Con molto piacere diffondiamo questo studio condotto e ricevuto dal sacerdote che si fa chiamare: Investigatore Biblico, che affronta il tema della tiepidezza spirituale, argomento mai sufficientemente approfondito. Buona lettura.
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LA TIEPIDEZZA SPIRITUALE
• NATURA E DEFINIZIONE
La tiepidezza spirituale costituisce uno stato intermedio in cui l’anima non è “né fredda né calda” (Ap 3,15), caratterizzato dall’assenza simultanea di zelo per il bene e di odio efficace del male. Distinto dalla semplice aridità spirituale, questo stato segna un rifiuto volontario di progredire nella perfezione cristiana.
- Differenze con l’aridità
L’aridità, stato legittimo e persino santificante provato dai santi nel loro cammino spirituale, si distingue essenzialmente dalla tiepidezza per la fedeltà perseverante al dovere. Nell’aridità, l’anima prova disgusto e ripugnanza a compiere i comandamenti, ma rimane fedele e compie la volontà divina nonostante la pena sentita. Il tiepido, al contrario, cede al disgusto, trascura i suoi doveri e resta soddisfatto di sé nella sua indifferenza colpevole.
- Essenza teologica
La tiepidezza rappresenta la mancanza al comandamento assoluto: «Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste» (Mt 5,48). La perfezione cristiana non ha che un solo limite: quello di non averne. Rifiutare di progredire nella carità verso Dio e il prossimo costituisce già un peccato, poiché nessuno stato di vita dispensa dalla perfezione.
• FONDAMENTO SCRITTURISTICO
- L’Apocalisse di san Giovanni
La settima lettera alle Chiese (Ap 3,14-22) costituisce il testo magistrale sulla tiepidezza. L’Angelo di Laodicea trasmette queste parole di Cristo: (Ap 3,15-16).Questa minaccia rivela la gravità eccezionale della tiepidezza: Cri«Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca.» sto preferirebbe persino lo stato di peccatore manifesto (freddo) a quello del tiepido, poiché il peccatore, conscio della sua miseria, conserva la vergogna che può condurlo alla conversione, mentre il tiepido si illude sul suo vero stato.
- L’accecamento del tiepido
«Tu dici: “Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla”, ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo.» (Ap 3,17). Questo accecamento procede dalla compiacenza in sé stessi e dal paragone agli altri piuttosto che alla santità di Dio. Il tiepido conserva alcune abitudini pie esteriori, ma vuote di merito interiore, il che nutre la sua illusione.
• DOTTRINA DELLA PERFEZIONE OBBLIGATORIA
- Comandamento universale
“Siate perfetti” (Mt 5,48) costituisce un imperativo, non un semplice consiglio evangelico. Contrariamente ai voti di religione che rimangono consigli, la perfezione obbliga universalmente, qualunque siano lo stato, il rango, l’età, la salute o i mezzi. I fanciulli martiri (sant’Agnese, santa Maria Goretti, san Domenico Savio) attestano che nessuno ne è dispensato.
- Insegnamento paolino
San Paolo esorta: «E perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.» (Fil 1,9-11). Questa progressione continua nella carità costituisce il mezzo ordinario della santificazione.
- Dottrina conciliare
Il Concilio di Trento, sessione VI, canone 26 sulla giustificazione, scaglia l’anatema contro colui che negasse che “i giusti non debbono aspettare e sperare una retribuzione eterna da parte di Dio in ragione della sua misericordia e dei meriti di Gesù Cristo, se perseverano sino alla fine a fare il bene e ad osservare i comandamenti divini».
• GRAVITÀ E CONSEGUENZE
- Prossimità alla dannazione
La Tradizione insegna che “la tiepidezza è prossima all’inferno.” Benché la tiepidezza non costituisca immediatamente un peccato mortale, essa rappresenta un grave disordine procedente dall’orgoglio, che conduce rapidamente alla perdita definitiva. San Gregorio di Nissa afferma nelle sue Omelie sul Cantico dei Cantici: Colui che sale non cessa mai di andare di inizio in inizio per mezzo di inizi che non hanno mai fine. Mai colui che sale cessa di desiderare ciò che già conosce.
- L’impossibilità della guarigione
Il castigo proprio del tiepido consiste precisamente nel suo accecamento spirituale: si crede in buona salute spirituale mentre è gravemente malato. Ora, nessuno può guarire colui che non si riconosce malato. Questa illusione perniciosa proviene dalla conservazione di pratiche esteriori prive di spirito interiore e dal paragone orizzontale agli altri uomini piuttosto che alla santità perfetta di Dio.
• RIMEDIO E VIA DI GUARIGIONE
- Il triplice consiglio cristico
Cristo stesso indica il rimedio: «Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista.» (Ap 3,18).
L’oro purificato dal fuoco significa gli atti di virtù autentica, sostanzialmente puri, procedenti veramente dalla carità verso Dio per Dio solo, non per motivi mondani. Questi atti richiedono la violenza contro sé stessi e il sacrificio, prova dolorosa paragonabile al fuoco purificatore.
Le vesti bianche rappresentano i meriti veri acquisiti mediante l’unione a Cristo crocifisso, la vita di obbedienza, di mortificazione e di penitenza che nasconde il nostro nulla mediante la partecipazione al sacrificio redentore.
Il collirio simbolizza i lumi della fede per mezzo dei quali l’intelligenza si nutre delle verità divine. La contemplazione di Cristo crocifisso diventa necessaria per portare la propria croce: […] «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. […]» (Mt 16,24).
- La necessità dell’ascesi
Il progresso spirituale implica necessariamente l’ascesi. Mediante la ripetizione di atti virtuosi, la virtù diventa una seconda natura. Questa mortificazione contraddice le passioni cattive e conduce progressivamente alla pace e alla beatitudine: per mezzo della croce si giunge alla beatitudine.
- L’appello divino
«Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono» (Ap 3,20-21). La promessa divina rimane: partecipare alla gloria di Cristo secondo il grado della nostra conformazione alla sua Passione.
• CONCLUSIONE DOGMATICA
La tiepidezza rappresenta il rifiuto pratico della vocazione universale alla santità. Grave disordine della vita spirituale, essa minaccia direttamente la salvezza eterna mediante l’illusione che genera.
Il rimedio esige un ritorno radicale all’imitazione di Cristo per mezzo della croce, illuminata dalla contemplazione dei misteri della fede.
«Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (Ap 3,22).
Investigatore Biblico
Fonte (qui )
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12 novembre 2025
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