Veronica Cireneo. In questo articolo di don Luca Tuttocuore (don Parvulus) viene offerta una guida per la Confessione Sacramentale. Dopo un preambolo, caratterizzato da suggerimenti base per preparare un buon esame di coscienza, il sacerdote guida il fedele dentro l'analisi interiore: prima attraverso il confronto dell'anima con i 10 Comandanti, poi attraverso quello con i Vizi Capitali, per un migliore approfondimento. Ricordiamo che fare la Comunione quando si è in stato di peccato mortale non è volontà di Dio, ma di satana, perché è strada certa per l'inferno (vedi foto seguente). Accostiamoci dunque con la massima fiducia alla Confessione e siamo sempre molto generosi nell'auto-accusa. Si raccomanda in ogni tempo, e soprattutto in questo periodo di Avvento, che ci prepara ad accogliere il Redentore nella stalla del nostro cuore - teniamola pulita il più possibile - lo studio, la meditazione, l' utilizzo e la diffusione dei passi suggeriti da questa guida. Buona lettura.
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A) Preambolo: per accostarsi con frutto al Sacramento della Penitenza.
1) Chiedi la Grazia allo Spirito Santo di illuminare la tua mente, con questa preghiera iniziale:
O Dio, che sei la misericordia e il perdono, e concedi ogni grazia senza alcun merito, illumina la mia mente con la luce del tuo Santo Spirito, perché confessando umilmente i miei peccati, io possa offrirti in sacrificio un cuore umile e contrito e, conoscendo il tuo amore di Padre che mi ha creato e redento, io possa servirti sempre nella gioia e nella pace. Per Cristo nostro Signore. Amen. Madre mia Immacolata, Angelo mio Custode, intercedete per me!
- alla presenza di Dio, della Vergine Santa, del tuo Angelo Custode invocati, fai un esame di coscienza. Interrogati sulla condotta che hai tenuto dall’ultima confessione ben fatta;
Da quanto tempo non mi confesso? Ho compiuto la penitenza? Ho taciuto coscientemente per vergogna qualche peccato grave in qualche confessione precedente? Ho fatto la Comunione in peccato mortale o senza aver rispettato il digiuno di un’ora? Provo dolore dei miei peccati e mi propongo di lottare per non commetterli più?
2) Ricordati che non sono peccati le tentazioni, gli stati d’animo, le immaginazioni e le sensazioni involontarie e tutto ciò che non passa, direttamente o indirettamente, attraverso la tua consapevole volontarietà. Perciò, guardati dagli scrupoli, da complessi di colpa, da vaghi sentimenti di colpevolezza.
3. Accompagna il tuo esame di coscienza con un atteggiamento interiore di pentimento (contrizione del cuore) che nasca dall’amore di Dio (dolore dell’anima). È l’elemento più importante per una buona confessione; chiedilo al Signore e cerca di suscitarlo col suo aiuto nell’intimo del tuo cuore.
- Non confonderlo col sentimento o col dispiacere sensibile; è soprattutto un atteggiamento della volontà che rifiuta ciò che è male davanti a Dio e si propone di evitarlo con ogni mezzo. Ti dissoci dal male che hai fatto (perché dispiace a Dio, che è Padre tuo), e ti proponi di ripararlo.
4. Ricorda quindi che il vero dolore contiene un proposito sincero e fermo di lottare contro il peccato. Deve essere un “proposito” e non soltanto una buona intenzione.
-Proposito: cioè un punto concreto su cui lottare, una meta da guadagnarti nella tua vita cristiana, facile da verificare e da controllare nella prossima confessione. Serviti per questo anche del consiglio del sacerdote confessore.
5. Infine, arriva all’accusa.
- Devi andare in confessionale per accusarti e non per scusarti (a questo ci penserà il Signore!);
- devi dire il peccato, non descriverlo.
- Perciò, l’accusa sarà breve, chiara, completa, senza lasciarti vincere dal timore o dalla vergogna che portano solo al rimorso e non all’amore.
6. Il sacerdote ti darà una “penitenza”: un’opera buona da compiere o una preghiera da offrire al Signore, che hanno un valore di riparazione.
- Penitenze e preghiere servono a “pagare” un po' di debiti, che con i peccati accumuliamo davanti a Dio e alla Chiesa.
- Fai subito la penitenza o quanto prima, ricordandoti che il modo migliore per riparare è l’esempio di una vita cristiana coerente e fedele.
I DIECI COMANDAMENTI:
B) analisi personale dettagliata per preparare un diligente esame di coscienza
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1. PRIMO COMANDAMENTO:
“Non avrai altro Dio fuori di me”
- Ho pregato, con calma e attenzione: al mattino con l’offerta delle azioni della giornata e alla fine della giornata con le preghiere della sera? Durante la giornata, ho avuto altri momenti di preghiera?
- Ho fatto l’esame di coscienza la sera?
- Chiedo a Dio che accresca in me la fede e l’amore per Lui?
- Uso i mezzi necessari per acquistare una buona formazione religiosa?
- Negli ambiti dove vivo (in famiglia, nell’ambiente di lavoro, ecc.) mi sforzo di essere un vero cristiano con l’esempio e la parola?
- Faccio apostolato, cercando (con la preghiera, con piccoli sacrifici personali e con un autentico rapporto di amicizia) che altre persone conoscano Dio e gli vogliano sempre più bene?
- Ho negato qualche verità di fede o ne ho dubitato deliberatamente?
- Ho letto o conservato libri, giornali o videocassette che vanno contro la fede? Li ho trasmessi ad altri?
- Ho mormorato esternamente (o internamente) contro il Signore, quando mi è successa qualche disgrazia?
- Ho parlato senza riverenza delle cose sante, della Chiesa, del Papa, dei sacerdoti? Credo in ciò che la Chiesa insegna?
2. SECONDO COMANDAMENTO:
“Non nominare il nome di Dio invano”
- Ho nominato il nome di Dio senza necessità o, peggio, con ira o senza rispetto?
- Ho bestemmiato, dicendo parole ingiuriose contro Dio, contro la Madonna, contro i Santi o contro le cose sante? Se sì, sono pentito e deciso a chiedere perdono attraverso il sacramento della Confessione?
- Ho riparato, almeno dicendo un’Ave Maria o una giaculatoria quando ho sentito altri bestemmiare?
- Ho giurato il falso o senza necessità, senza tener conto dell’insegnamento di Gesù: “Sia invece il vostro parlare sì, sì, no, no” (Mt 5,37)? Ho riparato al danno che ne è seguito?
3. TERZO COMANDAMENTO:
“Ricordati di santificare le feste”
- Ho tralasciato di assistere alla Santa Messa la domenica o nelle altre feste prescritte?
- Ho ostacolato altri (coniuge, figli, amici, collaboratori, compagni di lavoro) a partecipare alla Santa Messa?
- Ho lavorato o fatto lavorare la domenica senza necessità urgente?
- Ricorro con frequenza al sacramento della Confessione?
- Ho avuto cura di osservare la disposizione del digiuno (almeno un’ora) prima di fare la Comunione?
- Il venerdì ho fatto un piccolo sacrificio, ad esempio quello di non mangiare carne oppure una piccola mortificazione?
4. QUARTO COMANDAMENTO:
“Onora il padre e la madre”
- Ho trattato con delicatezza le persone della mia famiglia?
- Coltivo l’affetto e la cura per i genitori, soprattutto se anziani? Li rispetto e chiedo loro consiglio?
- Ho litigato con il mio coniuge? Evito di riprenderlo, contraddirlo o discutere con lui davanti ai figli? Gli ho disubbidito o l’ho ingiuriato? Ho dato con ciò cattivo esempio? Ho dedicato al mio coniuge e ai figli tutto il tempo e l’attenzione necessari? Ho dato loro cattivo esempio, non compiendo io stesso i doveri religiosi, famigliari o professionali?
- Ho corretto con affetto e con fermezza i loro difetti o sorvolo su di essi per comodità? Li ho minacciati o maltrattati con parole o azioni? Ho trascurato il mio obbligo di aiutarli a compiere i loro doveri verso i famigliari, verso i compagni o gli insegnanti, verso Dio? Mi sono preoccupato della loro formazione religiosa e morale? Sacrifico i miei gusti, capricci, svaghi, ecc. per compiere il dovere di dedicarmi alla famiglia? Mi lamento in presenza della famiglia del peso che comportano gli obblighi domestici? Evito discussioni o bisticci con i figli, non dando importanza a piccolezze che si superano con il tempo e il buonumore? Sono gentile con gli estranei mentre mi manca questa gentilezza nella vita di famiglia? Potendo farlo, ho tralasciato di aiutare le persone che mi sono più vicine (i famigliari, i parenti) nelle loro necessità spirituali e materiali? Disubbidisco ai miei genitori e ai superiori?
5. QUINTO COMANDAMENTO:
“Non uccidere”
- Ho fatto qualcosa (per imprudenza o, peggio, per malizia) che abbia recato danno alla vita fisica, morale o spirituale del prossimo?
- Ho dato scandalo ad altri con le mie conversazioni, il mio modo di vestire, con l’invito a qualche spettacolo immorale o con il prestito di qualche libro o rivista poco pulita? Se sì, ho cercato di riparare allo scandalo?
- Considero l’aborto un gravissimo delitto contro l’uomo e contro Dio?
- Ho usato o indotto ad usare contraccettivi abortivi (la cosiddetta pillola del giorno dopo, la spirale, etc)?
- Covo rancori? Invidie?
- Mi sono adirato?
- Ho perdonato le offese ricevute?
- Ho recato danno alla mia ed altrui vita, mettendola in pericolo con leggerezza non osservando le regole del traffico?
- Ho recato danno alla mia salute, ad esempio mangiando o bevendo più del ragionevole o eccedendo nel fumo?
- Ho fatto uso di droghe? Ho respinto risolutamente qualsiasi invito a farne prova?
- Mi sono preoccupato efficacemente del bene del prossimo? L’ho corretto come richiesto dalla carità cristiana?
6. SESTO E NONO COMANDAMENTO:
“Non commettere atti impuri"
" Non desiderare la donna d’altri”
- Mi sono soffermato volontariamente in pensieri e desideri poco puliti?
- Ho guardato, letto o parlato di cose disoneste?
- Ho commesso qualche azione poco pulita con me stesso o con altri? C’è stata qualche circostanza aggravante, consacrazione a Dio, matrimonio?
- Ho preso parte a spettacoli (film, trasmissioni televisive, riunioni, internet) che mi ponevano in occasione di peccato? Sono fermamente deciso di evitarle in futuro?
- Ho usato indebitamente del matrimonio facendone uso soltanto nei giorni in cui non ci può essere concepimento e seguendo questo modo di agire senza ragioni gravi?
- Ho usato dei mezzi oppure ho preso farmaci per evitare figli? Ho indotto il coniuge o altre persone a prenderli?
- Ho interrotto l’atto coniugale?
- Vivo castamente il fidanzamento e ricorro con frequenza al sacramento della Penitenza e alla Comunione per avere più grazia di Dio?
- Convivo come marito e moglie senza essere sposato in chiesa?
- Chiedo a Dio nella preghiera di aiutarmi ad essere puro di cuore e generoso nel sacrificio?
- Ho frequentato ambienti poco raccomandabili o cattive compagnie?
7. SETTIMO E DECIMO COMANDAMENTO:
“Non rubare/ Non desiderare la roba d’altri”
- Ho sottratto oggetti o denaro altrui? Ho riparato o restituito, se ero in grado di farlo?
- Retribuisco con giustizia il lavoro degli altri?
- Compio i miei doveri sociali (tasse, ecc.)?
- Ho danneggiato altri nei contratti o relazioni commerciali con inganni, raggiri, corruzioni, bustarelle? Ho riparato al danno causato?
- Ho lavorato con serietà, guadagnandomi la retribuzione che ricevo?
- Ho lasciato, per pigrizia, che si producessero gravi danni nel mio lavoro?
- Lavoro pensando che a Dio non si debbono offrire cose mal fatte?
- Facilito il lavoro degli altri o creo difficoltà: per esempio con litigi, con atteggiamenti negativi o con interruzioni o ritardi, ecc.?
- Ho abusato della fiducia dei miei superiori?
- Tollero abusi o ingiustizie che ho l’obbligo di impedire?
- Faccio preferenze per persone o favoritismi?
- Ho prestato il mio appoggio a programmi di azione sociale e politica immorali e anticristiani?
- Ho speso più di quanto mi permetteva la mia situazione, gravando ingiustamente sul bilancio famigliare?
- Ho tralasciato di dare l’aiuto conveniente alla Chiesa?
- Faccio elemosine proporzionate alla mia situazione economica?
- Sopporto con senso cristiano l’eventuale mancanza di cose necessarie?
8. OTTAVO COMANDAMENTO:
“Non dire falsa testimonianza”
- Ho detto cose non rispondenti alla verità? Ho riparato al danno che eventualmente ne è conseguito?
- Mento abitualmente scusandomi col pensare che “sono cose di poca importanza”?
- Ho divulgato (senza alcun obbligo di stato) difetti gravi di altre persone (anche se reali, ma non conosciuti)?
- Ho aperto o letto la corrispondenza o altri scritti che l’interessato non voleva far conoscere?
- Ho ascoltato conversazioni contro la volontà di chi le faceva?
- Ho calunniato attribuendo ad altri ciò che non era vero?
- Ho parlato male degli altri, persone o istituzioni, con l’unico fondamento del “si dice”, “mi hanno raccontato” e simili? In altre parole: ho cooperato in questo modo alla calunnia o mormorazione?
- Mi rendo conto che le discrepanze politiche, professionali ed ideologiche non devono offuscarmi fino al punto di giudicare o parlare male del prossimo? e che queste differenze non mi autorizzano affatto a rendere noti difetti morali di alcuno a meno che non lo esiga il bene comune?
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C/ ESAME DI COSCIENZA SUI SETTE PECCATI CAPITALI (approfondimento)
1. Superbia
La superbia è un amore disordinato per la propria "eccellenza" . Essa quindi, detronizza Dio dall’anima e intronizza l’ “io”.
La persona superba esagera le sue qualità personali, parla di se stessa, delle sue imprese, è gelosa di chiunque ottenga onore e quindi lo rubi a lei e con questi presupposti si cade dentro tanti errori.
Domande per approfondire l'esame di coscienza:
- Ho attribuito alla mia opinione un valore superiore alla Sapienza di Dio i alla sua legge morale, alla tradizione Cristiana, o all’insegnamento della sua Chiesa?
- Ho avuto la presunzione di sentenziare su argomenti religiosi, conosciuti poco e male?
- Ho trascinato altri nel peccato beffandomi della legge di Dio, chiamandola antiquata, impossibile, troppo vecchia?
- Sono convinto che ogni qualità che ho ricevuto viene da Dio e che quindi devo ringraziare Lui?
- Cerco sempre di essere osservato? Cerco la pubblicità, come se il principio e la conclusione della mia vita sia essere conosciuto e riconosciuto dagli altri?
- Ho sempre praticato l’umiltà e riconosciuta la verità riguardo a me stesso?
2. Avarizia
L’avarizia è l’amore disordinato dei beni terrestri. L’amore eccessivo della ricchezza dà all’uomo un cuore freddo.
Domande:
- Ho procurato la mia ricchezza senza tenere conto dei diritti altrui?
- Faccio spese superflue, soltanto per me e per i miei piaceri personali: bere, divertirmi, ecc., invece che per gli altri, cioè: i poveri, gli ammalati, per il culto, ecc.?
- Mi preoccupo di aumentare i miei affari invece di pagare il salario dovuto ai miei dipendenti?
- Ho passato molto tempo rifiutando di far l’elemosina ai poveri, ai bisognosi, agli emarginati?
- In particolare, ho meditato e medito sui due insegnamenti del Maestro: “Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano: accumulate, invece, per voi tesori in Cielo, dove nè tarma, nè ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano?”
3. Invidia
L’invidia è sentirsi scontenti del bene altrui, è un desiderare la riduzione del bene altrui, come se fosse un affronto alla nostra superiorità. L’invidioso non si accorge che il suo criticare gli altri equivale a criticare se stesso. Chi accusa gli altri di infedeltà, di gelosia, di superbia, generalmente commette tutti questi peccati. Egli proietta sugli altri i propri difetti, e nel giudicare gli altri resta giudicato lui stesso.
Domande:
- Ho manifestato invidia mortificando gli altri con piccoli accenni, mezze verità, ricerca di difetti, attribuzioni di falsi motivi?
- Mi sono rallegrato per le sfortune altrui?
- Mi sono sforzato di curare la gelosia pregando per coloro dei quali sono geloso?
- Perchè non ho considerate le belle qualità del prossimo come occasione di imitazione anziché d’invidia, aumentando il tal modo il benessere dell’umanità e la gloria di Dio?
4. Ira
L’ira è ingiusta quando consiste in un desiderio violento e disordinato di punire. Molte volte è accompagnata dall’odio che cerca non solo di respingere l’aggressione, ma di farsi vendetta.
Domande:
- Sono impaziente con gli altri?
- Mi abbandono a scatti di nervosismo, a frasi taglienti e sarcastiche, quando la mia volontà è contrastata?
- Esercito la pazienza, che consiste nel pensare prima di parlare e nel parlare a se stessi, per giudicare l’effetto che le parole fanno sugli altri?
- Mi sono mai chiesto in quale modo Dio perdonerà i miei peccati, se io non perdono quelli degli altri?
5.Gola
La gola è l’abuso di quel piacere lecito che Dio ha unito al mangiare e al bere, ambedue condizioni necessarie per conservare la vita. Il nutrirsi diventa vizioso quando ci rende incapaci di compiere i nostri doveri, quando danneggia la salute, quando compromette gli interessi degli altri.
Domande:
- Ho indotto gli altri ad ubriacarsi?
- Come cattolico, ho violato le leggi della Chiesa che riguardano il digiuno e l’astinenza?
- Mi sono convinto che i doni di Dio del mangiare e del bere e delle altre necessità sono altrettanti mezzi e non fini, che quindi mi sono stati dati per rinnovare la mia forza e mettermi al servizio di Dio?
6. Accidia
L’accidia è una malattia della volontà che fa trascurare I doveri. Prende un aspetto fisico quando si manifesta con la pigrizia, col rimandare, con l’ozio, con l’indifferenza. Prende un aspetto spirituale quando si manifesta con il disgusto per le cose dello spirito, con la fretta nelle preghiera, con l’indifferenza religiosa e con la negligenza nel coltivare le virtù.
Domande:
- Sono incline ad accettare opinioni già fatte dai propagandisti, invece di esaminarle da me nella prospettiva della storia e della morale?
- Trovo scuse nel mio prendere il cristianesimo come troppo difficile e non accettabile, secondo lo spirito del XXI secolo?
- Mi do da fare seriamente per aumentare il mio patrimonio spirituale?
- Ho trascurato i miei doveri verso Dio, verso me stesso e verso il prossimo?
7. Lussuria
La lussuria è un amore disordinato per i piaceri sessuali. Come Dio ha unito il piacere al mangiare e al bere per la conservazione della vita individuale, così ha unito un più grande piacere alla sessualità per la conservazione della vita sociale e del Regno di Dio sulla Terra. Il piacere sessuale diventa peccaminoso quando è usato come un fine e non come un mezzo. Per questa ragione, l’impurità è l’indisciplina dell’amore, è amore pervertito. Esso prende di mira non il bene degli altri, ma il piacere di se stesso.
Domande:
- Ho acconsentito a pensieri impuri?
- Se è peccato commettere certe azioni, mi sono trattenuto in queste col pensiero?
- Ho incoraggiato altri a peccare mediante pensieri, parole, azioni?
- Ho violato la purezza col pensiero, con le parole o con le opere?
- Ho pratico il crimine dell' abusato della sessualità altrui, soprattutto di piccoli e indifesi?
§§§
![]() |
| Il battezzato che con Fede mangia la Carne e beve il Sangue di Cristo in stato di Grazia e purificato da una vera confessione ottiene la paradisiaca vita eterna. |
Siano lodati Gesù e Maria.
Don Luca Tuttocuore (don Parvulus)
Parrocchia di San Pietro. Milazzo.
13 Dicembre 2025 Memoria di Santa Lucia
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