sabato 21 giugno 2025

CONFLITTO ISRAELE-IRAN (2' parte). Approfondimenti militari e profetici.Siamo prossimi alla Parusia?



a cura di Veronica Cireneo

Riconoscere i segni dei tempi per un cattolico è importante e doveroso. Per farlo occorre leggere gli eventi anche dal punto di vista verticale, confrontandoli con il Vangelo e con le profezie, che non vanno disprezzate. Ci sono infatti dei momenti in cui la cronaca e le profezie corrispondono in modo impressionante, come ciò che sta accadendo ora nella Terra di Gesù, che trova riscontro in diverse rivelazioni. Nell'articolo precedente riguardante il conflitto israele-iraniano abbiamo accennato a un paio di profezie. Non sono le sole. In questa fase ne vediamo altre due: quella di Anguera e quella di Avola, ancora più significative. Sottolineano entrambe la pericolosità dei nostri tempi, la purificazione in atto, l'urgenza della preghiera e della conversione del cuore e il possibile ritorno di Cristo.

Madonna di Anguera nel 2005. Messaggio ricevuto da Pedro Regis: "L'umanità cammina verso la distruzione. La terra si agiterà e tremerà per il grande olocausto atomico. L'Iran sarà devastato da Israele . Ecco i tempi difficili per l'umanità. Tornate al Signore. Dite a tutti che questo è il tempo favorevole per la conversione. Arriverà il giorno in cui molti si pentiranno della vita trascorsa senza Dio, ma sarà tardi" .

Avola nel 2002. Il mistico stigmatizzato siciliano Giuseppe Auricchia, nell'aprile del 2002, ha ricevuto un messaggio importante da Gesù  sulla guerra di Israele contro i palestinesi, indicato come segno dell’inizio del rinnovamento della Chiesa e della Venuta gloriosa di Cristo. Ecco il messaggio di Gesù:
"Sono Io, il tuo maestro. Spiega tutto. Io desidero che tutte le mie Parole e quelle della Santissima Madre siano portate a conoscenza al mio Popolo, perché l’Ora si avvicina. Purificherò la mia Chiesa, rinnoverò la faccia della Terra. Io desidero che vi sia pace nei Luoghi Santi, ma non dimenticate le Mie Parole, quando vedrete gli eserciti che calpesteranno quei Luoghi Io sto per venire. Quando vedrete la città di Gerusalemme circondata dagli eserciti  ci sarà la sua distruzione. Pregate figli, pregate, pregate. Io sono con voi ogni giorno. Chiamate, chiedete e Io vi accontenterò”.

§§§

ReArm Iran 2 (e anche Israele)
di Luca Foglia 

Rimpolpiamo l'articolo precedente   con un aggiornamento dal Medio Oriente.

• I fatti

I due contendenti non si sono certo risparmiati in questi giorni. 

Israele ha privilegiato le azioni di sabotaggio (in stile ucraino) con l’uso di droni e missili azionati dagli agenti infiltrati in territorio iraniano, mentre i caccia solo questa notte sono tornati a martellare con forza. Gli aerei israeliani, sfruttando i cieli aperti (per loro) di Giordania, Siria, Iraq e Azerbaijan, riescono a colpire quasi ovunque da Teheran a Isfahan e persino nella città santa sciita di Mashhad, al confine col Turkmenistan.

L’Iran, invece, predilige gli attacchi notturni (in stile russo) con ondate di droni e missili che esauriscono le difese nemiche. Haifa e Tel Aviv sono quasi sempre nel mirino, ma anche la base aerea di Nevatim e le strutture dei servizi segreti sono state colpite.

In attacco i due nemici più o meno si equivalgono; gli obiettivi preferiti da Israele sono gli aeroporti, le infrastrutture energetiche, i siti militari, di ricerca, nucleari e le figure dirigenziali sia militari che civili.

L’Iran, adottando un’altra tattica russa, centra lo stesso tipo di bersagli.

In difesa assistiamo a qualche progresso per gli iraniani, mentre per gli israeliani non si mette benissimo (lo vedremo tra poco).

• Le persone 

In Libano, in Iraq e a Gaza gli attacchi notturni vengono visti come un film all’aperto o uno spettacolo pirotecnico: gente in strada e sui tetti che filma coi cellulari a suon di musica; a Teheran le reazioni sono miste, diverse persone lasciano la città, altre festeggiano in piazza fregandosene anche degli allarmi. Sono balzati agli onori della cronaca due giornalisti che, dopo essere stati bombardati in diretta, hanno ripreso le trasmissioni. Così come il noto professor Marandi scampato a un attacco missilistico, spostatosi in un seminterrato e andato in onda come ospite nel seguito programma del giudice Napolitano, in diretta nientemeno che da New York. In generale, possiamo dire che il Paese si è stretto attorno ai vertici politici, militari e religiosi.

In Israele i più giovani rimangono in strada o sui balconi per riprendere le battaglie tra i missili e postarle sui social, cosa che ha fatto infuriare l’esercito (come in Ucraina); i meno giovani si riparano nei rifugi sotterranei o nella metropolitana con un misto di paura e nervosismo. Il Paese non si è stretto attorno al governo, almeno questa è l’impressione.

Occorre sempre tenere presente che al di là delle immagini spettacolari, ci sono persone che soffrono e che muoiono. Per quanto fino ad ora il numero delle vittime non sia minimamente paragonabile, ad esempio, a quelle di Gaza o del 7 ottobre, ricordiamoci che ogni vita è sacra.

• Considerazioni tecniche (sono fondamentali in una guerra, vi tocca leggerle)

In attacco Israele sfrutta la sua aviazione decisamente superiore a quella iraniana. Se la guerra dovesse durare pochi giorni problemi zero, se si prolungasse verrebbero fuori le note magagne degli F-35: costi di manutenzione e consumi di carburante disumani, surriscaldamento e malfunzionamenti elettronici in caso di stress operativo.

Quanto agli agenti del Mossad infiltrati che hanno dato un bel vantaggio iniziale ad Israele, vedremo quanto resisteranno alla caccia all’uomo che è iniziata per tutto l’Iran. Sono stati mobilitati i Basij, una sorta di guardia nazionale, e in molti villaggi sono sorte milizie popolari che hanno scovato diversi nascondigli, magazzini e mezzi utilizzati per attaccare i siti sensibili all’interno del Paese.

Pure l’Iran pare non avere problemi ad attaccare, tuttavia la reale situazione delle sue piattaforme di lancio è sconosciuta. Coi primi raid gli israeliani ne hanno distrutte parecchie, anche se (sempre in stile russo) molte erano esche, vale a dire o mezzi vecchi in disuso o veri e propri “fake”.

Passando alla difesa, gli israeliani stanno utilizzando sia il loro sistema a tre strati (corto, medio e lungo raggio) sia le due batterie THAAD made in USA. Il famoso iron beam, un’arma laser, ad oggi non si è visto. Dai video emerge chiaramente come le più avanzate batterie di difesa NATO & friends possano poco contro decine di missili e droni che saturano i cieli. Il discorso vale anche sotto l’aspetto economico: basti pensare che un complesso THAAD costa circa 1 miliardo di dollari chiavi in mano e ogni missile intorno ai 15 milioni, mentre l’ipersonico più costoso lanciato dall’Iran, il Fattah-1, si aggira intorno ai 200 mila dollari. Persino qui si rivedono scene tipiche della guerra russo ucraina, con una differenza di costi tra attacco e difesa a dir poco imbarazzante, visto che per un Fattah vengono sparati dai 6 ai 12 missili intercettori (quelli israeliani costano intorno ai 3 milioni di dollari l’uno).

D’altro canto, l’Iran è ancora alle prese coi problemi creati al sistema difensivo (soprattutto ai radar) dal Mossad. Sta comunque migliorando rispetto ai primi giorni, pare addirittura che abbia abbattuto alcuni caccia di Tel Aviv: meglio attendere una conferma visiva per esserne certi. I sistemi di lancio sembrano ancora in buono stato essendo conservati sottoterra e portati in superficie solo al bisogno.

• Considerazioni politiche ed economiche

La prima e la più importante: qualcuno delle parti in causa ha riflettuto due minuti sulla nuvola radioattiva che si propagherebbe per il Medio Oriente e il Caucaso qualora un paio di missili facessero centro all’interno di un sito nucleare? Anche qui sembra di rivivere quanto avviene in Ucraina con la centrale di Enerhodar: analisi delle conseguenze non pervenuta.

I mercati finanziari rimangono dove erano poco dopo lo scoppio del conflitto: questo la dice lunga sul livello di inconsapevolezza che aleggia tra New York e Londra riguardo le ripercussioni di una escalation. È lo stesso schema seguito durante il Covid e la guerra russo ucraina; oggi due morti in meno e quindi va tutto bene e si sale, oggi due missili in meno e quindi tutto risolto e si sale. L’ho analizzato nella “Teoria delle aspettative irrealizzabili”.

Proprio nelle ultime ore, gli USA hanno incrementato il supporto logistico e di sorveglianza satellitare a Israele, spostando diversi aerei nella regione oltre al gruppo di navi capitanate dalla portaerei Nimitz. Lasciando perdere le altalenanti dichiarazioni del presidente Trump, tutto lascia presupporre che gli Stati Uniti interverranno a fianco di Israele.

• Possibili scenari

-I due contendenti, a corto di munizioni e fatti due calcoli, inveiscono l’uno contro l’altro come nel 2024 diminuendo l’intensità degli attacchi fino a cessarli. Nessuno interviene, per Israele si mette male e decide di ricorrere all’arma nucleare; è una ipotesi estrema e da scongiurare con tutte le forze; tuttavia, non è da escludere (così come in Ucraina).

-Gli USA intervengono e la guerra si estende a tutto il Medio Oriente; le basi americane nel Golfo e i Paesi che appoggiano il duo Washington-Tel Aviv vengono attaccati da Teheran; il numero dei morti cresce a dismisura.

-L’Iran cerca appoggi esterni per contenere gli Stati Uniti senza trovarne; a quel punto si arrocca in difesa con qualche sortita offensiva e alla lunga ne esce vincitore, come gli Afghani e gli Houthi; il problema è che, rimanendo solo, se finisce i missili son finiti, se finisce i soldi son finiti, a meno che...

-La Russia fornisce (o minaccia di fornire) a Teheran sistemi di difesa avanzati come gli S-350 e gli S-400 (escludiamo i nuovi S-500) molto temuti dai piloti NATO & friends e caccia Su35S (escludo i Su-57) che renderebbero la vita meno facile all’aereonautica israeliana; Trump a quel punto si ricorda di essersi autoproclamato “il pacificatore” e mette un freno al governo di Tel Aviv.

-La Cina si unisce alla Russia raffreddando gli animi di israeliani e statunitensi; a questo proposito pare che due aerei cargo con supporto logistico partiti da Pechino siano già arrivati in Iran, che fornisce quasi il 15% del fabbisogno annuale di petrolio alla Cina.

-Le tre super potenze, o solo Russia e Stati Uniti, trovano un accordo e tutti si calmano. 

A quel punto, oltre a calmarsi, si organizza quella necessaria conferenza internazionale per mettere a punto la sicurezza di Europa orientale, Medio Oriente ed Estremo Oriente.

Ancora una volta e con maggior forza: che Dio ce la mandi buona!  

Luca Foglia, Milano
18 Giugno 2025

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mercoledì 18 giugno 2025

PARMA: GAY PRIDE. ROSARIO PUBBLICO DI RIPARAZIONE. 21 giugno 2025. Invito


a cura di Veronica Cireneo 

In Emilia, come altrove, già da qualche anno nel mese di giugno, notoriamente dedicato al Sacro Cuore di Gesù, nell'ambito della guerra di spiriti che non conosce tregua, l'arcinemico delle anime nostre ha pensato bene di suggerire di fare sfilare, a sberleffo, per le strade delle maggiori città italiane e del mondo, un "teatrino variopinto e scomposto", quando non pornografico, di fronte al quale un cattolico non può tacere. È per questo che, come già accaduto l'anno scorso, gli amici di Parma risponderanno al gay pride, con la recita pubblica del Santo Rosario in latino, secondo la formazione dell’ Aces Ordinata, anche preceduto dall' Adorazione Eucaristica. Ringraziando Messa in Latino per la tempestiva pubblicazione chiediamo a chiunque possa farlo, di unirsi ai rosarianti anche dando ampia risonanza a questo comunicato,per via dell'immediatezza dell'appuntamento. Segue l'invito con i dettagli..

§§§

Anche quest'anno a Parma si svolgerà, sabato, 21 giugno 2025, l'ennesima esibizione sodomita. Gli Alleati dell' Eucarestia e il "Comitato Liberi in Veritate di Parma e Piacenza" insieme ad altri gruppi cattolici della città invitano tutti "gli uomini di buona volontà" a pregare in riparazione alle offese contro Dio, l'uomo e l'ordine naturale del Creato con la recita dei Misteri Gloriosi, delle litanie e della preghiera di riparazione, dando loro appuntamento alle ore 17.30 dello stesso sabato 21 giugno, in Piazza Duomo a Parma. Il rosario sarà recitato in latino ed in formazione aces ordinata.

A chi non potrà partecipare in loco chiediamo di unirsi a noi nella preghiera alle ore 17.30. Il Vescovo è stato informato. La manifestazione è autorizzata.

Sussidio sul canale Telegram di Patris Corde: t.me/patriscorde (disponibile a breve)

In preparazione dell'atto pubblico di riparazione delle ore 17,30, per l'intera giornata di sabato, dalle ore 9.00 alle ore 17.00, abbiamo organizzato l'Adorazione Eucaristica continua nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli in Via Farini, 73 a Parma. Si tratta di iniziare a chiedere perdono, amare e adorare in quel giorno, il Signore, che ci aspetta instancabilmente nell'Eucaristia. Per chi vuol dare la propria disponibilità per un turno di preghiera (un'ora) può scrivere all'indirizzo email qui sotto riportato.

Per informazione e prenotazioni turni di preghiera, email: liberiinveritate-parma@proton.me.

"Alleati dell' Eucarestia" e "Comitato Liberi in Veritate di Parma e Piacenza"

16 giugno a.D. 2025

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sabato 14 giugno 2025

CONFLITTO ISRAELE-IRAN. Cosa dicono le profezie? Inizia il tempo della Purificazione? Possibili scenari

 

a cura di Veronica Cireneo 

Riceviamo dall'amico Luca Foglia questo articolo sui possibili scenari dell'inquietante conflitto israele-iraniano in corso. Lo pubblichiamo per la preoccupante corrispondenza di questi fatti con importanti rivelazioni. Come riportato anche dal sito "Fede e Cultura" di Foggia  nel febbraio 2009, alla pagina 34 del fascicolo riguardante i Segreti di Fatima, ( cfr. P. Antonio Gallo, Teresa Musco, II Edizione, Editrice "terzo Millennio", 1985, p. 82) vediamo come la Madonna  già nel 1973, alla stigmatizzata di Caserta Teresa Musco, rivelava la seguente profezia: 

"Sta per iniziare una nuova guerra nella terra dove è nato il Salvatore, cioè il Mio amatissimo Figlio e non si fermerà. Sembra che fanno la pace ma non è vero, perché da lì nascerà la grande guerra. Da lì viene il grande castigo dal cielo e dalla terra. Tu devi solo offrire te stessa e pregare ché, poi, sono Io a lavorare e a operare (...)

Tante sono le ulteriori conferme circa la pericolosità degli eventi in corso. Particolare quello che arriva dal metropolita Neophytos di Grecia che parla della profezia del monaco Gheron Theodor, pressoché sconosciuto: "Figli miei, mentre berrete il vostro caffè, sentirete che gli ebrei hanno colpito il programma nucleare dell'Iran. Allora inizieranno i grandi eventi. E nello stesso periodo, o poco prima, cadrà Erdogan. Questi saranno i segni che vi permetteranno di capire che stanno iniziando i grandi eventi."

È iniziato il tempo della grande purificazione?  Se possibile...buona lettura. Oremus

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ReArm Iran. Botte da orbi tra Iran e Israele (per i meno raffinati).


Ursula von der Leyen potrebbe approfittare del momento e candidarsi come nuovo Capo di Stato Maggiore dell’Iran, paese che sicuramente ha più bisogno di un piano di riarmo rispetto all’Unione Europea.
Cerchiamo di spiegare cosa è successo e cosa potrebbe accadere senza l’utilizzo degli slogan tanto cari ai giornalisti.

• I fatti
Ieri notte Israele ha attaccato l’Iran con oltre 300 bombe lanciate da 200 aerei da combattimento (F-35, F-16 e F-15). Ha colpito la capitale Teheran e Tabriz, le centrali nucleari di Natanz e Arak, alcuni siti militari e diverse zone residenziali dove sono stati uccisi quattro membri dei vertici militari e sei scienziati addetti al programma nucleare, oltre al capo negoziatore (schema simile a quello utilizzato l’anno scorso contro Hezbollah e Hamas).

L’Iran non ha inizialmente reagito perché i servizi segreti israeliani avevano distrutto o disabilitato le difese aeree tramite squadre di incursori presenti sul territorio. È la terza volta in un anno che il Mossad si muove abbastanza liberamente nella ex Persia.

Israele ha poi proseguito l’offensiva fino a questa mattina, prendendo di mira nuovamente la capitale Teheran, alcune infrastrutture militari, diverse città secondarie e il più importante sito nucleare iraniano, quello di Fordow, protetto da un bunker a diversi metri di profondità e in parte all’interno di una montagna. Stupisce l’accuratezza degli attacchi, niente a che vedere con quanto avviene a Gaza, segno che i missili erano probabilmente guidati da agenti nascosti nelle vicinanze degli obiettivi.

In serata le difese antiaeree iraniane hanno ripreso a funzionare e così la guida suprema Alì Khamenei ha dato il via libera alla ritorsione, durata tutta la notte e condotta tramite droni e missili balistici (alcuni ipersonici). Tel Aviv è stata il bersaglio preferito, ma anche la Cisgiordania e il Nord di Israele sono stati interessati. Pare che anche la centrale nucleare di Dimona e le basi da cui sono partiti gli aerei siano state attaccate. Al momento in cui scrivo le ostilità sono cessate da poco.

· Considerazioni tecniche
I servizi segreti israeliani, grazie a decenni di esperienza sul campo, sono riusciti a infiltrarsi in diverse zone dell’immenso Iran e, tramite droni, missili guidati e probabilmente apparecchi per la guerra elettronica, a distruggere o disabilitare i sistemi di difesa antiaerea iraniana. I loro jet hanno così potuto operare indisturbati dai cieli dell’Iraq (ad oggi ancora sotto controllo USA). Le poche difese rimaste attive si sono concentrate a proteggere i siti sensibili della capitale e la centrale di Fordow che pare non abbia subito danni. Si tenga presente che la maggior parte delle installazioni militari iraniane si trova a molti metri di profondità ed è per questo difficilmente raggiungibile dai missili. Grazie a ciò, L’Iran è stato in grado di reggere l’urto e contrattaccare.

Non avendo un’aviazione paragonabile a quella di Israele, si è affidato a droni e missili balistici. I primi hanno impiegato diverse ore per raggiungere Israele e sono stati utilizzati come esche per le difese, mentre i secondi sono arrivati a destinazione in una quindicina di minuti (sette per gli ipersonici) saturando il sistema di difesa a 3 strati che protegge il territorio israeliano.
Tirando le somme, come la guerra russo ucraina ci insegna, difendersi da un aggressione dal cielo è assai più complicato e costoso che attaccare, mentre via terra è esattamente il contrario. Sono quindi fondamentali la sorveglianza dei confini e il monitoraggio dei siti sensibili per non ritrovarsi spiacevoli sorprese. Se nei primi 20 anni del millennio siamo stati ossessionati dalla privacy, nei prossimi 20 lo saremo dalla sicurezza. I droni low cost han cambiato gli scenari bellici.

· Considerazioni politiche
Ci sono 4 Stati nel mondo che adottano una politica estera spregiudicata: la Turchia, il Rwanda, gli Stati Uniti e Israele (lasciamo stare per il momento il conflitto russo ucraino). Mentre per i primi 3 esistono dei limiti, o per lo meno cercano ogni tanto di tirare un colpo al cerchio e uno alla botte, per il quarto no.

Israele ha un piano ben preciso da almeno 30 anni (in realtà da molto prima, lo vedremo prossimamente) e con l’aiuto degli Stati Uniti sta cercando di implementarlo. È quello delle famose 7 guerre per assumere il controllo del Medio Oriente rivelato dal generale USA Wesley Clark nel 2001 (Qui). All’appello mancava solo l’Iran che, senza il supporto made in USA, non sarebbe stato attaccato.


Quindi, da ieri anche gli Stati Uniti sono in guerra con l’Iran. Con buona pace di Tulsi Gabbard (direttrice dell’Intelligence), di Steve Witkoff (il vero ministro degli esteri USA) e del giornalista Tucker Carlson che hanno cercato in tutti i modi di spiegare a Trump che con l’Iran bisognava giungere ad un accordo.

A Netanyahu, invece, va bene così, è un presidente adatto a tempi di guerra (come qualcun altro più a nord); in tempi di pace probabilmente la sua carriera politica finirebbe in un amen.

A Teheran per ora pare facciano finta di niente e attacchino solamente obiettivi israeliani, evitando di colpire le numerose basi USA presenti in Medio Oriente. Certo il colpo subito è stato pesante, anche perché era nell’aria nonostante gli imminenti negoziati con gli inviati di Trump.

Impedire all’Iran di fabbricare la bomba atomica sembra quindi un pretesto. Tra l’altro basterebbe che Teheran ne chiedesse una decina delle 6 mila in dotazione a Mosca per averla già domani in pronta consegna; peccato che anche la Russia sia contraria a un Iran atomico perché poi lo diventerebbero anche le monarchie del Golfo (Arabia, Qatar). Certo, qualche sistema di difesa avanzato e qualche caccia la Russia potrebbe fornirlo in tempi rapidi, ma il presidente Putin ragiona con schemi diversi; basti pensare che è l’unico Capo di Stato ad aver già parlato al telefono con le due controparti. L’Iran è sì un suo alleato, ma in Israele vivono circa 1 milione e mezzo di russi.

La Cina, la Turchia e l’Arabia Saudita si son fermate alle solite condanne formali, mentre il Pakistan, pur non essendo in ottimi rapporti con Teheran, ha dichiarato che l’Iran ha il diritto di difendersi in base all’articolo 51 delle Nazioni Unite. Sull’ Europa stendiamo il solito velo pietoso.

· Possibili scenari
Di sicuro non sarà una toccata e fuga come nel 2024. Entrambi i contendenti han dichiarato che ci saranno altri attacchi.

Altra certezza è che le leadership occidentali non capiscono che mettendo pressione a popoli con secoli di storia la reazione è quella opposta a quella desiderata. Si cementano attorno ai loro leader. Perciò Tel Aviv e Washington possono scordarsi un cambio di regime come avvenuto in Siria nel giro di poche ore. L’Impero Romano, che era l’Impero Romano, cercò per 700 anni di sottomettere la Persia e non ci riuscì; possibile che nessun leader studi un filino di storia?

Oltretutto, un’azione del genere è forse il miglior incentivo a dotarsi di un’arma atomica il prima possibile. In stile Nord Corea, che sarà anche un paese “brutto e cattivo”, però, per lo meno, non ha missili che gli piovono sulla testa.

Quindi, dal punto di vista militare, tutto è possibile a meno che USA e Russia non trovino un accordo su vasta scala. Magari la Cina rivedrà la sua teoria del “vinco senza far niente” perché a questo punto potrebbe non essere più sufficiente. Se Russia e Iran rimarranno impantanati per anni nelle rispettive guerre, chi sarà il prossimo obiettivo? La butto lì: Pechino?

Non aspettiamoci alcunché da Paesi Arabi e Turchia, a loro in fondo va bene così, se poi non si porrà freno all’escalation vedremo se avranno ragione a farsi gli affari propri. Ne dubito fortemente.

Occorre una conferenza internazionale in cui si discuta della sicurezza di tutti e non solo di alcuni.
Dal punto di vista economico la reazioni più ovvie potrebbero essere la discesa dei mercati azionari e la salita delle materie prime, soprattutto se Iran e Yemen decidessero di chiudere i due stretti attorno alla Penisola Arabica. Dico potrebbero essere perché, se intervengono le Banche Centrali, non c’è guerra o crisi che tenga, come nel 2008, nel 2020 e nel 2022. Per ora hanno ancora la forza di sostenere i mercati indipendentemente da tutto, c’è poco da fare.

•In conclusione, la situazione è grave.

L'Iran non è l’Afghanistan, né la Siria, né l’Iraq, né la Libia; è uno Stato con il controllo delle proprie risorse, senza divisioni “tribali”, con una popolazione tendenzialmente giovane di 90 milioni di persone e un apparato militare sviluppato (...) Che Dio ce la mandi buona!

Luca Foglia, Milano 
14 giugno 2025
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venerdì 13 giugno 2025

IL CALENDARIO ESTIVO DELLE CATECHESI SACERDOTALI. Programmazione degli Alleati dell'Eucarestia


di Veronica Cireneo 

A motivo dell'interesse suscitato dal ciclo di catechesi invernali, trasmesse in streaming sul canale telegram degli Alleati dell'Eucarestia e conclusosi recentemente, è nata da qualche giorno la nuova programmazione estiva, che vedrà la trattazione di tre importantissime tematiche curate rispettivamente da tre diversi relatori.

Ringraziamo quindi di cuore - in ordine di programmazione e anticipatamente per il loro servizio di evangelizzazione, anche virtuale - i sacerdoti: don Giuseppe Agnello, don Guglielmo Fichera e don Parvulus, andando di seguito a considerare i dettagli sostanziali e cronologici delle rispettive catechesi.

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1) SULLA TALARE. Don Giuseppe Agnello 

Sarà un ciclo di 4 incontri basati sulla lettura e commento del libro: "De habitu sancto. La fede fa l'abito" , di cui il sacerdote è autore e si terranno tutti i lunedi di giugno dalle 18,30 per la durata di un'ora circa.  Per non perdersi la prima parte, già andata in onda lo scorso 9 giugno, dove sono stati trattati i primi quattro capitoli, si può ascoltare la registrazione cliccando su questo Link YouTube 


Il libro, ricco di riferimenti evangelici considera le motivazioni storiche e dottrinali dell'uso della talare, confutando agilmente le argomentazioni di chi ne farebbe volentieri un oggetto da museo. Molto utile anche da regalare a sacerdoti e seminaristi, è disponíbile su tutte le piattaforme libràrie di rete, ma è preferíbile ordinarlo direttamente alla casa editrice di Pàdova, a questo indirizzo di posta elettrònica: redazione@lineaedizioni.it 

Prossimi appuntamenti, salvo imprevisti, saranno per lunedì 16 , 23 e 30 giugno sempre alle ore 18,30, con possibilità, per il pubblico degli ascoltatori di porre domande finali, al sacerdote.

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2) IL MAGISTERO DI PAPA LEONE XIV nel primo mese del Suo pontificatoDon Guglielmo Fichera  

Si tratta di una doppietta di incontri, che si terranno negli ultimi due giovedì di giugno, per la durata di un'ora circa. Con possibilità di riprendere l'argomento a settembre, si prefigge lo scopo di analizzare luci ed ombre del pontificato leonino, nel primo mese del Suo pontificato.

Don Guglielmo Fichera, già autore del trascorso ciclo di catechesi sull'Apocalisse, che trovate tutte raccolte in questa playlist , suggerisce agli ascoltatori, affinché possano assistere con efficacia alle trasmissioni, di prendere visione, intanto autonomamente, di questi tre documenti a seguire, limitatamente alla parte indicata: 1) DEI VERBUM , n. 4 b; 2) LUMEN GENTIUM, n. 16; 3) NOSTRA AETATE, nn. 1-4

Appuntamento il 19 e il 26 giugno alle ore 18,30. Possibilità di domande finali sul tema.

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3) I 7 DONI DELLO SPIRITO SANTO. Don Parvulus 

Sarà un ciclo di sette catechesi, una per ogni divino Dono, che il sacerdote Don Parvulus svolgerà nei giovedì di luglio ed agosto 2025 (saltandone alcuni che comunicheremo a posteriori ).

Il primo appuntamento sarà il 3 luglio alle ore 19, in streaming, per la durata di trenta minuti circa, con la possibilità, per gli ascoltatori, di porre domande in diretta attinenti al tema trattato. 

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Note

A) Alla presente programmazione, passibile di aggiustamenti, si potrebbero aggiungere altri appuntamenti, con nuovi relatori. 

B) Tutte le catechesi, si svolgeranno in diretta streaming dai microfoni del canale telegram degli Alleati dell'Eucarestia. Verranno quindi registrate e pubblicate sul nostro canale YouTube.

C) Sarà nostra cura aggiornarvi tempestivamente di eventuali variazioni programmatiche.

D) Infine ricordiamo che per conoscere gli aggiornamenti in tempo reale e per partecipare alle trasmissioni in diretta è altresì necessaria l'iscrizione al canale telegram degli Alleati dell'Eucaresti.

Buona partecipazione e condivisione del nostro apostolato, finalizzato a portare il Nome Santissimo di Gesù, fino agli estremi confini della terra. Grazie e Deo gratias. 

Veronica Cireneo 
13 giugno 2025

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mercoledì 11 giugno 2025

PILLOLE DI CATECHISMO DI PAPA LEONE XIV: SUPPLICARE IL CIELO. Udienza di Mercoledì 11 giugno


di Veronica Cireneo 

Laudetur Jesus Christus nunc et semper

 Udienza generale di mercoledì 11 giugno.

• Supplicare il Cielo.

Anche oggi il Vicario di Cristo, uomo di Fede, innamorato di Maria, secondo il Suo ruolo, facoltà e competenza spiega, così semplicemente, agli uomini di buona volontà come mettere in pratica la Parola e la Volontà di Dio.  Corrispondendo in pieno a ciò di cui le nostre anime affamate di sacro e di santità avevano ed hanno bisogno. Ringraziamo il Signore.

Per ascoltare le Sue nutrienti parole clicca sul link seguente 

https://youtu.be/RNogxhk8ynA?si=ROrBpymSv0muT7up


Veronica Cireneo 

Mercoledì 11 giugno 2025

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venerdì 6 giugno 2025

COMUNICATO STAMPA DEGLI ALLEATI DELL'EUCARESTIA. Invito a Piazza San Pietro per il Giubileo delle Associazioni.


di  Veronica Cireneo 

Un breve comunicato per informare che, in occasione del Giubileo delle Associazioni, una piccola delegazione degli Alleati dell' Eucarestia e del Vangelo sarà presente in piazza San Pietro domenica 8 Giugno, Solennità di Pentecoste, per partecipare alla Santa Messa, che verrà celebrata da Sua Santità Papa Leone XIV, alle ore 10,30.

L'evento rappresenta la naturale evoluzione della  Supplica Filiale inviata al Pontefice sabato 31 Maggio, suscitata proprio da questo significativo appuntamento del Santo Padre con le Associazioni e i Movimenti, che ritiene fondamentali per l’evangelizzazione: "La vita cristiana non si vive nell’isolamento, come se fosse un’avventura intellettuale o sentimentale (...) Mettete i vostri talenti a servizio della missione. Chiunque è portatore di un carisma è chiamato ad arricchire gli altri, spogliandosi di sé. Al centro ci sia Cristo!" ha detto il Papa

Gli amici romani, e non, interessati a condividere questo momento di Grazia, troveranno la nostra rappresentanza nei pressi della Fontana Paolo VI - vedi foto seguente - che è situata verso il centro della Piazza. 

Il gruppo sarà facilmente individuabile grazie allo stendardo che vedete in alto, nella foto di copertina. Rappresenta il nostro logo, posto sulla didascalia, che recita così: "L'Immacolata benedica Papa Leone XIV e gli Alleati dell'Eucarestia".

Come da prassi abbiamo formalmente avvisato le autorità vaticane della nostra presenza, auspicando che Papa Leone, insieme all'Immacolata voglia benedire gli Alleati e la loro umile e onorevole missione, che,  finalizzata alla diffusione del culto dovuto alla SS.Eucaristia e al Trionfo del Cuore Immacolato di Maria, opera sul territorio italiano attraverso la sensibilizzazione e la testimonianza della devozione verso la Presenza Reale di Cristo nell'Ostia.  Nella speranza che vogliate cortesemente condividere questo comunicato con invito, benediciamo il Signore. Grazie. 

Laudetur Jesus Christus nunc et semper.

Veronica Cireneo, co-fondatrice e referente degli Alleati dell'Eucarestia e del Vangelo. 

Venerdì 6 giugno, a D. 2025

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IMPORRE LA COMUNIONE IN MANO È UN ABUSO. Don Federico Bortoli



a cura di Veronica Cireneo 

Un fondamentale articolo del 2021, riguardante l'abuso eucaristico dell' imposizione della Comunione sulla mano, sempre più diffuso, scritto da don Federico Bortoli in piena emergenza sanitaria e già pubblicato da Stilum Curiae

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La questione della Comunione sulla mano è una tematica che mi sta molto a cuore e ho ampiamente trattato nel mio libro “La distribuzione della Comunione sulla mano" edito da Cantagalli, con la prefazione del Cardinal Robert Sarah. Perciò in queste righe non affronterò il tema nel suo complesso, con tutte le sue problematiche, ma mi limiterò a considerare se esiste un fondamento medico-scientifico e giuridico per imporre la Comunione sulla mano, come si sta facendo in molti luoghi. 

Naturalmente per ciò che concerne l’ambito medico farò riferimento ad esperti in materia, mentre per l’aspetto giuridico cercherò di dare il mio contributo di canonista, basandomi su ciò che dice realmente il diritto canonico, che come ho avuto modo di apprendere nei miei studi è essenzialmente la ricerca di “ciò che è giusto” in modo oggettivo ed è garanzia affinché vengano salvaguardati i diritti dei fedeli. 

Spesso, invece, si ha l’impressione che il diritto, o presunto tale, venga utilizzato come strumento per imporre le proprie idee, calpestando le norme reali e i diritti dei fedeli, approfittando solamente della propria posizione di potere.

A seguito dell’attuale situazione sanitaria legata al covid, in molti luoghi la Comunione in bocca viene negata, ponendo serie difficoltà di coscienza sia ai fedeli che desiderano ricevere l’Eucaristia in tal modo, sia ai sacerdoti che desiderano rispettare il diritto dei fedeli stessi a comunicarsi così.

Il divieto della Comunione in bocca viene giustificato basandosi sul fatto che tale modalità sarebbe, in maniera certa e inequivocabile, più rischiosa rispetto alla Comunione sulla mano, per la contaminazione da covid. 

Come vedremo, di questo non vi è alcuna evidenza scientifica oggettiva. Sul tema ci sono opinioni contrastanti, come del resto su tutta la questione covid, si sente tutto e il contrario di tutto, all’interno della stessa comunità scientifica e non si capisce perché debbano valere di più le opinioni di certi medici piuttosto che altri, solo perché coincidono con il proprio punto di vista del tutto personale. È necessario valutare le cose con più oggettività possibile.

Tutti i medici concordano sul fatto che, in base alla letteratura scientifica, il covid si trasmette attraverso goccioline (droplets): in altre parole il coronavirus deve letteralmente “prendere il volo” per poter infettare, e ciò può avvenire con starnuti, colpi di tosse e parlando a voce alta. Inoltre, alcuni medici come il Dottor Paolo Gulisano, epidemiologo presso l’ospedale di Lecco e il Dottor Fabio Sansonna, chirurgo presso l’Ospedale Niguarda di Milano evidenziano che la stessa saliva finché non passa dallo stato liquido, come è normalmente in bocca, allo stato di goccioline è innocua. Oltretutto la saliva stessa contiene il lisozima che è un disinfettante naturale, il quale agisce contro i virus e i batteri.

Il professor Filippo Boscia, presidente nazionale dei medici cattolici, sostiene che sono proprio le mani, toccando tutto, ad essere la parte del corpo più esposta ai virus e che pertanto è proprio la Comunione sulla mano ad essere più pericolosa

Di fronte a tale considerazione si obietterà che, utilizzando il gel disinfettante e non facendo lo scambio della pace, tale problema non sussiste. In realtà, dopo essersi disinfettato le mani all’ingresso della chiesa, con le mani inevitabilmente si toccano le panche e altri oggetti. Ma soprattutto, in molte chiese, nonostante le attuali normative dicano che le offerte devono essere lasciate prima o al termine della funzione in un apposito contenitore (qui sì che si che si può tranquillamente trasgredire la norma!), da tempo si è cominciato a raccogliere le offerte durante l’offertorio, pur utilizzando un oggetto adeguato per mantenere la distanza. Resta il fatto che i fedeli, dopo avere toccato il denaro, banconote o monete che siano (e si sa che dal punto di vista igienico sono tra le cose più sporche), ricevono l’Eucaristia sulla mano e se la portano alla bocca. 

Qualcuno dovrebbe spiegare dove sta l’igiene in questo caso. Per di più, molti sacerdoti notano che proprio distribuendo la Comunione sulla mano, con molta facilità, entrano in contatto con la mano del fedele, per quanto si cerchi di evitarlo, mentre con la Comunione in bocca molto raramente si viene in contatto con la lingua o le labbra del fedele e, se dovesse capitare, è sufficiente procedere alla disinfezione delle dita. Quindi, è proprio la Comunione sulla mano ad essere meno sicura dal punto di vista igienico.

Ben 21 medici cattolici austriaci, nel giugno scorso, rifacendosi alle considerazioni del professor Boscia, hanno chiesto alla loro Conferenza Episcopale di rimuovere il divieto della Comunione in bocca e la Conferenza ha tolto questo divieto. Nel settembre scorso anche 27 medici tedeschi hanno fatto la medesima richiesta alla loro Conferenza Episcopale.

• Chiarito quindi che non vi è alcuna seria ed oggettiva ragione sanitaria per imporre la Comunione sulla mano, analizziamo ora la questione dal punto di vista giuridico, cercando di capire se i vari provvedimenti volti a vietare la Comunione sulla lingua siano leciti e validi.

Innanzitutto si sostiene che la Comunione sulla mano sarebbe una richiesta tassativa dello Stato per garantire la salute pubblica, la cui non osservanza porterebbe addirittura a conseguenze penali.  A tal proposito, chi ritenesse che lo Stato possa determinare nel concreto un rito liturgico, segnalo che il Card. Sarah, quando era Prefetto del Culto Divino, il 12 settembre scorso ha reso pubblica una lettera ufficiale del 15 agosto 2020, approvata in forma specifica dal Santo Padre, in riferimento all’attuale situazione sanitaria, dove si ricorda che «le norme liturgiche non sono materie sulla quale possono legiferare le autorità civili, ma soltanto le competenti autorità ecclesiastiche», facendo riferimento diretto a Sacrosanctum Concilium 22 e al can. 838 del Codice di Diritto Canonico.

Tanto per rispondere a chi distribuisce con tanta superficialità patenti di disobbedienza al Papa e al Vaticano II, senza alcun fondamento...ci può stare che vengano date indicazioni circa il distanziamento e l’uso delle mascherine, ma non certo determinare come si debba svolgere un rito liturgico. 

In ogni caso, stando all’ultimo documento emanato dal Ministero dell’Interno stilato sulla base del famoso CTS, si parla solo di “raccomandazione” di evitare la distribuzione della Comunione in bocca. Quindi non vi è assolutamente alcun obbligo e tantomeno alcuna conseguenza penale nel non osservare tale raccomandazione.

Inoltre, è molto interessante considerare che nei protocolli siglati dallo Stato italiano con le Comunità ortodosse, protestanti, evangeliche e anglicane, al momento della Comunione si chiede solamente di non venire a contatto con i fedeli, senza assolutamente entrare nel dettaglio di come si debba svolgere questo rito. Ed è risaputo che le Comunità ortodosse fanno sempre la Comunione sotto le due specie utilizzando un cucchiaino che viene avvicinato alla bocca di ogni fedele. 

Anche alcune comunità luterane fanno la Comunione in bocca e in ginocchio. Quindi lo Stato verso queste comunità non ha affatto preteso che la Comunione venga fatta solo ed esclusivamente in mano; stanno svolgendo il rito di Comunione come hanno sempre fatto. La stessa raccomandazione di evitare la Comunione in bocca indirizzata alla CEI è stata fatta solo dopo una sollecitazione da parte della stessa CEI e nel primo protocollo si parla solo di non venire a contatto con le mani dei fedeli, senza escludere la Comunione in bocca. Pertanto è falso affermare che lo Stato o la CEI pretende in modo tassativo la Comunione sulla mano.

Ma molti sostengono che le conferenze episcopali regionali e/o il singolo vescovo diocesano possano proibire la Comunione in bocca. È veramente così? Innanzitutto possiamo notare che questi “provvedimenti” sono per lo più semplici comunicati o lettere, presentando quindi delle lacune dal punto di vista formale e giuridico e che pertanto non possono in alcun modo abrogare o sospendere la norma generale della Comunione in bocca. 

Perché è proprio questo il punto fondamentale, la Comunione sulla lingua è la norma generale che regola la distribuzione dell’Eucaristia, confermata in modo solenne dalla Santa Sede con l’Istruzione Memoriale Domini del 29 maggio 1969. Quindi è il legislatore supremo, la Sede Apostolica, ad avere confermato la norma generale della Comunione in bocca. La stessa Istruzione prevede anche la possibilità di chiedere l’indulto della Comunione sulla mano, che da punto di vista giuridico è una eccezione alla legge, che pertanto non può per sua natura diventare la norma generale. Per questo motivo un vescovo nella propria diocesi può fare tranquillamente un decreto con il quale vieta la Comunione sulla mano (come ha fatto il vescovo di Oruro in Colombia nel 2016), ma non può fare il contrario, ossia vietare la Comunione in bocca.

Si sostiene, però, che in caso di emergenza sanitaria, quanto sopra non vale. In realtà non vi è alcun fondamento giuridico in tale affermazione. Per di più abbiamo già dimostrato che non vi sono evidenze scientifiche oggettive per affermare che la Comunione sulla mano sia più sicura dal punto di vista igienico rispetto alla Comunione in bocca. Ma ammesso che si dimostrasse questo, solo il legislatore supremo, ossia la Santa Sede, potrebbe cambiare la norma generale della Comunione in bocca (e al momento non l’ha ancora fatto). Nessuna autorità inferiore può modificare questa norma, quindi nessuna conferenza episcopale nazionale, regionale o il singolo vescovo può modificare la norma generale della Comunione in bocca.

Lo stesso canone 838 del Codice di Diritto Canonico è estremamente importante in tal senso, perché ricorda proprio che regolare la sacra liturgia spetta alla Sede Apostolica, sottolineando che il vescovo diocesano può legiferare in materia liturgica entro i limiti della sua competenza. Le stesse conferenze episcopali hanno dei limiti ben determinati, come stabilisce il canone 455. Perciò se un vescovo o una conferenza episcopale vietano la Comunione in bocca, anche se anziché comunicati o lettere utilizzassero dei decreti (più corretti dal punto di vista formale), oltrepassano i limiti della loro competenza, compiendo un vero e proprio abuso di potere. Questi provvedimenti pertanto risultano essere invalidi e non hanno alcuna forza obbligante, né per i sacerdoti né per gli altri fedeli. Si dirà che per altre questioni, come l’abolizione dello scambio della pace (recentemente modificato), non si sono poste obiezioni, ma questo intervento rientra nel proprio ambito di competenza, anzi lo stesso celebrante ha facoltà sempre di ometterlo, non essendo obbligatorio. Quindi è davvero paradossale che certi pastori pretendano l’obbedienza a certe “norme” stabilite in modo arbitrario, quando essi stessi sono i primi disobbedienti alle autentiche norme della Chiesa.

L’attuale Ordinamento Generale del Messale Romano e l’Istruzione Redemptionis Sacramentum del 25 marzo 2004 confermano in maniera chiara e inequivocabile che il fedele ha sempre e comunque il diritto di ricevere la Comunione in bocca, anche dove è consentita la Comunione sulla mano. Non solo, la stessa Istruzione al n. 91 ricorda che non è lecito negare la Santa Comunione a seconda del modo che uno sceglie per comunicarsi, citando il canone 843 § 1, che stabilisce che «i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedono opportunamente». Ora, come si può negare la Comunione semplicemente perché un fedele chiede di riceverla in un modo stabilito dalla Chiesa? Il fedele che non vuole ricevere la Comunione sulla mano non lo fa perché è fissato, rigido e formalista, ma perché con questa modalità ci sono molti inconvenienti, primo fra tutti l’inevitabile dispersione di frammenti eucaristici. La rigidità piuttosto la si riscontra in chi vuole imporre con la forza la Comunione sulla mano. In sostanza si dice: “Vuoi la Comunione? O la predi in mano o niente! Complimenti, e poi ci riempiamo la bocca di “carità e sensibilità pastorale”, di vicinanza ai fedeli, di essere misericordiosi e comprensivi. In realtà questa imposizione appare né più né meno come una forma di clericalismo, mai tanto combattuto come in questo tempo, ma solo a parole. Diversi sacerdoti, pur essendo contrari alla Comunione sulla mano, non la negano e nell’attuale situazione, per venire incontro alle difficoltà di alcuni fedeli, disorientati da tante informazioni contrastanti che ricevono, fanno comunicare prima coloro che vogliono la Comunione in mano e poi alle fine quelli in bocca. Quindi è sufficiente un po’ di buon senso. Mi pare che questi sacerdoti dimostrino un’apertura e una elasticità mentale ben maggiore di certi novelli farisei e legalisti. E invece cosa si fa? Chi rispetta la libertà di scelta dei fedeli, con le dovute attenzioni, viene accusato di disobbedienza e, senza alcun fondamento scientifico, di essere un irresponsabile, un untore, di essere causa di propagazione del virus, di non preoccuparsi della salute della gente. Come siamo bravi a stravolgere la realtà!

Piuttosto sembra che, nell’attuale situazione, si sia presa la palla al balzo per dare un’ultima spallata alla Comunione in bocca, detestata da molti per motivi ideologici. Ne è prova il fatto che qualche vescovo ha addirittura definito la Comunione sulla lingua un abuso liturgico, quando in realtà è proprio la Comunione sulla mano ad essersi imposta come un abuso liturgico, che poi è stato successivamente legalizzato. Sono numerosi i fedeli che, anche prima dell’inizio della pandemia, sono stati derisi, presi in giro e gravemente offesi dai propri pastori solo perché desideravano ricevere la Comunione in bocca e in ginocchio, dimostrando anche in questo caso una proverbiale carità e sensibilità pastorale. A loro veniva intimato, con estrema severità di alzarsi, altrimenti non avrebbero ricevuto l’Eucaristia: questo sì che è un abuso, come ricorda Redemptionis Sacramentum n. 91. Ma, di fronte a tanti casi del genere, non si è preso nessun provvedimento, anzi c’è stato un tacito assenso.

Mi pare che molti fedeli oggi dimostrino di aver più fede nella Presenza Reale di Nostro Signore e di aver più rispetto nell’Eucaristia di molti pastori che, invece di fare crociate contro la Comunione in bocca, dovrebbero forse prendere ad esempio dalla fede dei piccoli e semplici pastorelli di Fatima che così pregavano con la preghiera insegnata loro dall’Angelo: «Mio Dio, io credo, adoro, spero e Ti amo. Ti chiedo perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Ti amano. Santissima Trinità, Padre e Figlio e Spirito Santo, io Ti adoro profondamente e Ti offro il Preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di nostro Signore Gesù Cristo, presente in tutti i Tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi ed indifferenze con cui Egli stesso ê offeso. E per i meriti infiniti del Suo Cuore Sacratissimo e del Cuore Immacolato di Maria, Ti domando la conversione dei poveri peccatori».

Don Federico Bortoli ( già nel 2021)

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Pubblicato il 26 febbraio 2021 su Stilum Curiae. Per sostenere il blog di Marco Tosatti  l'IBAN è IT79N0200805319000400690898

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