mercoledì 14 maggio 2025

STRETTA SULLE MESSE DI SUFFRAGIO CUMULATIVE. Mauro Bonaita commenta il nuovo Decreto del 13 aprile 2025.


a cura di Veronica Cireneo 

Carissimi lettori, conoscendo il  vostro interesse per la disciplina  della Chiesa, pensiamo di farvi cosa gradita illustrando le novità, riguardanti le Messe di Suffragio, comparse nel nuovo Decreto del Dicastero per il Clero che, emanato nella scorsa Domenica delle Palme, a qualcuno può essere sfuggito. Buona consultazione e diffusione. Di Mauro Bonaita 

§§§

Ormai, ci siamo talmente abituati a criticare la Chiesa del tempo presente che, ci sfuggono le cose di cui dovremmo invece gioire e nelle quali Dio manifesta ancora la sua presenza viva.

Il giorno della Domenica delle Palme, il 13 aprile del c.a. ,  è stato emanato dal Dicastero per il Clero un nuovo decreto "sulla disciplina delle intenzioni delle Sante Messe". Forse l’ultimo documento firmato da Bergoglio.

A distanza di ben 34 anni dal precedente Decreto: “Mos iugiter” sulle Sante Messe cumulative (o plurintenzionali) del 1991, a firma di Giovanni Paolo II, questo documento oggi viene integrato - senza essere modificato - con un'ulteriore stretta disciplinare, per tornare alla pia pratica quotidiana di Sante Messe celebrate per una singola intenzione.

Dell'abuso di fare celebrare Messe plurintenzionali, costume molto diffuso e presente in quasi tutte le parrocchie, ne parlammo in un nostro articolo ((qui) dove evidenziammo in cosa consista il problema legato a questa pessima pratica.

Col presente contributo vogliamo anche esprimere tutto il nostro amore per questa Chiesa: sofferente, ma non defunta e porgere i nostri ringraziamenti a quei Santi Pastori che rinsaldano le mura di cinta della Chiesa di Cristo.

Vorremmo, quindi, fare da eco, sensibilizzando i fedeli sull’abuso delle Sante Messe cumulative o plurintenzionali. Questo tema ci permette di comprendere i frutti della celebrazione Eucaristica che non è, come sembrerebbe, solo un tema economico finalizzato al mantenimento dei Ministri sacri attraverso un'equa distribuzione degli oboli.

L'applicazione delle intenzioni alla celebrazione eucaristica è opera necessaria per attuare una benefica intercessione tra la Chiesa purgante, Quella trionfante e Quella militante, attraverso i cosiddetti: “frutti ministeriali”, ma con l'abuso di cui sopra questa cooperazione viene vanificata.

Come ebbe a insegnare il famoso teologo -  Cardinale del Concilio Vaticano II - Charles Journet, i frutti della Messa sono finiti e proporzionati alla Fede della Chiesa.

Riporto di seguito quanto il Cardinale scrisse in merito all'applicazione dei frutti della Messa parlando di quelli speciali e specialissimi (applicazione prima) e quelli generali e ministeriali (applicazione seconda):

"Ad ogni Messa, la Chiesa entra nel dramma della Passione redentrice in proporzione alla sua fede ed al suo amore. Ecco l’applicazione prima (frutti speciali e specialissimi, ndr), la partecipazione diretta del sacrificio della Croce, procurata dalla Messa. Questa applicazione, questa partecipazione è immensa ma finita. Essa avviene infallibilmente. Ad ogni Messa, la Chiesa, unita dalla sua fede e dal suo amore alla Passione di Cristo, supplica per la salvezza del mondo. Ciò ch’essa ottiene così per la sua supplica, ciò ch’essa attinge così nella Passione di Cristo e che ricade in benedizione sugli uomini, è una applicazione seconda (frutti generali e ministeriali ndr), una partecipazione indiretta, anch’essa finita, al sacrificio della Croce." ("La Messa” pp. 177-178)

Se i frutti sono finiti, se ne deduce per logica che, se una Messa viene applicata per più intenzioni, i frutti saranno ulteriormente ripartiti tra le intenzioni degli offerenti. É una semplice regola della matematica. A chi non piace la matematica, ricordiamo che le sue regole sono sempre stabilite da Chi l'ha creata: cioè da Dio e non certo dalle nostre supposizioni.

Ma facciamo un esempio chiarificatore: immaginiamo di andare da un pasticcere, che lavori sotto padrone, a prenotare una torta premio e il giorno del ritiro ci ritrovassimo che il pasticcere abbia ceduto, ad altri, alcune delle fette della nostra stessa torta. Non ci lamenteremmo forse col padrone? E non avrà forse da adirarsi il padrone, col pasticcere che si è comportato come un cattivo amministratore? Non sarebbe stato meglio che il pasticcere avesse venduto una torta per ciascuno?  Certamente avrebbe soddisfatto meglio tutti i clienti della pasticceria e ne avrebbe attirati di nuovi.

Considerando poi che quella torta in realtà è una medicina, i poveri fedeli rischierebbero anche di ammalarsi a loro insaputa, perché, non dimentichiamolo, stiamo parlando delle cose invisibili della fede! E se è vero che i frutti sono proporzionati alla Fede e quella torta è come una medicina, allora, sarà sempre meno efficace per la consolazione nostra e dei nostri defunti - che è il fine per cui si presentano le intenzioni - fino a diventare un danno per quei pastori che non avessero vigilato per evitare gli abusi.

La Messa è e rimane l’arma più potente che Dio ci ha lasciato in eredità. È più potente di ogni preghiera e più di ogni digiuno e mortificazione di qualsiasi natura ed intensità. La Sua potenza rimane celata ai nostri occhi dietro un velo di delicatezza, di mitezza e di umiltà. Caratteristiche che contraddistinguono il Protagonista per Eccellenza: il nostro Signore Gesù Cristo, che nacque in una mangiatoia, lavò i piedi ai suoi discepoli e morì in Croce per salvarci.

A noi non rimane che pronunciare le stesse parole di San Tommaso quando mettendo il dito nella piaga del costato di Gesù e Riconoscendolo come Vero Dio, proclamò: “Dominus meus et meus Deus” (Mio Signore e mio Dio), quando Lo adoriamo e Lo riceviamo nell’Eucarestia.

Prendiamo e diffondiamo la buona abitudine di far celebrare Messe di suffragio per una singola intenzione, offrendo elemosine proporzionate alle nostre personali possibilità e tenendo presente l’episodio dell’obolo della vedova, nel Vangelo di San Luca (Lc 21,1-4).

Pretendiamo che l'unica intenzione da noi espressa venga rispettata dal celebrante, evitando di imbattersi nell'amara sorpresa di sentir pronunciare, insieme alla nostra, altre intenzioni durante lo svolgimento della Santa Messa, come purtroppo a volte è capitato. È questo il caso in cui si può chiedere al parroco il rimborso della cifra donata o in alternativa di celebrare una nuova Messa per la stessa intenzione, non singolarmente soddisfatta nella precedente celebrazione.

Sarà utile, per il raggiungimento del pio scopo, istruire i nostri parroci, anche lasciando loro copie dei due Decreti che sopra abbiamo citato. Buon lavoro!

Laudetur Jesus Christus nunc et semper

Mauro Bonaita, Reggio Emilia 

14 maggio 2025

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma don Parvulus dice che la limitazione non è teologica, ma fatta solo per contenere il lucro. Avete letto qui ?
https://www.alleatieucarestiaevangelo.it/2025/05/i-frutti-per-le-anime-nelle-messe-di.html?m=1

Anonimo ha detto...

Le Messe plurintenzionali sono un abuso e non c'è nulla da fare. Ormai nessuno si rende conto Dell abuso e fanno dire mille nomi. Un conto è nominare i defunti durante la Messa si possono ricordare , ma la Messa deve essere offerta per una singola anima. Altrimenti è abuso. Con tanto di danno per le anime dei defunti che non ricevono applicata una singola Messa , come dice il canone.

Anonimo ha detto...

Lei sta facendo confusione.. se lei interpreta le leggi a piacimento, fraintende e fa confusione. Come è stato detto e ripetuto la Chiesa permette la celebrazione cumulativa. Le permette due volte a settimana. Quindi non c'è nessuno ABUSO, tranne quando si supera questa soglia oppure quando viene promessa una Messa per una sola intenzione, che poi diventa all'insaputa del richiedente, da singola a più intenzioni.Non c' è altro da capire. Si tranquillizzi

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