nostro digiuno spirituale forzato è diventato pressoché insopportabile. 

Ispirati per Grazia ad avviare l'iniziativa, abbiamo già individuato una chiesa consacrata privata disponibile ad ospitare le celebrazioni.  Si tratta formalmente di un oratorio e si trova a pochi chilometri di distanza dal centro abitato di Biella. Inoltre, sono già stati contattati alcuni sacerdoti della FSSPX che sono parsi interessati a prestarsi.

Come Alleati dell'Eucarestia abbiamo con fierezza partecipato alle molteplici iniziative promosse dal nostro movimento ed oggi tocca a noi compiere un passo verso lo sviluppo della nostra Fede in Gesù Cristo e credendo di fare cosa gradita approfittiamo di questo spazio per chiedervi di aderire alla nostra iniziativa - e anche di imitarci in città di altre diocesi italiane. Per avviare la celebrazione del rito necessitiamo di un certo numero di fedeli, che attualmente raggiungiamo a fatica.

I partecipanti al rito antico dovrebbero provvedere, a rotazione, alla cura e pulizia della Cappella e a sostenere le spese liturgiche per il vino da Messa, le ostie, la luce, il riscaldamento, le offerte per il Santo Sacrificio e le spese di viaggio del sacerdote che si renderà disponibile a raggiungerci, per la celebrazione: spese che verranno suddivise e che diminuiranno all'aumentare del numero dei partecipanti.

Ricordiamo quanto sia imperdibile l'occasione di  riscoprire la Liturgia tradizionale, che ha formato venti secoli di santi, di martiri, di Padri e Dottori della Chiesa.


Lex orandi, lex credendi, lex vivendi!

Sant'Agostino di Ippona insegna che la preghiera, specialmente quella eucaristica, ha un ruolo essenziale nell'interpretazione della fede cristiana, come hanno sempre riconosciuto e sostenuto, appunto, i Padri della Chiesa. E nulla meglio della Messa di sempre svolge in pieno questo sublime ruolo spirituale.

Affidiamo la nostra speranza, di veder realizzata questa Grazia enorme, all'intercessione del Beato Piergiorgio Frassati, che fu di radici biellesi.

Con i talenti che ciascuno ha ricevuto dalla bontà di Dio, lottiamo per il Signore e per difendere ed alimentare la nostra Fede e ringraziando anticipatamente chi vorrà aderire partecipando alla Messa o  solo, per i lontani, aiutarci a sostenere le spese Fiorella e Daniela, cordialmente salutano.

Gli interessati scrivano pure ad una delle due referenti: Daniela (daniohdani@hotmail.it)  o Fiorella (f.perona@outlook.it), fornendo nome, cognome, mail, cellulare e specificando se la partecipazione sarà individuale o famigliare ( scrivere il numero dei membri interessati), se invece si vuole solo partecipare alle spese organizzative, se si è residenti a Biella, o in periferia o fuori Diocesi.

Verrete tempestivamente ricontattati. Attendiamo numerose le vostre adesioni. Grazie per l'attenzione.

Laudetur Jesus Christus.

Daniela e Fiorella, Alleate dell' Eucarestia di Biella 

venerdi 23 maggio 2025

***

Grazie per aver letto questi articolo. Se ti è piaciuto sostienici con un like, un commento o condividilo con i tuoi contatti e su altri social. Grazie molte per la gradita collaborazione.

Contatti per restare aggiornati in tempo reale sulle attività degli Alleati dell'Eucarestia:

•CANALI  TELEGRAM  t.me/alleanza3 

                            T.me/VeronicaCireneo 

•YOUTUBE https://YOUTUBE.com/@alleatieucarestiaevangelo

•BLOG https://alleatieucarestiaevangelo.blogspot.com

•MAIL: alleatieucarestia@gmail.com (per comunicazioni e testimonianze)




Continua a leggere »

mercoledì 21 maggio 2025

L'EREDITÀ DI BERGOGLIO E IL NUOVO PONTIFICATO LEONINO. "L’Echo di Bruxelles" e il "Vaso di Pandora" intervistano Marco Tosatti


Il Vicario di Cristo.
Sua Santità Papa Leone XIV 

a cura di Veronica Cireneo 

Cari lettori, tra i tanti articoli che si susseguono, circa gli eventi di portata mondiale che hanno interessato la Santa Sede nei mesi di aprile/ maggio 2025, non poteva mancare anche sul nostro blog l'intervento del vaticanista Marco Tosatti del quale riportiamo oggi una doppia intervista. La prima, che è un testo scritto, realizzata dal giornale belga: "L'Echo di Bruxelles",  fa un bilancio dell'era e dell'eredità bergogliana; la seconda -  un video realizzato dal "Vaso di Pandora" - analizza  speranze e  attese suscitate dal nuovo pontificato. Buona lettura e ascolto.

§§§

Da: "L'Echo di Bruxelles" 
 
Da 45 anni Marco Tosatti racconta luci e ombre del Vaticano. Di base a Roma, fino al 2008 è stato vaticanista del quotidiano nazionale La Stampa. All’indomani della morte di Papa Francesco, analizza per L’ECHO gli scenari che attendono una Chiesa cattolica in subbuglio e fortemente disorientata.


Che tipo di Chiesa lascia Papa Francesco?
L’eredità del Santo Padre è una comunità cattolica in tutto il mondo e un Vaticano molto confuso e frammentato, con visioni antagoniste e persino inconciliabili. Il suo pontificato non ha certo rappresentato un periodo di unificazione. In un certo senso, ha esacerbato le divisioni e le rivalità dottrinali e politiche all’interno della Chiesa.

A cosa pensa in particolare?

Potrei citare diversi documenti importanti che ha firmato e che hanno suscitato polemiche molto virulente all’interno del mondo cattolico. L’esortazione apostolica post-sinodale Amoris leatitia del 2016, ad esempio, ha aperto la strada all’accesso ai sacramenti per i divorziati coinvolti in una nuova unione. Diversi cardinali hanno quindi scritto a Francesco per esprimere le loro perplessità. Egli non ha mai risposto.
Le stesse reazioni violente hanno seguito la sua dichiarazione Fiducia supplicans del 2023, in cui prevedeva di benedire le coppie considerate dalla Chiesa “in situazione irregolare”, in particolare le coppie omosessuali. La reticenza dei vescovi africani fu immediata e molto violenta…

Tuttavia, è stato un pontefice che ha fatto di tutto per promuovere l’apertura e il dialogo in tutto il mondo…
Sì, ma anche in questo caso è stato accusato di aver distorto i precetti dei Vangeli. Penso, ad esempio, alla Dichiarazione di Abu Dhabi, co-firmata nel 2019 con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmed Al-Tayeb. Ha aperto la strada al pluralismo religioso. Eppure nei Vangeli leggiamo che “Cristo è l’unico Salvatore”. Gli impulsi e le decisioni di Francesco hanno profondamente destabilizzato la Chiesa. E ora dobbiamo fare i conti con le conseguenze del suo pontificato.

• È per questo che viene spesso descritto come un Papa “rivoluzionario”?

Sì, alcuni ammirano il suo lato “rivoluzionario”, altri lo accusano semplicemente di essere stato un “eretico”. Personalmente, penso che il suo pontificato sia stato costellato da importanti dichiarazioni di intenti in termini di riforma, ma i cambiamenti strutturali sono stati molto rari. Penso in particolare al posto delle donne nella Chiesa, alla lotta contro gli abusi sessuali e la corruzione, e alla crociata abortita, promessa già nel 2013, per ripulire le finanze vaticane.

• In altre parole?
Questa riforma economica, fortemente voluta da Francesco, si è rapidamente impantanata. Il cardinale George Pell, incaricato dal Papa di guidare questa grande “pulizia”, aveva spesso espresso il suo disappunto. Anzi, a volte è stato disconosciuto dallo stesso pontefice. Francesco sta quindi lasciando questo importante compito a chi sarà nominato come suo successore.

• Alla luce di tutte queste divisioni, quale sarà l’esito del prossimo conclave?
Mi piacerebbe saperlo io stesso! Ricordiamo quello che diciamo prima di ogni elezione papale: “Chi entra in conclave come papa esce come cardinale”. In effetti, l’esito di questa elezione secolare molto spesso smentisce le previsioni. Forse tra quindici giorni, nel corso delle prossime votazioni, prevarrà un candidato capace di conciliare le anime progressiste e tradizionaliste del Vaticano. Un candidato che sia una sorta di punto di equilibrio e di mediazione, capace di far uscire la Chiesa dalla grave crisi dottrinale, spirituale, politica e vocazionale di cui soffre da diversi anni.

• Molti cardinali stranieri sono stati accostati alla successione di Francesco…

Sì, ed è importante sottolineare che il pontificato di Francesco coincide con un calo molto significativo delle vocazioni. Ma il successo di un papa si misura proprio dal numero di nuovi sacerdoti ordinati: giovani ispirati dal carisma e dalla forza spirituale del pontefice che governa da Roma. Oggi la maggior parte delle vocazioni nasce in Africa, Asia e America Latina. Potremmo quindi prevedere, o addirittura auspicare, l’elezione di un Papa africano o asiatico… Sarebbe un simbolo di slancio vitale, di rinascita della Chiesa. Ma non è così che si fanno le scelte in conclave.

• Quale logica prevarrà dunque in questa prossima elezione?
Un conclave è un processo eminentemente politico, influenzato dal peso di interazioni segrete, giochi di potere e misteriosi equilibri di potere. Francesco ha creato 108 dei 135 cardinali elettori. Potremmo quindi immaginare l’elezione di un pontefice progressista, capace di seguire la direzione indicata durante l’ultimo pontificato. Ma i cardinali creati dal Papa spesso non si conoscono tra loro. Questo renderà più difficile il lavoro delle prossime “congregazioni generali”, così come l’individuazione del successore al soglio di Pietro.
Marco Tosatti 

Per aiutare Stilum Curiae
IBAN: IT79N0 200805319000400690898

*****

Qui il video realizzato da: "Il Vaso di Pandora".
Intervista sulle attese del nuovo papato, dal titolo:  Il tabù infranto. Leone XIV: ritorno alla tradizione? Buon ascolto 




***

Se ti è piaciuto questo articolo, sostienici con un like, un commento o condividilo con i tuoi contatti e su altri social. Grazie molte per la collaborazione.

Seguono i nostri link per restare aggiornati in tempo reale sulle attività degli Alleati dell'Eucarestia:

•TELEGRAM  t.me/alleanza3 

•YOUTUBE https://YOUTUBE.com/@alleatieucarestiaevangelo

•BLOG https://alleatieucarestiaevangelo.blogspot.com

•MAIL: alleatieucarestia@gmail.com (per comunicazioni e testimonianze)


Continua a leggere »

CARO PADRE, CI DIA LA POSSIBILITÀ DI INGINOCCHARCI DAVANTI A CRISTO, COME CRISTO SI INGINOCCHIÒ DAVANTI AI SUOI. Dal "Diario degli Alleati", la testimonianza di Enrico da Pordenone.


a cura di Veronica Cireneo 

Cari fratelli nella fede, questa è la testimonianza dell' amico Enrico che ci scrive da Pordenone, per farci partecipi di una sua profonda  riflessione spirituale e del conseguente invio di una lettera al suo parroco, redatta davanti al Tabernacolo. Chiede al sacerdote che venga ripristinato l'inginocchiatoio per permettere, a chi lo desideri, la genuflessione al momento della Comunione. Lo scrivente autorizza l'utilizzo della sua lettera, da parte di chiunque si trovasse nella stessa necessità, suggerendo loro di  adattarla un po' al proprio contesto specifico. Buona lettura.

§§§

Siano lodati Gesù e Maria e sempre vicini ai Preziosissimi Cuori.

Carissimi fratelli Alleati dell'Eucarestia, 

il Giovedì Santo della Pasqua appena trascorsa, quando ero in adorazione davanti al Santissimo Sacramento, prendendo spunto da questo articolo di Veronica Cireneo, ho scritto, ed inviato, al mio parroco una lettera dove chiedevo l'inginocchiatoio per i fedeli che vogliono ricevere genuflessi la Santa Comunione.

Certo che come Alleati dell' Eucarestia siamo in molti a sentire la nostalgia spirituale delle balaustre, condivido con voi la lettera inviata, perché chi lo desidera possa, con le dovute modifiche e adattamenti del caso, utilizzarla a piacimento e inviarla al proprio parroco. Questa che segue è la mia lettera.

~~~

Carissimo don D.,

sono Enrico M., un suo umile parrocchiano, e ora mi trovo in adorazione davanti al Santissimo Sacramento. 

Non so perché proprio ora, ma sento nel cuore il desiderio di condividere, con Lei, pensieri e riflessioni che da molto tempo mi toccano profondamente.

Gesù, nella sua vita terrena, ha conosciuto il significato profondo dell’abbassarsi. Non ha disdegnato di chinarsi davanti ai piedi impolverati dei discepoli, per lavarli con l’acqua e l’amore. 

Non ha esitato a inginocchiarsi nel Getsemani: prostrato con la faccia a terra, pregava, accettando la Volontà del Padre nell’intimità più dolorosa e vera. 

Se il Figlio di Dio ha scelto la via dell’umiliazione, quanto più noi, creature fragili e amate, dovremmo trovare nel "piegarci" il senso stesso della nostra fede...!

Inginocchiarsi non è un atto di sottomissione sterile, ma il riconoscimento che Qualcuno ci supera infinitamente in Santità, in Misericordia, in Tenerezza. 

È confessare con tutto il nostro essere che siamo mendicanti di Grazia e che, nel Pane spezzato davanti a noi, si cela la Presenza Reale, Viva, Sostanziale, Palpitante di Nostro  Signore Gesù Cristo.

Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra ( ... )”. 

Ogni ginocchio si pieghi. Il nostro ginocchio si pieghi!

Viviamo in un tempo, invece, in cui molte persone hanno abbandonato la Fede e la Croce e l’ergersi, più che il genuflettersi, sembra l’unica postura accettabile: ergersi in difesa delle proprie opinioni, ergersi per i propri diritti, per i propri desideri... ergersi sempre spavaldi e superbi davanti a Dio!

Eppure, è inginocchiandoci che ritroviamo la verità su noi stessi. Il gesto dell’inginocchiarsi è silenzioso, ma non è vuoto: è colmo di adorazione!

È proprio nel silenzio della genuflessione che l’anima riprende il respiro, perché ci siamo fatti piccoli, poveri, umiliati e aperti all'amore di Gesù.

Quando Pietro vide Gesù compiere la pesca miracolosa, cadde ai suoi piedi, dicendo: “Allontanati da me, Signore, perché sono un peccatore” . Eppure, proprio in quel momento, il Signore lo chiamò a seguirlo. C’è un mistero in questo.

Quando ci riconosciamo indegni, quando ci inginocchiamo, allora possiamo ricevere la chiamata più alta, e allora, inginocchiarsi diventa una preghiera: muta, ma potentissima. Diventa una dichiarazione di amore! 

Non è nostalgia del passato, ma profezia del futuro. Per questo con il cuore in mano, se possibile, padre, le chiedo di sistemare ai piedi dell'Altare, un piccolo inginocchiatoio,visto che nessuna legge della chiesa lo vieta, in modo da permettere alle persone che lo desiderino di poter ricevere genuflesse il Corpo e Sangue Preziosissimo di Nostro Signore, nel momento della distribuzione eucaristica.

Chiedo anche, padre, che una volta tornati ai posti, ci venga lasciato un tempo maggiore di silenzio per adorarLo, sentirLo nel proprio cuore e anima, parlarGli, lasciarLo parlare e amarLo. 

Ecco padre, mi sentivo di scriverle tutto ciò e affidare a Lei, che per la Sua anima prego sempre, questa mia volontà. Grazie di cuore, se vorrà venire incontro a questa nostra fondamentale necessità spirituale. Siano lodati Gesù e Maria

~~~

Ave Maria, fratelli Alleati dell' Eucarestia! Un forte abbraccio a tutti voi e a presto!

Enrico M., Pordenone

21 maggio 2025

***

Se ti è piaciuto questo articolo, sostienici con un like, un commento o condividilo con i tuoi contatti e su altri social. Grazie molte per la collaborazione.

Seguono i nostri link per restare aggiornati in tempo reale sulle attività degli Alleati dell'Eucarestia:

•TELEGRAM  t.me/alleanza3 

•YOUTUBE https://YOUTUBE.com/@alleatieucarestiaevangelo

•BLOG https://alleatieucarestiaevangelo.blogspot.com

•MAIL: alleatieucarestia@gmail.com (per comunicazioni e testimonianze)


Continua a leggere »

martedì 20 maggio 2025

I FRUTTI PER LE ANIME NELLE MESSE DI SUFFRAGIO CUMULATIVE: DON PARVULUS. Approfondimento e replica ad un articolo di M.Bonaita.



a cura di Veronica Cireneo 

Carissimi, offriamo oggi alla vostra attenzione questo articolo ricevuto dal sacerdote don Parvulus che ci scrive dalla Sicilia e che cortesemente ringraziamo. La replica del sacerdote, riferita ad un precedente articolo di M.Bonaita,  precisa ed approfondisce la tematica delle Messe di Suffragio cumulative,  soprattutto in relazione agli effetti che ne ricevono le anime a cui le Messe vengono offerte e dedicate. Buona lettura. 

§§§

Cari Alleati dell’Eucarestia,

chi vi scrive è don Parvulus, un sacerdote della Chiesa cattolica. Qualcuno di voi mi conosce già, perché da un po’ di tempo vi inoltro volentieri le Omelie domenicali, che potete ritrovare anche sul mio canale YouTube . Seguo con interesse il vostro sito internet dove recentemente ho letto un articolo sulle Messe Cumulative di Mauro Bonaita.  Mi congratulo di vedere un laico così attento all’evolversi dei documenti ufficiali della Chiesa, cosa che non è da tutti e sono d’accordo che è molto più opportuno fare celebrare Sante Messe per singole intenzioni, anziché cumulative, perché abbiamo visto compiere tanti abusi da parte di certi confratelli che sembrano celebrare più per lucro, che per la Gloria di Dio e la salvezza delle anime.

Ma a motivo del mio dovere di stato, per completezza di informazione e per fare chiarezza sul tema, non posso esimermi dall’intervenire sul particolare dei “frutti” ricevuti dalle anime (defunte o viventi) nelle Messe di suffragio cumulative ( e non ), giacché il fatto che vengano ripartiti in base al numero delle anime nominate, come scritto nell’articolo, non corrisponde al vero.

I documenti ufficiali della Chiesa da cui attingo, per quello che sto per dire sono:

* Il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC): Questo testo fondamentale riassume la dottrina cattolica in modo sistematico e autorevole. In particolare, la sezione dedicata all’Eucaristia (Parte Seconda, Sezione Seconda, Capitolo Primo, Articolo 3) spiega i suoi frutti e il suo significato come sacrificio.

-  I numeri 1391-1395 del CCC, ad esempio, elencano i “Frutti della Comunione”, che includono l’unione con Cristo, la separazione dal peccato, la preservazione dai peccati mortali futuri, la crescita della carità e l’impegno verso i poveri.

- Il numero 1368 chiarisce che l’Eucaristia è anche il “sacrificio della Chiesa” che si unisce all’intercessione di Cristo.

- Per quanto riguarda il suffragio dei defunti, il CCC (e la teologia cattolica in generale) sottolinea la comunione dei santi e la possibilità di offrire preghiere e sacrifici (come la Messa) per le anime in Purgatorio (cfr. anche CCC 958, 1032).

* La Teologia del Sacrificio della Messa: La dottrina secondo cui la Messa è la ripresentazione incruenta del sacrificio di Cristo sulla Croce, e che questo sacrificio ha un valore infinito, è una pietra angolare della teologia eucaristica. Questo concetto è stato sviluppato ampiamente da teologi come San Tommaso d’Aquino (ad esempio, nella Summa Theologiae, III, q. 79, a. 5), che ha affermato il valore infinito dell’Eucaristia come Sacramento e Sacrificio.

* Il Diritto Canonico: il Codice di Diritto Canonico (Can. 945-958) regola la questione delle offerte per le Messe e delle intenzioni, stabilendo che un sacerdote può ricevere una sola offerta per Messa al giorno per una specifica intenzione, ma non limita il numero di intenzioni per cui la Messa stessa può essere offerta in termini di frutto spirituale per le anime.

Questi testi, insieme alla tradizione teologica confermano che:

 * Il valore del sacrificio eucaristico è infinito in sé, perché è il sacrificio di Cristo.

 * I frutti applicati ai singoli fedeli, vivi o defunti, sono finiti e dipendono dalle loro disposizioni e dalla volontà divina.

Detto questo, spiegherò in termini semplici quello che riguarda la questione delle intenzioni della Messa.

L’applicazione di una singola Messa per un defunto ha un valore oggettivo infinito in quanto attualizza l’unico sacrificio di Cristo, che ha un valore illimitato. Tuttavia, l’efficacia specifica o i frutti particolari che quel defunto riceve da quella singola Messa sono finiti e dipendono da diversi fattori:

1. Stato spirituale del defunto: L’anima del defunto si trova in uno stato di purificazione (Purgatorio) o è già nella beatitudine del Cielo. Se è in Purgatorio, la Messa può contribuire alla remissione delle pene in proporzione alle necessità spirituali dell’anima e alla disposizione con cui ha lasciato questa vita. Se è già in Cielo, la Messa è un atto di suffragio che può accrescere la sua gloria e portare benefici spirituali ad altri, vivi o defunti.

2. Disposizioni di chi offre la Messa: La fede, la carità e la devozione di chi chiede e partecipa alla Messa per il defunto influenzano l’abbondanza delle grazie che possono essere ottenute.

3. Volontà di Dio: In ultima analisi, è Dio che decide come e in che misura applicare i frutti del sacrificio di Cristo all’anima del defunto.

Per rendere più accessibile il concetto userò un’analogia.

Immaginate una fonte d’acqua purissima e infinita (il sacrificio di Cristo). Un bicchiere (la singola Messa offerta) può attingere a questa fonte. La purezza dell’acqua nel bicchiere è la stessa della fonte (valore oggettivo infinito), ma la quantità d’acqua nel bicchiere è finita. Allo stesso modo, l’applicazione dei frutti di una singola Messa per un defunto, pur attingendo a una fonte infinita, è finita nella sua misura specifica per quell’anima.

In sintesi:

Il valore del sacrificio offerto nella Messa è infinito, ma l’applicazione specifica dei suoi frutti a un determinato defunto è finita e dipende dalle circostanze e dalla volontà divina.

Offrire Messe per i defunti è un atto di grande carità spirituale, poiché contribuisce alla loro purificazione e al loro ingresso nella gioia eterna, confidando nella misericordia infinita di Dio. 

Quindi non è applicabile a questo una divisione matematica: i frutti della Messa non vengono “divisi” matematicamente tra i vari defunti nominati. 

L’efficacia per ciascuna anima dipende dallo stato in cui si trova e dalla misericordia di Dio. È come pregare per più persone contemporaneamente: la nostra preghiera non si “spezzetta”, ma si estende a ciascuna di loro. Di conseguenza non c’è alcuna limitazione teologica nel nominare più defunti per i quali si offre una Messa. 

Il valore del sacrificio rimane infinito, e i frutti speciali si estendono a tutte le anime per le quali l’intenzione è rivolta. 

Anzi, è una pratica comune e raccomandata come espressione di carità cristiana e di suffragio per i defunti. L’importante è comprendere che l’efficacia specifica per ciascuna anima dipende dalla loro situazione spirituale e dalla volontà di Dio, non dal numero di nomi menzionati.

Lieto di aver offerto il necessario chiarimento su un tema così delicato e di grande interesse, consiglio a chi voglia approfondirlo ulteriormente la lettura del libro: "Il Manoscritto del Purgatorio" di Suor Maria della Croce.

Vi benedico nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Sia lodato Gesù Cristo.

Don Parvulus

Martedì 20 maggio a.D 2025

***

Se ti è piaciuto questo articolo, sostienici con un like, un commento o condividilo con i tuoi contatti e su altri social. Grazie molte per la collaborazione.

Seguono i nostri link per restare aggiornati in tempo reale sulle attività degli Alleati dell'Eucarestia:

•TELEGRAM  t.me/alleanza3 

•YOUTUBE https://YOUTUBE.com/@alleatieucarestiaevangelo

•BLOG https://alleatieucarestiaevangelo.blogspot.com

•MAIL: alleatieucarestia@gmail.com (per comunicazioni e testimonianze)


Continua a leggere »

Post in evidenza

CONFLITTO ISRAELE-IRAN (2' parte). Approfondimenti militari e profetici.Siamo prossimi alla Parusia?

a cura di Veronica Cireneo Riconoscere i segni dei tempi per un cattolico è importante e doveroso. Per farlo occorre leggere gli eventi anch...